Metàfora
(dal greco metaphérein, "trasportare, trasferire"): consiste nel sostituire a una parola un'altra parola legata alla prima da un rapporto di somiglianza. Generalmente, viene considerata una "similitudine abbreviata", perché realizza in forma immediata e sintetica il rapporto di somiglianza che di solito viene presentato in forma analitica mediante una similitudine o una comparazione: così, la metafora Sei una volpe altro non è che l'abbreviazione della similitudine Sei furbo come una volpe.

Metonìmia
(dal greco metonymía, "scambio di nome"): consiste nell'utilizzare una parola in senso figurato, in sostituzione di un termine proprio con il quale intrattiene un rapporto di contiguità. Così, si può nominare:
• l'effetto per la causa: talor lasciando /.../ le sudate carte (= i libri che mi facevano sudare per la fatica) (G. Leopardi);
• la causa per l'effetto: ma negli orecchi mi percosse un duolo (= un grido prodotto da una sensazione di dolore) (Dante);
• la materia per l'oggetto fatto con essa: legno per "carrozza" o per "nave";
• il contenente per il contenuto: bere un bicchiere (= la quantità contenuta in un bicchiere)"; "mangiare solo il primo piatto (= la pietanza che si serve per prima)";
• l'autore di un'opera invece dell'opera: "leggere Dante (= la Divina Commedia di Dante)"; "comprare un Modigliani (= un quadro di Modigliani)";
• il mezzo o lo strumento invece della persona che lo usa o della cosa da esso prodotta: "essere una buona forchetta (= un buongustaio)"; "essere il primo violino dell'orchestra (= il primo suonatore di violino)";
• il luogo invece delle persone che vi si trovano: "La panchina (= l'allenatore) della Nazionale ha preso le sue decisioni"; "La Casa Bianca (= il Presidente degli Stati Uniti) non ha rilasciato alcuna dichiarazione";
• il concreto per l'astratto: "avere fegato (= coraggio)";
• il segno per la cosa significata: "l'aquila romana (= i soldati romani) conquistò il mondo";
• il protettore per la cosa protetta: "Bacco (= il vino), tabacco e Venere (= l'amore) riducono l'uomo in cenere".

Mètrica
(dal greco metréin, "misurare"): l'insieme delle norme che regolano la composizione e la struttura dei testi poetici – misura dei versi (vedi), accenti dei versi (vedi),cersura (vedi),
rime (vedi),enjambements (vedi) e le strofe (vedi) – e il loro studio. [vedi la sezione Poesia al metro]

Modulo
Nel linguaggio della didattica, itinerario di insegnamento/apprendimento che riguarda un aspetto relativamente compiuto e autonomo di una disciplina: più che su un argomento esso è incentrato su un obiettivo che risulta ben identificato in termini di conoscenza, competenza e capacità e che mira a raggiungere attraverso adeguati stimoli, precisi contenuti, articolate sequenze di attività e opportune verifiche. Ogni modulo è costituito da una serie di unità che a loro volta possono essere divise in sottounità.

Monologo interiore
Particolare tecnica narrativa, tipica del romanzo moderno, che consiste nel trascrivere, senza alcuna organizzazione logica e alcun commento dell'autore, il flusso confuso e irrazionale delle associazioni di idee, delle sensazioni, dei ricordi e delle immagini presenti nell'inconscio dei personaggi. Il monologo interiore, sostituendosi alla tradizionale descrizione dei pensieri e delle azioni dei personaggi, condotta in terza persona dal narratore onnisciente, intende esprimere la problematicità della realtà dell'uomo moderno: una realtà proteiforme e suscettibile di molteplici interpretazioni, sempre relative al singolo e aliene da ogni rassicurante certezza. Vedi anche Flusso di coscienza.

Morfologìa
(dal greco morphé, "forma" e lógos, "studio"): parte della grammatica che studia la forma delle parole nella loro formazione e nella loro flessione.