Boccaccio e la nascita del genere novella

Gli obiettivi


Partendo da una rapida descrizione delle diverse forme brevi romanze, nel corso della lezione verranno indagate le origini della novella, genere che raggiungerà la sua piena maturazione solo alla metà del Trecento con il capolavoro di Giovanni Boccaccio. È con il Decameron, infatti, che questo genere, così complesso e magmatico, approderà a una forma canonica. Il Centonovelle, tuttavia, a differenza del Canzoniere petrarchesco, pur rimanendo un punto di riferimento irrinunciabile, diventerà un modello quasi mai accettato pedissequamente nella sua perfetta complessità.

 

Si parlerà di:



  • Forme e caratteristiche della narrativa breve romanza. Attraverso un excursus delle forme brevi della narrativa romanza si illustreranno i punti di contatto e di distanza del genere novella rispetto alle diverse forme della narrativa romanza.

  • Il «libro d’autore»: dal Novellino al Decameron. La lezione proseguirà con la descrizione degli elementi di modernità del Libro di novelle e di bel parlare gentile, elementi che saranno poi recuperati e sistematizzati da Boccaccio nel Decameron.

  • La genesi del Decameron. Dopo aver delineato le caratteristiche principali degli antenati del Decameron, si passerà quindi a esaminarne la nascita e la formazione, con particolare attenzione per la cornice – elemento talvolta trascurato – interpretata come filtro attraverso il quale leggere il libro di novelle e, di conseguenza, l’universo che l’opera intende rappresentare.

  • Il Decameron: un genere disatteso. In chiusura della lezione verrà illustrato come la traduzione e la divulgazione della novella di Griselda (X, 10) per mano del grande amico Francesco Petrarca influenzerà in modo sostanziale la fruizione del genere novella che, nel corso del Quattrocento, sarà così oggetto di una forte sperimentazione.



Relatrice


Monica Marchi è professoressa associata presso il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne di Siena, dove insegna Letteratura italiana. I suoi interessi di ricerca, di tipo critico-filologico, spaziano dal Quattrocento al Novecento, con particolare interesse per la produzione novellistica del Quattrocento toscano e, soprattutto, senese. Ha fornito infatti le edizioni critiche e commentate delle Novelle dello Pseudo Gentile Sermini, di cui ha dimostrato l’identità fantasma, e della Novella di Angelica Montanini di Bernardo Lapini. Attualmente sta lavorando sulle altre spicciolate dell’Ilicino e a una ricognizione ad ampio raggio della produzione novellistica quattrocentesca.

 

Moderatore


Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.Alessandro Mongatti, Responsabile editoriale del settore Università, Periodici e Varia di Mondadori Education.

 

Letteratura, amore, guerra in Una questione privata di Fenoglio

Gli obiettivi


La lezione si concentrerà sull’ultimo romanzo scritto da Fenoglio (pubblicato postumo nel 1963) a partire dalla definizione che ne ha dato Italo Calvino nel 1964, nella Prefazione con la quale ripubblicava il suo primo romanzo, anch’esso a tema
resistenziale, Il sentiero dei nidi di ragno: «Il libro che la nostra generazione voleva fare, adesso c’è». Nella sua lettura Calvino, insistendo sulla valenza generazionale di Una questione privata, andava a sottolineare il legame profondo e indissolubile tra l’esperienza partigiana dei 20 mesi e la sua rappresentazione per un’intera generazione di scrittori e partigiani per i quali «l’entrata in guerra» aveva coinciso con «l’entrata nella vita». A partire da questa contestualizzazione, attraverso la lettura e l’interpretazione narrativa e stilistica del romanzo, si percorreranno le due grandi coordinate tematiche che lo strutturano: la guerra e l’amore, la scelta partigiana e la folle deviazione romanzesca rappresentata dal ricordo ossessivo «delle cose di prima». Questo doppio binario sarà trattato sia mettendo in luce legami e approfondimenti rispetto al contesto culturale italiano, sia delineando alcune coordinate specifiche della anglofilia fenogliana: una serie di legami che strutturano Una questione privata come un vero e proprio ipertesto di suggestioni e temi letterari, culturali, storici.

 

Si parlerà di:



  • Beppe Fenoglio: un autore postumo. Breve contestualizzazione di che cosa significa leggere un autore ‘postumo’, poiché la maggioranza dei suoi scritti, e di fatto l’intero canone che ha determinato la sua riscoperta e fortuna postuma, si basa su opere pubblicate senza l’ultima volontà dell’autore.

  • La storia di Milton: leggere Una questione privata. La storia di Una questione privata inserita nel contesto dell’intera produzione romanzesca di Fenoglio. Da Johnny a Milton e da Milton a Milton.

  • «Il romanzo di una generazione»: Una questione privata e la letteratura della Resistenza. A partire dal giudizio di Calvino (1964), analisi di Una questione privata come «il romanzo che la nostra generazione voleva fare»: vivere la
    Resistenza e rappresentare la Resistenza per quegli scrittori per i quali l’entrata in guerra ha coinciso con l’entrata nella vita.

  • Le ragioni di una scelta: lo spettro di Robin Hood. Interpretazione di Una questione privata alla luce della categoria della «scelta» di Claudio Pavone. Essere partigiano, essere partigiani, nel contesto della «guerra civile»: la
    deviazione amorosa di Milton dentro il contesto della scelta partigiana, il ruolo chiave del Capitolo XII.

  • Un romanzo intertestuale: Una questione privata nel contesto del dibattito letterario italiano. Breve excursus su possibili percorsi di approfondimento attraverso il confronto con altre opere del periodo (Calvino, Bassani,
    Meneghello: i ‘nipotini’ di Giaime Pintor).

  • Un romanzo intertestuale: Una questione privata e la biblioteca inglese di Fenoglio. Breve excursus su possibili percorsi di approfondimento attraverso i modelli letterari inglesi del romanzo: Poe, Browning e Yeats; Brontë e Hardy.



Relatrice


Orsetta Innocenti dal 2001 è docente di Materie Letterarie negli istituti secondari di secondo grado (I.I.S. «Santoni», Pisa). Si è laureata in Teoria della Letteratura presso l’Università di Pisa (1996). È stata allieva della Scuola Normale Superiore (Pisa), dove ha conseguito il Diploma nel 1997. La sua formazione post-universitaria in Letterature comparate è proseguita tra le Università di Roma Tre, Bologna, Cambridge (dottorato, assegni, post-doc, borse di ricerca). Nel gennaio 2014 ha conseguito all’unanimità l’abilitazione a professore di seconda fascia per il settore disciplinare 10/F1. Ha pubblicato due volumi (La biblioteca di Fenoglio e La letteratura giovanile) e diversi saggi sulla letteratura italiana ed europea moderna e postmoderna. Sue aree di ricerca sono la letteratura giovanile, letteratura e storia (in particolar modo: letteratura e Resistenza, letteratura concentrazionaria), letteratura e scienza e la rappresentazione del romance nella narrativa europea contemporanea. È membro del direttivo di Compalit per la scuola. Si occupa di formazione docenti, sia in ingresso sia in itinere e di questioni di scuola e didattica: suoi interventi militanti sono usciti su «Griselda», «Laletteraturaenoi», «Le parole e le cose», «Oblio», «Culture del testo».

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.

 

Verga tra folklore e modernità

Gli obiettivi


All’interno della tradizione romanzesca italiana, Verga è stato certamente un autore cardine, fungendo da anello di congiunzione tra realismo ottocentesco e sperimentalismo modernista. Per questa ragione, nel centenario della sua morte, sembra opportuno tornare a riflettere su uno dei padri del romanzo novecentesco italiano, analizzando da un lato il suo rapporto con la tradizione popolare e le strutture tipiche della fiaba, dall’altra discutendo con attenzione la sua collocazione all’interno di correnti europee quali naturalismo e modernismo. Inoltre, a conferma della modernità e della grande plasticità della scrittura verghiana, verrà presentato anche il suo rapporto con il teatro, l’opera e il cinema, mostrando sia le sue strategie di riscrittura, sia il modo in cui, riadattandole, Verga aggiorna il contenuto delle sue opere, soprattutto giovanili.

 

Gli interventi


Verga nel romanzo europeo, di Pierluigi Pellini

Tutti sanno che il verismo è la declinazione italiana del naturalismo; e che il romanzo del Novecento nasce da un programmatico rifiuto delle cultura positivista che nutriva naturalismo e verismo. Ma un’analisi ravvicinata dei temi e delle strutture narrative dei romanzi e delle novelle di Verga (e di Zola) mostra che questo schema storiografico deve essere precisato e corretto. C’è infatti anche una linea di continuità che da Flaubert porta al modernismo, e in questa linea si possono inserire anche i capolavori di Verga.

Si parlerà di:

  • Verga e la tradizione del realismo francese (Flaubert, Goncourt, Zola). Fra il livre sur rien e il documento umano: ambivalenze del naturalismo. Rifiuto della trama avventurosa e dell’eroe. L’impersonalità: un concetto asintotico (e le sue varianti).

  • I «fatti diversi», il vero, il verosimile. Verga fra Maupassant e Pirandello. Romanzo e novella. Soggettività e oggettività: una modernità che rinuncia alla psicologia.


 

La novellistica di Verga e l’archetipo della fiaba, di Angela Gigliola Drago

Enigmatica e policentrica, la novella Vagabondaggio, nel cui bacino compositivo sono confluiti gli abbozzi verghiani stesi per il Mastro-don Gesualdo, è la prova narrativa che reca in sé, stratificate e nascoste, alcune istanze profonde della scrittura verghiana, solo in parte recepite dal secondo grande romanzo verista. La lezione propone una nuova analisi del tessuto testuale della novella (con accenni alle altre raccolte e ai romanzi veristi), intesa a far emergere una struttura profonda di significato percepibile in filigrana: le tracce di un antico flusso di tradizione orale (fiaba, leggenda) al riparo dal mutamento storico.

Si parlerà di:

  • Genesi della novella Vagabondaggio. Dagli abbozzi per il Mastro-don Gesualdo (storia della formazione adolescenziale del protagonista) alla novella Vagabondaggio: ricostruzione della linea evolutiva di una scrittura in progress, oscillante tra moduli romanzeschi e archetipi culturali da fiaba.

  • Il racconto popolare nell’Ottocento. Dalle Fiabe del focolare dei fratelli Grimm ai «raccoglitori» siciliani (Giuseppe Pitré, Salvatore Salomone-Marino): indagine sul rapporto tra folktale e verismo. Il caso di Capuana. Fiaba, leggenda, fiaba letteraria.

  • Analisi della novella Vagabondaggio e del suo rapporto con la fiaba. Dal romanzo di formazione al plot fiabesco. Personaggi, formularità dello stile, uso dell’iterazione, ritmo narrativo, cronotopo.


 

Verga e il cinema, di Irene Gambacorti

All’interno della ricerca espressiva e stilistica verghiana assume particolare rilievo la pratica della trasposizione dei propri testi in diversi codici espressivi – narrativo, teatrale, operistico, cinematografico. Nel contesto dell’apporto degli scrittori al cinema muto italiano, si esaminano le strategie di adattamento cinematografico tentate da Verga per le proprie opere, soffermandosi su alcuni significativi esempi di più radicale riscrittura.

Si parlerà di:

  • Nel laboratorio verghiano. Esempi di riscrittura e transcodifica di testi dalla novella al teatro, al libretto d’opera, allo scenario cinematografico, tra motivazioni economiche e interesse sperimentale per le possibilità espressive dei diversi mezzi artistici (compresa la fotografia).

  • Il lavoro per il cinema. Il progressivo coinvolgimento dello scrittore nel lavoro cinematografico, nel contesto del rapporto fra scrittori e cinema negli anni Dieci in Italia, e le strategie di adattamento nelle sceneggiature realizzate.

  • Esempi di riscrittura. La riduzione cinematografica di opere giovanili assume il carattere di una riscrittura che incide a fondo su contenuti, struttura, intenti dell’opera: gli esempi di Storia di una capinera e Storie e leggende.


 

Eccezionalità di Verga, di Gino Tellini

L’intervento, di taglio molto sintetico, intende chiarire il significato e il valore dell’opera di Verga: i tratti distintivi rispetto alla narrativa coeva e gli obiettivi primari che più stanno a cuore allo scrittore.

Si parlerà di:

  • Alcuni discutibili luoghi comuni. «Verga ritrae la realtà così com’è», «Ritrae la realtà con oggettivo distacco e senza coinvolgimento emotivo»: sono luoghi comuni che non aiutano a capire l’opera dello scrittore.

  • Cosa sta a cuore a Verga? Gli sta a cuore la denuncia di tutta la società dell’Italia postrisorgimentale, perché disumanizzata dal primato della «roba»; a questo scopo, per rendere più credibile e più efficace la denuncia, ricorre alla tecnica dell’impersonalità, la quale richiede un’attiva collaborazione da parte del lettore.

  • Eccezionalità di Verga. Con i due romanzi maggiori, Verga scardina l’impianto del romanzo tradizionale e trasforma il «vero» del bozzetto ambientale in visionari paesaggi della mente; azzera la prospettiva soggettiva e individualizzante dell’io (tipica della nostra tradizione letteraria) e opta per il «noi», per una conoscenza intersoggettiva, collettiva, pluriprospettica.



Relatori


Pierluigi Pellini è professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Siena, dove insegna anche Letterature comparate e Letteratura francese. I suoi principali ambiti di ricerca sono la narrativa realista dell’Ottocento e del primo Novecento europee; il racconto fantastico nelle letterature dell’Ottocento; la poesia italiana del Novecento; le teorie critiche contemporanee. Per «I Meridiani» di Mondadori ha curato i Romanzi di É. Zola (3 voll., 2010-2015); per il Mulino ha scritto una monografia su Verga (2012).

Angela Gigliola Drago è professoressa associata di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Ricerca e Innovazione umanistica dell’Università degli Studi di Bari. Ha al suo attivo numerosissime pubblicazioni scientifiche inerenti vari autori e temi della letteratura italiana: in particolare, Leopardi e Verga, con saggi che coprono l’intera produzione di questi autori (Paralipomeni, Zibaldone, Operette morali di Leopardi; romanzi e novelle di Verga). Si segnalano in particolare le due monografie: Il poeta nell’Ade. Commento ai Canti VII e VIII dei ‘Paralipomeni della Batracomiomachia’ di Giacomo Leopardi (Giardini Editori, Pisa-Roma, 2004) e Verga. La scrittura e la critica (profilo dell’autore e storia della fortuna critica), apparso nel 2018 per Pacini Editore.

Irene Gambacorti è professore associato di Letteratura italiana presso l’Università di Firenze. Si occupa di narrativa e poesia dell’Otto-Novecento in rapporto al contesto storico e sociale e alle altre forme d’arte. Ha pubblicato volumi e saggi su Manzoni, Verga, Palazzeschi, Bianciardi, su narrativa e poesia risorgimentale e scapigliata, sul duello in letteratura, sul rapporto tra letteratura e cinema.

Gino Tellini, professore emerito di Letteratura italiana dell’Università di Firenze, ha fondato il Dottorato internazionale di ricerca in Italianistica e il Centro di Studi «Aldo Palazzeschi» dell’Università di Firenze. Insegna dal 1994 alla Italian School del Middlebury College (Usa, Vermont e California). Ha tenuto corsi per vari anni all’Università di Bonn. Si è dedicato a ricerche sulla civiltà letteraria da Dante al Novecento. Per Le Monnier Università/Mondadori Education ha pubblicato: Metodi e protagonisti della critica letteraria (2010, 20192); Letteratura italiana. Un metodo di studio (2011, 20142); Natura e arte nella letteratura italiana. Tra giardini, orti e frutteti (2015); Storia del romanzo italiano (2017) e Didattica della Letteratura italiana (con Gino Ruozzi, 2020).

 

Lo specchio della pagina: tre proposte didattiche

Obiettivi


Stefano Prandi presenta la sua nuova storia della letteratura italiana, Lo specchio della pagina, soffermandosi su tre proposte didattiche forti e pensate per la scuola di oggi. Si comincia con Tre parole chiave: un modo originale per introdurre autori e opere attraverso i concetti fondamentali, i loro antecedenti e la loro eredità. Si parlerà poi dell’utilità di un approccio tematico interdisciplinare per lavorare sui grandi snodi del nostro immaginario e per coinvolgere la classe. L’autore, infine, spiegherà l’efficacia didattica del taglio personale che ha voluto dare all’organizzazione del volume che dal Novecento arriva ai nostri giorni.

 




Relatore


Stefano Prandi si è formato all’Università di Bologna con Ezio Raimondi, Luciano Anceschi, Umberto Eco, Carlo Ginzburg, Alfonso Traina. Titolare della cattedra di Letteratura italiana all’Università di Berna dal 2001 al 2017, dirige ora a Lugano l’Istituto di Studi Italiani dell’Università della Svizzera italiana. Ha insegnato alcuni anni nelle scuole secondarie superiori e ha collaborato con l’editoria scolastica. Il suo lavoro di ricerca spazia dal Medioevo all’Umanesimo e Rinascimento, dall’età moderna al Novecento.

 

Moderatore


Duccio Canestri, consulente di Mondadori Education.

 

Dal nostro Catalogo

LO SPECCHIO DELLA PAGINA

Noi, i testi e la storia letteraria

Stefano Prandi
Una storia letteraria dalla spiccata personalità autoriale, rivista e migliorata rispetto alle precedenti edizioni nella fruibilità del profilo e nell'efficacia delle analisi del testo. Il libro si inserisce nel progetto Mondadori La lettura al centro e ospita noti scrittori italiani che negli ultimi anni hanno raccontato l'Italia e dato voce a figure dimenticate, spesso femminili. È una chiave preziosa per comprendere il contesto storico e culturale di autori e opere della letteratura, in un confronto ricco e proficuo tra passato e presente. Confronto in cui si inquadra un altro aspetto caratterizzante del corso: l'interdisciplinarità, un filo rosso che, attraverso schede e percorsi tematici, svela le relazioni tra letteratura, arti visive, scienze, musica, costruendo un mondo ricco di significati. Nuovo anche l'approccio all'Educazione civica a partire da testi letterari che dimostrano come la sensibilità a temi civici ancora attuali percorra la nostra storia letteraria fin dalle origini. Tutti questi elementi concorrono nel creare un'opera in cui i giovani lettori potranno veramente rispecchiarsi, scoprendo nelle pagine della letteratura aspetti della propria identità individuale e della comune identità collettiva: ecco allora il perché del titolo, Lo specchio della pagina. Noi, i testi e la storia letteraria, con quel noi a sottolineare l'importanza di rendere i ragazzi protagonisti di un apprendimento attivo che passa anche attraverso il coinvolgimento personale ed emotivo.
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Paesaggi letterari. Rappresentazioni e significati intimi

Gli obiettivi


Nel corso dei secoli l’essere umano ha stabilito con il paesaggio un rapporto mutevole e complesso, fatto ora di rispecchiamento e integrazione, ora di disarmonia e conflitto. Il modificarsi dei significati psicologici prodotti dal paesaggio emerge in maniera particolarmente evidente dalle fonti letterarie, tanto in prosa quanto in versi. Rileggendo dunque passi che vanno dalla letteratura classica al contemporaneo, e analizzando le differenti strategie di rappresentazione che vengono adottate, i relatori si propongono di ricostruire la molteplicità di forme attraverso cui l’uomo ha tentato di comprendere sé stesso indagando ciò che lo lega o lo separa dallo spazio esterno.

 

Gli interventi


Letteratura e paesaggio, di Giancarlo Alfano

La lezione presenta un attraversamento di due aspetti fondamentali della rappresentazione letteraria del paesaggio in riferimento al punto di vista che consente l’apertura sullo spazio esterno: 1) la prospettiva (dall’alto o «rasoterra»); 2) la relazione motoria (statica o dinamica). Attraversando con 4 esempi la letteratura occidentale, dall’antico filosofo Seneca al romanziere statunitense Thomas Pynchon, si proverà a mostrare come la spazialità geografica costituisca per la letteratura un sistema privilegiato da cui emergono dimensioni culturali ed enciclopedie formali.

Si parlerà di:

  • Un aristocratico sale sul Vesuvio.

  • La memoria ‘vista dal mare’: Seneca (Ad Lucilium VIII 70).

  • Lo spazio della metropoli: E.A. Poe e L'uomo della folla.

  • Inzaccherarsi: camminando nel fango del Maryland (Pynchon, Mason & Dixon).


Le mie tre p: paesaggio, poesia, psicoanalisi, di Vittorio Lingiardi

Il paesaggio non è un semplice fatto percettivo, geografico o estetico, ma un luogo che cerchiamo nel mondo per dare forma e immagine a qualcosa che è già in noi. Al tempo stesso una scoperta e un’invenzione, un ritrovamento e un riverbero. Come un luogo, anche un verso può restituirci un significato personale costruito a partire da lontane esperienze sensoriali ed emotive.

Si parlerà di:

  • Paesaggio psichico: il significato di «mindscape» e il rapporto tra psiche e paesaggio.

  • Psiche poetica: la concezione di «base poetica della mente» secondo James Hillman e la poesia come «arrest of disorder» secondo Robert Frost.

  • Psicoanalisi: la poesia e il paesaggio come esercizi di ascolto analitico: «bisogna avere parecchi luoghi dentro di sé per avere qualche speranza di essere sé stessi».



Relatori


Giancarlo Alfano (1968) insegna Letteratura italiana all’Università di Napoli Federico II. Si occupa di cultura del Rinascimento, di tradizione narrativa europea, di storia della cultura. Ha collaborato ai commenti del Decameron (2013) e dei Promessi sposi (2014). Tra i suoi libri: Ciò che ritorna. Gli effetti della guerra nella letteratura italiana del Novecento (2014); L’umorismo letterario. Una lunga storia europea (2016). È appena apparso il suo ultimo libro: Teoria dell’impostore. Essere un altro nella letteratura della modernità (Roma, Salerno Editrice, 2021). Per Mondadori Università ha pubblicato (con Paola Italia, Emilio Russo e Franco Tomasi) i manuali Letteratura italiana (in due volumi, 2018) e Profilo di letteratura italiana (2020).

Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, è professore ordinario di Psicologia dinamica alla facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma, dove dal 2006 al 2013 ha diretto la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica, ed è Senior Research Fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (SSAS). È presidente della Society for Psychotherapy Research-Italy Area Group (SPR-IAG). Con Nancy McWilliams è coordinatore scientifico del progetto internazionale Psychodynamic Diagnostic Manual (PDM-2, Guilford Press, 2017; Raffaello Cortina, 2018), con il quale ha vinto l’American Board & Academy of Psychoanalysis Book Prize. Tra i suoi libri: Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo (Einaudi, 2021); Al cinema con lo psicoanalista (Cortina, 2020); Io, tu, noi. Vivere con sé stessi, l’altro, gli altri (Utet, 2019); Diagnosi e destino (Einaudi, 2018); Mindscapes. Psiche e paesaggio (Cortina, 2017, premio Viareggio-Giuria). Per nottetempo edizioni ha pubblicato due raccolte di poesie: La confusione è precisa in amore (2012) e Alterazioni del ritmo (2015). Ha ricevuto il Ralph Roughton Paper Award dell’American Psychoanalytic Association (2014); il Premio Cesare Musatti della Società Psicoanalitica Italiana (2018); il Research Award della Society for Psychoanalysis and Psychoanalytic Psychology (Division 39) dell’American Psychological Association (2020). Per Raffaello Cortina dirige la collana «Psichiatria Psicoterapia Neuroscienze». Collabora con «il venerdì di Repubblica», dove tiene la rubrica settimanale «Psycho» su cinema e psicoanalisi, con «la Repubblica» e con l’inserto culturale «Domenica del Sole 24 Ore».

 

Dal nostro catalogo Università e saggistica

LETTERATURA ITALIANA

di Giancarlo Alfano, Paola Italia, Emilio Russo, Franco Tomasi
I due volumi propongono un racconto della storia della letteratura italiana, dalle sue Origini fino alla fine dell'Ottocento, attraverso la selezione di autori e questioni fondamentali. Articolato in dieci epoche, il manuale si propone come uno strumento mirato agli studi universitari; offre dunque una trattazione avanzata dei momenti principali della tradizione letteraria, intrecciando in modo equilibrato la discussione storica con una lettura approfondita dei testi più rappresentativi. Uno spazio significativo è infine riservato ai classici maggiori, presentati e commentati in capitoli autonomi (10 nel primo volume, 10 nel secondo), e individuati come testi decisivi per il definirsi di un'identità culturale italiana.
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PROFILO DI LETTERATURA ITALIANA

di Giancarlo Alfano, Paola Italia, Emilio Russo, Franco Tomasi
Il manuale offre una sintesi della storia della letteratura italiana, dalle Origini fino alla fine dell'Ottocento, attraverso la selezione di autori e questioni fondamentali. Articolato in dieci epoche, si propone come uno strumento mirato agli studi universitari, in funzione della preparazione di un esame unico di letteratura italiana; presenta pertanto una trattazione essenziale dei momenti principali della tradizione letteraria, intrecciando la raccolta delle informazioni storiche con la proposta di alcuni tra i testi più rappresentativi. Uno spazio significativo è riservato agli autori maggiori, presentati e commentati in capitoli autonomi, e individuati come snodi decisivi per la costruzione di un'identità culturale italiana.
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La narrativa circostante

Gli obiettivi


La lezione intende procedere in due direzioni. In primo luogo, si vuole abbozzare una periodizzazione della letteratura italiana ultracontemporanea, cercando di capire quando comincia a esaurirsi la tradizione del Novecento e quando invece si manifestano segnali di un assetto diverso del campo letterario, assecondando tendenze affermatesi negli scorsi vent’anni. In seconda battuta si metteranno a fuoco le dominanti formali della narrativa di questi anni, con particolare riferimento alle più spiccate novità di lingua e stile e alle metamorfosi che hanno interessato il sistema dei generi.

 

Si parlerà di:



  • Dove finisce il Novecento. Dalle prime agnizioni ‘in diretta’ alle sistemazioni a posteriori, si indagherà il passaggio cruciale dall’inizio degli anni Settanta ai primi anni Ottanta.

  • Fine della letteratura ‘di una volta’. Breve analisi della narrativa degli anni Novanta, con un occhio alle trasformazioni dell’industria culturale (e dell’editoria di narrativa) e uno alle novità formali.

  • La letteratura come ‘sistema passante’. Alcune trasformazioni formali della narrativa ultracontemporanea: il ritmo del racconto, la dialettica tra orizzontale e verticale, il nuovo senso dello spazio, il rapporto tra autore e opera.

  • ‘Storie vere’ e ‘storie inventate’. Breve viaggio nella nebulosa narrativa della non fiction (con uno sguardo alle novità della fiction pura e semplice).

  • Le scritture del Sé. La centralità del racconto in prima persona, con le sue implicazioni nel sistema dei generi.



Relatore


Gianluigi Simonetti si è formato a Pisa, tra la locale Università e la Scuola Normale Superiore. Dopo diversi periodi di studio all’estero e un anno trascorso come Affiliated fellow presso l’American Academy di Roma ha cominciato a lavorare all’Università dell’Aquila, prima come ricercatore, poi come professore associato di Letteratura italiana contemporanea (nel 2018 ha conseguito l’abilitazione a esercitare le funzioni di professore ordinario e dal 2020 è delegato del rettore per le Attività culturali). Attualmente insegna Letteratura italiana contemporanea, Letterature comparate e Storia della critica presso l’Università di Lausanne (Svizzera).

 

Letteratura e ecologia

Gli obiettivi


Letteratura ed ecologia hanno un interesse in comune: la relazione tra gli individui e gli ambienti, naturali o sociali, reali o potenziali. Non solo: il discorso ecologico adotta volentieri costruzioni narrative tipicamente letterarie; d’altra parte, la letteratura contemporanea trae spesso dal campo ecologico temi legati alle questioni ambientali. Nella lezione, si approfondirà il nesso tra letteratura e ecologia prendendo in esame le opere di alcuni tra i maggiori autori e autrici dal Novecento a oggi, per delineare una storia ambientale della letteratura italiana nel quadro della cultura e della società globali.

 

Si parlerà di:



  • Letteratura e ecologia. Questioni e prospettive. Introduzione: cosa hanno in comune letteratura e ecologia? Le radici storiche e le premesse teoriche della relazione. Strumenti per lo studio e l’analisi.

  • La letteratura italiana del Novecento. Ecologia e scrittura nelle opere di autori e autrici come Italo Calvino, Primo Levi, Mario Rigoni Stern, Anna Maria Ortese.

  • Poesia e ecologia. Rappresentazioni della natura minacciata, da Andrea Zanzotto ad Antonella Anedda: un percorso tra i versi ecologici dei poeti contemporanei.

  • Gli autori di oggi. Con quali modalità (realistiche o distopiche), ambientazioni (le città o i paesaggi meno contaminati), modelli e prospettive gli autori di oggi parlano di natura, paesaggio, ecologia.

  • La letteratura all’epoca dell’Antropocene. Attraverso gli esempi di autori internazionali (da Ghosh a Safran Foer, da Franzen a Atwood) si rifletterà sul ruolo e il valore della letteratura davanti alla crisi ecologica attuale



Relatore


Niccolò Scaffai insegna Critica letteraria all’Università di Siena, dove dirige il Centro di Ricerca Franco Fortini. Ha insegnato dal 2010 al 2019 all’Università di Losanna. È membro del direttivo di Compalit (Associazione di Teoria e Storia Comparata della Letteratura). Collabora con diverse riviste scientifiche e testate culturali. Tra i suoi ultimi libri: Il lavoro del poeta (2015), Letteratura e ecologia (2017), i commenti alle opere di Montale per Mondadori (La bufera e altro, 2019; Farfalla di Dinard, 2021).

 

Dal nostro catalogo Università e saggistica

LA REGOLA E L'INVENZIONE

di Niccolò Scaffai
I saggi raccolti nel volume riflettono una medesima idea sullo studio della letteratura: dalla conoscenza della regola generale (in cui rientrano elementi di stile, di teoria e di storia della letteratura) procede l'invenzione (nel senso di inventio, reperimento) degli argomenti critici. Scandito in tre parti (I. Forme e generi della poesia, II. Testi e letture, III. Stili e temi della prosa), il volume è attraversato da alcune linee principali: la "forma libro" nella poesia, la relazione tra le scritture eccentriche o 'estreme' (giovanili, postume, inedite) di un autore e le sue opere maggiori, la permanenza e l'evoluzione nel Novecento di istituti e concetti cruciali nello svolgimento della letteratura italiana. La maggior parte dei saggi tratta di "macrotesti"; ma anche le letture ravvicinate tendono alla collocazione di singoli scritti e poesie nei rispettivi libri o raccolte. L'idea di base è che il modo in cui un autore organizza la propria opera abbia direttamente a che fare con la sua poetica (e, indirettamente, con una visione del mondo).
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IL POETA E IL SUO LIBRO

di Niccolò Scaffai
Il libro di poesia è una raccolta in cui l'accostamento dei singoli testi dipende dalla strategia dell'autore. Rispetto agli studi precedenti sulla «forma-libro», questo volume combina originalmente tre diverse prospettive: 1) storica, per cogliere e interpretare le elaborazioni stilistiche, l'espressione di posizioni ideologiche, l'ideazione di sistemi culturali che la letteratura contemporanea deve al libro di poesia; 2) teorica, per analizzare un tipo di testo come il libro di poesia, che unisce coerenza e discontinuità; 3) critica, per valutare vantaggi e limiti dei metodi interpretativi attraverso i quali accostarsi alla «forma-libro». Nella prima parte del lavoro, l'attenzione è rivolta agli elementi logico-formali, con l'obiettivo di individuare i principi per una retorica del libro di poesia. Gli esempi sono tratti dalla poesia del Novecento, italiana e straniera, da Saba a Pavese, da Montale a Sereni, da T.S. Eliot a Derek Walcott. Nella seconda parte, la riflessione sul rilievo del libro di poesia nella coscienza degli autori contemporanei precede l'analisi di tre libri rappresentativi, per motivi diversi, della poesia italiana nel Novecento: Trieste e una donna di Umberto Saba, La bufera e altro di Eugenio Montale, Gente di corsa di Tiziano Rossi.
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La scrittura delle donne e l’insegnamento della letteratura

Gli obiettivi


Studiare e insegnare le donne a scuola significa anzitutto considerare le scrittrici, vale a dire le grandi assenti dai manuali e dalle antologie; in secondo luogo, si tratta di studiare (o ristudiare) le donne come figure e protagoniste delle finzioni letterarie. Nonostante il ruolo di primo piano che scrittrici come Sibilla Aleramo, Alba de Cèspedes o Natalia Ginzburg hanno rivestito nella letteratura e nella cultura del italiana Novecento, la loro assenza dallo studio scolastico è pressoché totale. A partire da questa evidenza, non si può evitare di riflettere su un paradosso significativo, che riguarda complessivamente la storia della scuola italiana, fatta e vissuta, concretamente, soprattutto dalle donne, anche se i programmi comprendevano soltanto testi di autori uomini. Infine, e al tempo stesso, studiare le donne a scuola significa parlare di come educazione e emancipazione, nella realtà come nelle finzioni, formino un corpo unico di esperienza e di libertà.

 

Si parlerà di:



  • La storia delle donne come storia di tutti e di tutte. Il Novecento è il secolo delle donne, ma questa vicenda di solito è raccontata attraverso narrazioni e paradigmi di eccezionalità, che finiscono per escludere ancora le donne dalla storia, alla quale invece le loro biografie, come le loro opere, appartengono in maniera sostanziale.

  • Questioni di canone. Come possiamo lavorare sul canone letterario (passato e futuro) dentro una contemporaneità, anche scolastica, sempre più abitata da sguardi plurali e diversi?

  • Il lavoro sui testi: alcuni esempi. Attraverso alcuni brani emblematici ragioneremo su come commentare, in classe, il complesso intreccio che si crea tra stile, genere e forme. Parleremo, tra l’altro, delle donne in Italo Svevo e Pirandello, Sibilla Aleramo, Alba de Cèspedes, Natalia Ginzburg, Antonella Anedda, Elena Ferrante, Igiaba Scego.



Relatrice


Daniela Brogi è storica della letteratura moderna e contemporanea. Insegna all’Università per Stranieri di Siena. Si occupa principalmente di forme narrative nella letteratura e nel cinema, di arti visive e di Visual Studies. Collabora con diverse riviste scientifiche e testate culturali. Scrive regolarmente di cinema per la rivista online doppiozero. Tra i suoi lavori più recenti: Giovani. Vita e scrittura tra fascismo e dopoguerra (2012); Altri Orizzonti. Interventi sul cinema contemporaneo (2015); Un romanzo per gli occhi. Manzoni, Caravaggio e la fabbrica del realismo (2018).

 

Tre parole chiave di Elena Ferrante

Gli obiettivi


Grazie alla scrittura di Elena Ferrante, la cui opera si può considerare un vero e proprio classico dei nostri tempi, Napoli e l’Italia si propongono oggi come un repertorio di storie della nostra ipermodernità globalizzata. I suoi romanzi evocano  nelle lettrici e nei lettori i movimenti oscuri, le questioni aperte, i grovigli emotivi delle grandi trasformazioni di oggi attraverso una messa in scena quasi provocatoria di Napoli e della sua oggettiva particolarità (antropologica, culturale e politica), del suo eccedere rispetto al disciplinamento della modernità. Il fascino delle narrazioni ferrantiane, al tempo stesso radicate e cosmopolite, sta in una magmatica metamorfosi delle vite e del tempo. Per spiegare il senso di queste metamorfosi, la lezione ritaglia attraverso l’intera opera della scrittrice un percorso tematico, scandito da tre parole chiave: «matrofobia», «polifonia» e «frantumaglia».

 

Si parlerà di:



  • Matrofobia. La scrittura di Ferrante dà voce ai tratti decisivi della differenza femminile, una alterità storica, esistenziale e biologica che disegna nuovi equilibri e risemantizza quelli ereditati dal millenario repertorio dell’immaginario maschile. Tra i segni di questa alterità, spicca la relazione conflittuale ma fondativa tra le figlie e le madri e la rappresentazione della «matrofobia» («la paura di diventare come la propria madre», A. Rich) come ciclica caduta delle figlie emancipate nelle «caverne» (E. Ferrante) delle madri.

  • Polifonia. Nei romanzi di Ferrante, le microstorie dei destini umani mostrano i loro strati geologici di dominio e violenza attraverso le esistenze delle donne, ma al tempo stesso mettono in forma un mondo femminile inclusivo, che è riuscito a rovesciare il personale nel politico partendo dalla relazione morale e immorale con l’altra.

  • Frantumaglia. Le protagoniste dei romanzi di Ferrante sono legate da un discorso comune sulla soggettività femminile, sulla sua capacità di destrutturarsi e rinascere dalla «frantumaglia», un’esperienza traumatica di scomposizione della realtà profondamente affine alla «smarginatura» che governa sul piano formale e tematico L’amica geniale. Non è un caso che entrambi questi termini siano neologismi, di cui uno semantico (la smarginatura): la loro novità lessicale dà forma al bisogno di nominare il mondo da una prospettiva inedita.



Relatrice


Tiziana de Rogatis (Napoli) insegna Letterature comparate all’Università per Stranieri di Siena. Ha scritto su Montale, la poesia europea e il modernismo. Attualmente si occupa del rapporto tra il trauma, le identità femminili e le forme letterarie in scrittrici italiane e del mondo anglofono. Su Ferrante ha pubblicato una monografia (Elena Ferrante. Parole chiave, 2018) edita da e/o e da Europa Editions, le case editrici italiana e americana della scrittrice. Sull’Amica geniale ha tenuto conferenze in Italia e nel mondo.

 

Pasolini tra cinema, letteratura e saggistica

Gli obiettivi


La storia intellettuale e artistica di Pier Paolo Pasolini costituisce certamente una delle vicende più ricche e sfaccettate del Novecento italiano. La sua capacità di spaziare tra forme, generi e media differenti aveva come scopo principale quello di raccogliere la sfida conoscitiva lanciata dalla realtà, tentando di comprendere e raccontare con ogni mezzo a disposizione la complessità dei fenomeni storico-sociali che gli intellettuali del secondo dopoguerra si trovavano a fronteggiare. Lo sperimentalismo pasoliniano dunque non nasconde alcun intento ludico, né è riducibile al gusto postmodernista per l’ibridazione formale; al contrario, è testimonianza di una ferrea volontà di capire, di riaffermare la funziona ‘antica’ dell’intellettuale umanista, che vorrebbe essere ancora in grado di spiegare il senso degli eventi e il corso della storia. Ripercorrendo la sua produzione letteraria, saggistica e cinematografica, con particolare attenzione agli aspetti intermediali e alle contaminazioni formali disseminate nella sua opera, i quattro interventi si propongono di fornire un quadro il più possibile esaustivo di questi aspetti, che stanno al cuore della poetica pasoliniana.

 

Gli interventi


L'esordio nel cinema di Pasolini, di Paolo Desogus

Nel corso dell’intervento verranno esaminate le principali ragioni poetiche, linguistiche e stilistiche che hanno portato Pasolini ad abbandonare il romanzo di impianto realistico (Ragazzi di vita, 1955, e Una vita violenta, 1959) in favore della regia cinematografica. In particolare ci si soffermerà sulle nozioni di cinema inteso come «lingua scritta della realtà» e di «soggettiva libera indiretta», quest’ultima elaborata da Pasolini per tradurre in immagini il discorso indiretto libero dei suoi romanzi.

Si parlerà di:

  • Perché Pasolini decide di esordire nel cinema? Descrizione delle ragioni poetiche che hanno spinto Pasolini ad abbandonare il progetto del terzo romanzo di ambientazione romana inizialmente intitolato Il rio della grana.

  • Le borgate viste attraverso la macchina da presa. Analisi del nuovo realismo nei primi film di Pasolini (Accattone, 1961, Mamma Roma, 1962, e La ricotta, 1963) e delle riflessioni teoriche sul segno cinematografico.

  • La soggettiva libera indiretta. Descrizione linguistica di questa forma stilistica che Pasolini ricava dalla prosa, ma che intrattiene un rapporto molto stretto anche con la riflessione sulla sua poesia.


 

Pier Paolo Pasolini, intellettuale civile, di Miguel Gotor

La voce di Pier Paolo Pasolini è risuonata stentorea nel dibattito pubblico italiano per circa vent’anni sul piano culturale, civile e politico. Il suo poliedrico impegno come poeta, romanziere, regista, intellettuale militante è stato caratterizzato da un crescente protagonismo del personaggio Pasolini, che ha messo in gioco tutto sé stesso a partire dalla propria esperienza biografica e dalla propria corporeità. Nella prima parte della lezione ci si soffermerà sugli anni Sessanta, in cui Pasolini è l’autore di un’importante inchiesta dedicata ai costumi sessuali degli italiani, Comizi d’amore, un film documentario che si proponeva di raccontare l’evoluzione della morale degli italiani nell’età del boom economico. Allo stesso tempo fornisce una lettura originale del movimento studentesco del 1968 con il celebre intervento poetico Il Pci ai giovani, scritto in occasione degli scontri di Valle Giulia. Nella seconda parte dell’intervento ci si concentrerà sui cosiddetti Scritti corsari, una raccolta di interventi giornalistici, pubblicati in parte sulle pagine del «Corriere della Sera», in cui il tema centrale è, ancora una volta, la società italiana e il mutamento antropologico subito a causa dell’evoluzione del neocapitalismo, ma anche la denuncia del ruolo dei neofascisti nella strategia della tensione.

Si parlerà di:

  • Comizi d’amore. Un viaggio-inchiesta alla scoperta della sessualità degli italiani.

  • Il Pci ai giovani. Il ’68 e gli studenti: «avete facce di figli di papà».

  • «Io so». Che cos’è questo golpe? Le due fasi della strategia della tensione.

  • L’Italia del boom economico. Il fascismo dei consumi e la scomparsa delle lucciole.

  • Il delitto del Circeo: il fascismo degli antifascisti e l’omologazione antropologica.

  • Analisi linguistica di uno slogan: i jeans Jesus e la sconfitta della Chiesa.


 

Pasolini come artista eclettico e intermediale, di Massimo Fusillo

Pasolini si è espresso in svariati linguaggi, generi e media: poesia, narrativa, teatro, cinema, pittura, critica letteraria e cinematografica, semiologia. Questo suo eclettismo tendeva a incrinare i codici espressivi, e la stessa nozione classica di autore, anche se non escludeva la presenza di ossessioni tematiche costanti. L’intervento si soffermerà su alcuni momenti in cui la sinergia intermediale è più percepibile

Si parlerà di:

  • Eclettismo di Pasolini. Panoramica della produzione di Pasolini e della sua tendenza alla contaminazione fra i generi, dalle liriche friulane all’opera summa incompiuta, Petrolio.

  • Visualità e musicalità. La folgorazione figurativa dovuta alle lezioni di Roberto Longhi: cinema e pittura (La ricotta); la fotografia: l’iconotesto; la fascinazione per l’ambiguità della musica: il rapporto con Elsa Morante.

  • Riscritture del mito. Il mito come ossessione tematica e come momento in cui si esprime al meglio l’eclettismo intermediale: la traduzione dei classici, Edipo re e Medea, Petrolio e il Satyricon.


 

L’ultimo Pasolini: Divina Mimesis, Salò, Petrolio, di Gilda Policastro

L’intervento si propone di ricostruire, attraverso le tre opere postume (o semi-postume, come nel caso di Divina Mimesis), l’ideologia dell’ultimo Pasolini, in particolare la perdita di fiducia in una possibile palingenesi «dal basso». Il mondo borgataro, in precedenza idealizzato, diventa l’emblema dell’omologazione e del genocidio culturale, concetti cardine della pubblicistica pasoliniana degli anni Settanta, che trovano una riformulazione visionaria nelle tre opere estreme e terminali.

Si parlerà di:

  • Divina Mimesis: il modello dantesco. Si vedrà come Pasolini progettò di riscrivere la Commedia di Dante canto per canto, aggiornando le categorie di peccati e peccatori e attualizzando il modello dantesco con immagini del contemporaneo.

  • Inferni contemporanei. Si porrà l’accento sulla ripresa del progetto infernale, con una semplificazione e un potenziamento allegorico in Salò e una diversa e più stratificata articolazione in Petrolio.

  • Una serie compatta. Si marcherà la stretta continuità e coerenza (ideologica e tematica) tra le opere postume.



Relatori


Paolo Desogus è professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbona di Parigi. I suoi temi di ricerca riguardano il rapporto tra cinema e letteratura nel Neorealismo, l’influenza di Antonio Gramsci nella cultura italiana del secondo dopoguerra e l’opera letteraria, cinematografica e intellettuale di Pier Paolo Pasolini. Collabora inoltre attivamente con il Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia come direttore della Scuola estiva.

Miguel Gotor è nato a Roma nel 1971 e insegna Storia moderna presso l’Università degli Studi di Roma «Tor Vergata». Si occupa di santi, eretici e inquisitori tra Cinque e Seicento e di storia italiana degli anni Settanta del Novecento. Ha curato il volume di Aldo Moro, Lettere dalla prigionia e ha pubblicato, tra l’altro, i libri Il memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l’anatomia del potere italiano (Einaudi, 2011, 2020) e L’Italia nel Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon (Einaudi, 2019, 2021). È anche autore con Elena Valeri del manuale scolastico Passaggi. Dalla città al mondo globale (3 voll., Mondadori Education, 2018). Collabora come editorialista alle pagine politiche e culturali del quotidiano «la Repubblica» e del settimanale «L’Espresso». È stato senatore della Repubblica nella XVII legislatura (2013-2018).

Massimo Fusillo insegna Critica letteraria e Letterature comparate all’Università dell’Aquila, dove è coordinatore del Dottorato in Letterature, arti, media. Ha insegnato a Paris 3, alla Northwestern University e alla University of Chicago. È presidente dell’Associazione di Teoria e Storia comparata della letteratura. Fra i suoi libri: Feticci (Il Mulino, 2012, tradotto da Champion e da Bloomsbury); Gli eroi dell’amore (Il Mulino, 2021); La Grecia secondo Pasolini (terza edizione, Carocci, 2022).

Gilda Policastro è professore associato di Letteratura italiana presso l’Università telematica Unipegaso. Insegna scrittura creativa presso la scuola «Molly Bloom». Tiene seminari di «Diritto e Letteratura» presso l’Università Luiss-Guido Carli. Collabora con il quotidiano «La Repubblica» ed è redattrice del sito «Le parole e le cose». Il suo ultimo saggio critico è L’ultima poesia. Scritture anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a oggi (Mimesis, 2021). Ha pubblicato quattro romanzi e diversi libri di poesia.

 

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