Insegnare la Shoah: costruzione e ricostruzione della memoria pubblica

L’incontro si propone di riflettere sul complesso percorso che ha portato alla costruzione della memoria pubblica della Shoah e all’istituzione ufficiale del Giorno della Memoria in Italia. Particolare risalto sarà dato alla figura del testimone, che da un lato può vantare un’esperienza diretta dei fatti, ma, dall’altro, proprio alla luce del suo coinvolgimento personale, manca di quella distanza che è necessaria per la ricostruzione storica. Si discuterà anche la funzione che ha avuto l’artificio narrativo nel fissare e diffondere il senso dell’evento concentrazionario, riflettendo sul modo in cui la finzione letteraria consente di produrre un sapere esperienziale. Inoltre, si prenderà in considerazione la data scelta per il Giorno della Memoria e si mostrerà come la costruzione di un calendario civile contribuisca a orientare la memoria storica, dando risalto ad alcuni eventi e rimuovendone altri. Infine, si rifletterà sullo stato attuale della didattica sulla Shoah, discutendone punti di forza e possibili sviluppi futuri.

 

Gli interventi


Cominciare dal calendario. Letture e (caso mai) lezioni pensando ad alcune date, di Filippo Benfante

Nell’intervento si proporrà una riflessione critica sulla data del Giorno della Memoria e, più in generale, sul calendario civile. Due pagine di Primo Levi – la prefazione a Se questo è un uomo e l’incipit della Tregua – permettono di lavorare su due piani, quello del contesto storico e quello della valenza etica della testimonianza (per Levi) e del ricordo e della commemorazione (per noi, oggi). Parlando del 27 gennaio, conviene tenere presente che scegliendo una data e un luogo si rischia di oscurarne altri. Come è noto, in Italia il calendario civile offriva almeno un’alternativa: il 16 ottobre, quando, nel 1943, a Roma ci fu la grande razzia degli ebrei. Questo ci suggerisce, tra le altre cose, che i «treni della memoria» non debbono per forza avere destinazioni remote.

Si parlerà di:

  • Il 27 gennaio. Il calendario civile è diverso da quello storico: alla liberazione di Auschwitz, la macchina dello sterminio era ancora in moto. Per situare la data nel suo tempo e nel suo contesto, prima ancora che alla storiografia, si può ricorrere alla guida di Primo Levi.

  • Un possibile vademecum. Le prime pagine di Se questo è un uomo restano un vademecum per orientare lo sguardo e trovare il tono di voce. Primo Levi dichiara il suo bisogno primario di raccontare e la volontà di essere ascoltato: ci ricorda che prendere la parola è un atto vitale, di resistenza, e ci ammonisce che anche il nostro ascolto deve essere attivo.

  • Il 16 ottobre. Questa è la data che ci riporta in Italia, e pertanto direttamente alle responsabilità e al ruolo dell’Italia (intesa come governo e popolazione) nello sterminio. Non si tratta di mettere date o luoghi o soggetti in concorrenza tra loro, né di perdere di vista il quadro generale; al contrario si tratta di darne conto nella sua complessità, e di pensare che ci sono vari modi per costruire un calendario civile, anche dal basso, anche a livello locale, trovando declinazioni particolari.

  • Una memoria lunga un anno. Una costellazione di date può essere un modo per inventare percorsi inediti, all’interno di una disciplina o tra discipline diverse. Non mancano altri consigli sulla spinosa questione di uscire dalla ritualità e di coltivare una memoria attiva e consapevole.


Rappresentare la Shoah nell’era della post-testimonianza. Il Giorno della Memoria tra public history e calendario civile, di Orsetta Innocenti

L’intervento ha lo scopo di introdurre il paradigma che ha creato le «aporie della memoria» (Schwarz 2021), riflettendo sulla funzione del testimone, sulle modalità di creazione della memoria e sul rapporto tra ricostruzione storica e finzione. L’intervento prevede anche il collegamento a tre possibili percorsi didattici: dibattito a partire dalle mozioni di «unicità della Shoah» e «Giorno della Memoria»; lavoro a partire dal caso Eichmann, dal rapporto storico/testimone a quello della rappresentazione; percorso sperimentale su memoria, rappresentazione e finzione, ovvero quali sono i rischi dell’essere Guardiani della Memoria quando si prende il testimone dai carnefici e non dalle vittime.

Si parlerà di:

  • L’era del testimone? Si faranno delle riflessioni a partire dal testo di Annette Wieviorka, L’era del testimone (1999): «Il processo Eichmann [...] consacra il prestigio del testimone come suprema autorità per parlarne, ‘uomo-memoria’ che attesta che il passato è stato ed è sempre presente».

  • L’era del trauma. Il concetto di post memoria. Si partirà da alcune osservazioni avanzate da Guido Vitiello in Il testimone immaginario. Auschwitz, il cinema e la cultura pop (2011). Lo scopo sarà riflettere sul ruolo di film ‘realistici’ e immagini di finzione quali «inventori di tradizione»: «E tuttavia, l’efficace metafora del ‘passaggio di testimone’ può anch’essa trarre in errore».

  • Finzione o verità? / Finzione e verità. Facendo riferimento a Jorge Semprun, La scrittura e la vita (1994), si discuterà il ruolo del racconto finzionale nella rappresentazione della Shoah. «Non che l’esperienza vissuta sia indicibile. È caso mai invivibile, che è tutt’altra cosa, e si capisce. È qualcosa che non riguarda la forma di un racconto possibile, ma la sua sostanza. Non tanto la sua articolazione quanto la sua densità. Soltanto coloro che sapranno fare della loro testimonianza un oggetto artistico, uno spazio di creazione, o di ricreazione, riusciranno a raggiungere questa sostanza, questa densità trasparente. Soltanto l’artificio di un racconto abilmente condotto riuscirà a trasmettere in parte la verità della testimonianza».

  • La giusta distanza. Si presenteranno le conseguenze dell’#effettoPisanty sulla didattica della memoria, prendendo spunto da I. Calvino, Il barone rampante (1957): «Voltaire fu molto sorpreso, fors’anche perché il fratello di quel fenomeno appariva persona così normale, e si mise a farmi domande, come: – Mais c’est pour approcher du ciel, que votre frère reste làhaut? Mio fratello sostiene, – risposi, – che chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria, – e il Voltaire apprezzò molto la risposta».


Giorno della Memoria: una riflessione necessaria, di Laura Vergallo Levi

Scopo dell’intervento sarà offrire un momento di riflessione sul lavoro svolto nelle scuole da quando è stato istituito il Giorno della Memoria. Molti sono stati gli esempi virtuosi, ma con il passare degli anni e con la progressiva scomparsa dei Sopravvissuti stiamo assistendo a un nuovo fenomeno: il Giorno della Memoria è diventato qualcosa che le scuole, tutte, devono ricordare, che rientra nei Piani di Offerta Formativa e fa parte delle diverse proposte codificate dalle Istituzioni. Il rischio è che alla spinta propulsiva dei primi due decenni segua un momento di stasi in cui si perdano i contenuti veri di un momento di riflessione, relegato così all’ambito esclusivamente celebrativo, svuotato di un contenuto vero.

Si parlerà di:

  • Il Giorno della Memoria. Si farà una breve storia dell’istituzione del Giorno della Memoria, sancita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000.

  • Il lavoro svolto in questi 22 anni. Si rifletterà su quanto è stato fatto dall’istituzione del Giorno della Memoria, mettendo in luce tanto gli aspetti positivi (gli esempi virtuosi e il ruolo svolto dai testimoni), quanto le criticità e le sfide per ripensare questa ricorrenza.

  • Proposte per una didattica della Shoah efficace. Si proporranno alcune strategie didattiche che possano arricchire e rinnovare il discorso sulla Shoah proposto agli studenti.



Relatori


Filippo Benfante (1973) è dottore di ricerca in storia, con una tesi sugli anni fiorentini di Carlo Levi e la sua militanza politica tra guerra, Resistenza e Liberazione (1941-1945), discussa nel 2003. Ha pubblicato vari articoli intorno a questi argomenti; è in corso di stampa un suo contributo sui rapporti tra l’Orologio di Carlo Levi e Se questo è un uomo di Primo Levi. Lavora nell’editoria e negli ultimi anni ha collaborato alla progettazione e alla realizzazione di due manuali di storia per le scuole superiori (triennio) pubblicati da Mondadori Education (Miguel Gotor, Elena Valeri, Passaggi, prima ed. 2018; Adriano Roccucci, Lucio Caracciolo, Le carte del tempo, prima ed. 2022). Ha collaborato con Le Monnier Università come traduttore e come revisore per il manuale di Adriano Roccucci, Lucio Caracciolo, Storia contemporanea (2017).

Orsetta Innocenti dal 2001 è docente di Materie Letterarie negli istituti secondari di secondo grado (I.I.S. «Santoni», Pisa). Si è laureata in Teoria della Letteratura presso l’Università di Pisa (1996). È stata allieva della Scuola Normale Superiore (Pisa),  dove ha conseguito il Diploma nel 1997. La sua formazione post-universitaria in Letterature comparate è proseguita tra le Università di Roma Tre, Bologna, Cambridge (dottorato, assegni, post-doc, borse di ricerca). Nel gennaio 2014 ha conseguito all’unanimità l’abilitazione a professore di seconda fascia per il settore disciplinare 10/F1. Ha pubblicato due volumi (La biblioteca di Fenoglio e La letteratura giovanile) e diversi saggi sulla letteratura italiana ed europea moderna e postmoderna. Sue aree di ricerca sono la letteratura giovanile, letteratura e storia (in particolar modo: letteratura e Resistenza, letteratura concentrazionaria), letteratura e scienza e la rappresentazione del romance nella narrativa europea contemporanea. È membro del direttivo di Compalit per la scuola. Si occupa di formazione docenti, sia in ingresso sia in itinere e di questioni di scuola e didattica: suoi interventi militanti sono usciti su «Griselda», «Laletteraturaenoi», «Le parole e le cose», «Oblio», «Culture del testo».

Laura Vergallo Levi, docente di letteratura inglese al Liceo Virgilio di Milano e pianista, ha iniziato la sua formazione sulla didattica della Shoah nel 2007 presso l’istituto Yad Vashem di Gerusalemme. Ha insegnato didattica della Shoah nei corsi SILSIS dell’Università degli Studi di Milano dal 2007 al 2011, pubblicando una raccolta di materiali editi da CUEM. Nel 2008 ha pubblicato la storia della sua famiglia negli anni della guerra sulla rivista americana «Hidden Child» (sezione dell’Anti Defamation Leage, ADL New York). Dal 2013 al 2022 ha collaborato con il Memoriale della Shoah di Milano come guida. Ogni anno si reca in decine di scuole di ogni ordine e grado per parlare di ebraismo e Shoah attraverso progetti di didattica attiva. Per Mondadori Education ha curato la parte didattica del volume di Liliana Segre Scolpitelo nel vostro cuore e la parte relativa alla Shoah del fascicolo di Educazione Civica allegato al testo Una storia per il futuro (2020). In occasione del Giorno della Memoria pubblica annualmente un pezzo sulla rivista «La Tecnica della Scuola» edita da Giunti, offrendo spunti pratici per lezioni e attività didattiche. Al momento ha predisposto una lezione-concerto sulla «Musica Degenerata», che ripercorre la storia dell’esclusione degli ebrei dalla vita civile in Germania e in Italia attraverso la musica, partendo dalla mostra organizzata a Dusseldorf nel 1938. La lezione-concerto viene portata nelle scuole, nelle sale di enti e istituzioni.


Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education.