Pasolini tra cinema, letteratura e saggistica

Gli obiettivi


La storia intellettuale e artistica di Pier Paolo Pasolini costituisce certamente una delle vicende più ricche e sfaccettate del Novecento italiano. La sua capacità di spaziare tra forme, generi e media differenti aveva come scopo principale quello di raccogliere la sfida conoscitiva lanciata dalla realtà, tentando di comprendere e raccontare con ogni mezzo a disposizione la complessità dei fenomeni storico-sociali che gli intellettuali del secondo dopoguerra si trovavano a fronteggiare. Lo sperimentalismo pasoliniano dunque non nasconde alcun intento ludico, né è riducibile al gusto postmodernista per l’ibridazione formale; al contrario, è testimonianza di una ferrea volontà di capire, di riaffermare la funziona ‘antica’ dell’intellettuale umanista, che vorrebbe essere ancora in grado di spiegare il senso degli eventi e il corso della storia. Ripercorrendo la sua produzione letteraria, saggistica e cinematografica, con particolare attenzione agli aspetti intermediali e alle contaminazioni formali disseminate nella sua opera, i quattro interventi si propongono di fornire un quadro il più possibile esaustivo di questi aspetti, che stanno al cuore della poetica pasoliniana.

 

Gli interventi


L'esordio nel cinema di Pasolini, di Paolo Desogus

Nel corso dell’intervento verranno esaminate le principali ragioni poetiche, linguistiche e stilistiche che hanno portato Pasolini ad abbandonare il romanzo di impianto realistico (Ragazzi di vita, 1955, e Una vita violenta, 1959) in favore della regia cinematografica. In particolare ci si soffermerà sulle nozioni di cinema inteso come «lingua scritta della realtà» e di «soggettiva libera indiretta», quest’ultima elaborata da Pasolini per tradurre in immagini il discorso indiretto libero dei suoi romanzi.

Si parlerà di:

  • Perché Pasolini decide di esordire nel cinema? Descrizione delle ragioni poetiche che hanno spinto Pasolini ad abbandonare il progetto del terzo romanzo di ambientazione romana inizialmente intitolato Il rio della grana.

  • Le borgate viste attraverso la macchina da presa. Analisi del nuovo realismo nei primi film di Pasolini (Accattone, 1961, Mamma Roma, 1962, e La ricotta, 1963) e delle riflessioni teoriche sul segno cinematografico.

  • La soggettiva libera indiretta. Descrizione linguistica di questa forma stilistica che Pasolini ricava dalla prosa, ma che intrattiene un rapporto molto stretto anche con la riflessione sulla sua poesia.


 

Pier Paolo Pasolini, intellettuale civile, di Miguel Gotor

La voce di Pier Paolo Pasolini è risuonata stentorea nel dibattito pubblico italiano per circa vent’anni sul piano culturale, civile e politico. Il suo poliedrico impegno come poeta, romanziere, regista, intellettuale militante è stato caratterizzato da un crescente protagonismo del personaggio Pasolini, che ha messo in gioco tutto sé stesso a partire dalla propria esperienza biografica e dalla propria corporeità. Nella prima parte della lezione ci si soffermerà sugli anni Sessanta, in cui Pasolini è l’autore di un’importante inchiesta dedicata ai costumi sessuali degli italiani, Comizi d’amore, un film documentario che si proponeva di raccontare l’evoluzione della morale degli italiani nell’età del boom economico. Allo stesso tempo fornisce una lettura originale del movimento studentesco del 1968 con il celebre intervento poetico Il Pci ai giovani, scritto in occasione degli scontri di Valle Giulia. Nella seconda parte dell’intervento ci si concentrerà sui cosiddetti Scritti corsari, una raccolta di interventi giornalistici, pubblicati in parte sulle pagine del «Corriere della Sera», in cui il tema centrale è, ancora una volta, la società italiana e il mutamento antropologico subito a causa dell’evoluzione del neocapitalismo, ma anche la denuncia del ruolo dei neofascisti nella strategia della tensione.

Si parlerà di:

  • Comizi d’amore. Un viaggio-inchiesta alla scoperta della sessualità degli italiani.

  • Il Pci ai giovani. Il ’68 e gli studenti: «avete facce di figli di papà».

  • «Io so». Che cos’è questo golpe? Le due fasi della strategia della tensione.

  • L’Italia del boom economico. Il fascismo dei consumi e la scomparsa delle lucciole.

  • Il delitto del Circeo: il fascismo degli antifascisti e l’omologazione antropologica.

  • Analisi linguistica di uno slogan: i jeans Jesus e la sconfitta della Chiesa.


 

Pasolini come artista eclettico e intermediale, di Massimo Fusillo

Pasolini si è espresso in svariati linguaggi, generi e media: poesia, narrativa, teatro, cinema, pittura, critica letteraria e cinematografica, semiologia. Questo suo eclettismo tendeva a incrinare i codici espressivi, e la stessa nozione classica di autore, anche se non escludeva la presenza di ossessioni tematiche costanti. L’intervento si soffermerà su alcuni momenti in cui la sinergia intermediale è più percepibile

Si parlerà di:

  • Eclettismo di Pasolini. Panoramica della produzione di Pasolini e della sua tendenza alla contaminazione fra i generi, dalle liriche friulane all’opera summa incompiuta, Petrolio.

  • Visualità e musicalità. La folgorazione figurativa dovuta alle lezioni di Roberto Longhi: cinema e pittura (La ricotta); la fotografia: l’iconotesto; la fascinazione per l’ambiguità della musica: il rapporto con Elsa Morante.

  • Riscritture del mito. Il mito come ossessione tematica e come momento in cui si esprime al meglio l’eclettismo intermediale: la traduzione dei classici, Edipo re e Medea, Petrolio e il Satyricon.


 

L’ultimo Pasolini: Divina Mimesis, Salò, Petrolio, di Gilda Policastro

L’intervento si propone di ricostruire, attraverso le tre opere postume (o semi-postume, come nel caso di Divina Mimesis), l’ideologia dell’ultimo Pasolini, in particolare la perdita di fiducia in una possibile palingenesi «dal basso». Il mondo borgataro, in precedenza idealizzato, diventa l’emblema dell’omologazione e del genocidio culturale, concetti cardine della pubblicistica pasoliniana degli anni Settanta, che trovano una riformulazione visionaria nelle tre opere estreme e terminali.

Si parlerà di:

  • Divina Mimesis: il modello dantesco. Si vedrà come Pasolini progettò di riscrivere la Commedia di Dante canto per canto, aggiornando le categorie di peccati e peccatori e attualizzando il modello dantesco con immagini del contemporaneo.

  • Inferni contemporanei. Si porrà l’accento sulla ripresa del progetto infernale, con una semplificazione e un potenziamento allegorico in Salò e una diversa e più stratificata articolazione in Petrolio.

  • Una serie compatta. Si marcherà la stretta continuità e coerenza (ideologica e tematica) tra le opere postume.



Relatori


Paolo Desogus è professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbona di Parigi. I suoi temi di ricerca riguardano il rapporto tra cinema e letteratura nel Neorealismo, l’influenza di Antonio Gramsci nella cultura italiana del secondo dopoguerra e l’opera letteraria, cinematografica e intellettuale di Pier Paolo Pasolini. Collabora inoltre attivamente con il Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia come direttore della Scuola estiva.

Miguel Gotor è nato a Roma nel 1971 e insegna Storia moderna presso l’Università degli Studi di Roma «Tor Vergata». Si occupa di santi, eretici e inquisitori tra Cinque e Seicento e di storia italiana degli anni Settanta del Novecento. Ha curato il volume di Aldo Moro, Lettere dalla prigionia e ha pubblicato, tra l’altro, i libri Il memoriale della Repubblica. Gli scritti di Aldo Moro dalla prigionia e l’anatomia del potere italiano (Einaudi, 2011, 2020) e L’Italia nel Novecento. Dalla sconfitta di Adua alla vittoria di Amazon (Einaudi, 2019, 2021). È anche autore con Elena Valeri del manuale scolastico Passaggi. Dalla città al mondo globale (3 voll., Mondadori Education, 2018). Collabora come editorialista alle pagine politiche e culturali del quotidiano «la Repubblica» e del settimanale «L’Espresso». È stato senatore della Repubblica nella XVII legislatura (2013-2018).

Massimo Fusillo insegna Critica letteraria e Letterature comparate all’Università dell’Aquila, dove è coordinatore del Dottorato in Letterature, arti, media. Ha insegnato a Paris 3, alla Northwestern University e alla University of Chicago. È presidente dell’Associazione di Teoria e Storia comparata della letteratura. Fra i suoi libri: Feticci (Il Mulino, 2012, tradotto da Champion e da Bloomsbury); Gli eroi dell’amore (Il Mulino, 2021); La Grecia secondo Pasolini (terza edizione, Carocci, 2022).

Gilda Policastro è professore associato di Letteratura italiana presso l’Università telematica Unipegaso. Insegna scrittura creativa presso la scuola «Molly Bloom». Tiene seminari di «Diritto e Letteratura» presso l’Università Luiss-Guido Carli. Collabora con il quotidiano «La Repubblica» ed è redattrice del sito «Le parole e le cose». Il suo ultimo saggio critico è L’ultima poesia. Scritture anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a oggi (Mimesis, 2021). Ha pubblicato quattro romanzi e diversi libri di poesia.