Molteplici sono i motivi e i problemi che nel mondo greco e latino coinvolgono l'arcobaleno e la messaggera degli dei, accomunati nel segno del nome. L'indagine si muove tra mito e natura, in paesaggi culturali ricchi di suggestioni, ma anche di ambiguità: dalla sfuggente fisionomia di Iride, che nella documentazione letteraria e figurativa è angelos e suivante divina, è estranea forse a una forma di devozione religiosa, alla folla di superstizioni che si polarizzano intorno all'arcobaleno, ritenuto perlopiù un infausto presagio. Dalla intricata trama di simboli riconducibili a una nozione di passaggio in cui sono attratti tanto la dea quanto il fenomeno meteorologico, alla complessità di rapporti che intercorrono tra la messaggera e il suo «doppio» naturale, situati al crocevia tra istanze letterarie, eziologiche e teoriche. Dalla singolare definizione dell'iride come mono o tricromatica, che apre uno scorcio su un sistema di classificazione del colore diverso da quello attuale, alla spiegazione fisica del fenomeno in termini di riflessione della vista, sulla scorta di un complesso dossier dottrinale che pone l¿interprete moderno dinanzi ai percorsi spesso non lineari e talvolta aporetici della scienza antica.