La storia umana è costellata di migrazioni

A cura di Roberto Roveda

Migranti preistorici

Gli esseri umani sono sempre stati in movimento. Fin dalla più remota Preistoria si muovevano da soli oppure in gruppo per raccogliere radici e frutti spontanei oppure per inseguire le prede durante la caccia. In questo loro vagare i nostri più antichi antenati si spostarono dall’Africa - secondo la maggior parte degli studiosi terra di origine degli esseri umani – sempre più lontano.

Se Homo erectus, più di un milione di anni fa, aveva già raggiunto dal natio continente africano l’Europa e l’Asia, è stata la famiglia di ominidi a cui noi tutti apparteniamo, cioè Homo sapiens a raggiungere con un cammino durato decine di migliaia di anni tutti i continenti, eccetto l’Antartide.

 

Le prime grandi civiltà e le migrazioni

Queste migrazioni preistoriche non sono state certo le ultime. In epoca neolitica gli esseri umani diventarono allevatori e agricoltori, si insediarono nei primi villaggi e poi nelle prime città. Molti dei nostri antenati si trasformarono in sedentari, ma non per questo il nomadismo scomparve del tutto e i popoli smisero di migrare alla ricerca di terre più fertili oppure perché spinti dall’arrivo di altre popolazioni.

Le vicende della Mesopotamia furono tutte un susseguirsi di migrazioni di popolazioni che cercavano di insediarsi nella fertile terra tra i due fiumi, il Tigri e l’Eufrate. Un altro esempio: l’Egitto conobbe a partire dal XVII secolo a.C. la migrazione-invasione degli Hyksos, una popolazione seminomade. L’India, non molti secoli dopo, vide l’arrivo degli Arii, un insieme di popoli nomadi di stirpe indoeuropea provenienti dalle steppe dell’Asia centrale. Sempre di origine indoeuropee erano le popolazioni che durante il II millennio a.C. migrarono, sempre dall’Asia centrale, verso il bacino del Mediterraneo e l’Europa dando vita a culture e civiltà molto diverse tra loro come quella degli Hittiti, dei Persiani, dei Dori, ma anche dei Celti e dei Germani. Grazie a questi popoli si diffusero le lingue che hanno dato origine a molti degli idiomi parlati ancora oggi e la metallurgia del ferro.

 

Le colonizzazioni greche

Anche popoli che siamo soliti considerare sedentari e che sicuramente in massima parte lo furono, come i Greci, in realtà furono in costante movimento.

Con la cosiddetta prima colonizzazione greca (a partire dall’XII secolo a.C.) raggiunsero le coste dell’Asia minore e le isole antistanti. Durante la seconda colonizzazione (a partire dall’VIII secolo a.C.) i Greci si diffusero in buona parte del bacino del Mediterraneo e sulle coste del mar Nero. Dove sbarcavano, trovavano spesso le colonie fondate da un altro popolo di viandanti, i Fenici.

 

Il lungo scontro tra Romani e popoli migratori

A stabilizzare per secoli il bacino del Mediterraneo furono i Romani, un popolo che costruì un impero basato sulla sedentarietà dei suoi campi coltivati e dei suoi centri urbani.

I Romani dovettero, però, costantemente confrontarsi con le popolazioni nomadi che vivevano a contatto con il limes. Erano nomadi e in perenne movimento i popoli del deserto che vivevano ai margini delle province africane di Roma. Erano nomadi i Celti che nel corso del I millennio a.C. misero a ferro e fuoco l’Urbe e raggiunsero nelle loro migrazioni la Penisola iberica, l’attuale Francia, le Isole britanniche, i Balcani, la Grecia settentrionale e l’Asia Minore.

Infine, l’Impero romano dovette fronteggiare per secoli la pressione delle popolazioni germaniche. Quelle che dal punto di vista dei Romani del tempo furono le invasioni barbariche furono vere e proprie migrazioni di popoli, in movimento dall’Europa centrale verso il Mediterraneo sotto la spinta di nomadi provenienti dalle steppe dell’Asia, gli Unni. Quegli stessi Unni che nei primi secoli del I millennio d.C. misero sotto pressione a est l’Impero cinese e i regni dell’India settentrionale.  

 

Le ultime migrazioni verso l’Europa

Nomadi o seminomadi erano anche le tribù beduine dell’Arabia che sotto la spinta del messaggio religioso di Maometto si misero in marcia conquistando tra il VII e il IX secolo un impero immenso, che andava dall’Oceano Atlantico ai confini della Cina e dell’India.

E nuove migrazioni conobbe l’Occidente dopo che le popolazioni germaniche erano diventate sedentarie e avevano dato vita a regni stabili. Dal nord arrivarono i Normanni e da Oriente gli Ungari. Furono le ultime grandi migrazioni di popoli che il continente europeo ha conosciuto e si esaurirono all’alba dell’anno Mille. Più di un millennio dopo i popoli però sono ancora in movimento, spinti dalla guerra, della fame e dalla povertà. Guardano verso l’Europa da sud, dall’Africa, da est, dal Medio Oriente e dall’Asia centrale.