Alle radici delle crisi del Medio Oriente: dalla caduta dello Shah all’invasione sovietica
Si parlerà di:
- La cornice generale: le dinamiche della Guerra Fredda. In questa parte verranno tratteggiati brevemente quali sono gli elementi portanti e le dinamiche della Guerra Fredda, periodo che rappresenta il quadro di riferimento geopolitico e ideologico del secondo dopoguerra. La disamina delle sue direttici consentirà una più precisa collocazione concettuale delle dinamiche che sono andate evolvendo nell’area medio-orientale e del Golfo Persico negli ultimi decenni.
- L’Afghanistan e l’invasione sovietica. L’invasione sovietica dell’Afghanistan è tra gli eventi di maggiore impatto che chiuderanno il decennio degli anni Settanta. Verranno brevemente ripercorse le principali tappe della politica interna e sociale afghana per meglio identificare le basi portanti della crisi che da oltre quarant’anni interessa questo Paese.
- Iran: dalla monarchia alla repubblica. Tra gli eventi cardine che caratterizzano gli anni Settanta e che avranno conseguenze di lungo periodo è senza dubbio la rivoluzione iraniana. Una rivoluzione che traghetterà il Paese da una monarchia ad una repubblica islamica e che cambierà radicalmente sia lo scacchiere geopolitico regionale, sia soprattutto la stessa società iraniana, i cui effetti sono visibili ancora oggi all’interno della sua società, come le recenti ondate di proteste oggi dimostrano.
- Iraq: il consolidamento di potere di Saddam Hussein. Il 1979 segna l’effettiva presa del potere da parte di Saddam, per mezzo di un golpe bianco. Negli anni Ottanta sarà uno dei principali alleati dell’Occidente, per arginare l’espansionismo rivoluzionario iraniano. Il regime di Saddam avrà anche importanti ricadute a livello locale e andrà gradualmente ad ampliare le diversità settarie presenti in Iraq, che esploderanno in tutta la loro veemenza dopo la sua caduta, nel 2003.
- Modernismo vs. conservatorismo. Il filo rosso che attraversa gli eventi iraniani, iracheni e afghani, oltre alle dinamiche internazionali dettate dalla Guerra Fredda, è lo scontro che si ha in questi Paesi tra afflati di modernizzazione e velleità conservatrici, una chiave di lettura essenziale per leggere ancora oggi parte del Medio Oriente.
Relatore
Michele Brunelli è docente di Politica, comunicazione e Società del Medio Oriente e di Storia ed Istituzioni dei paesi afro-asiatici nell’Università degli studi di Bergamo. Nello stesso ateneo è anche Direttore del Master in Prevenzione e contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo e per le politiche di integrazione. Si occupa di tematiche inerenti la storia, le relazioni internazionali e la geopolitica del Vicino e Medio Oriente, Golfo Persico e Caucaso, con particolare riferimento alla Repubblica Islamica dell’Iran. Tra le ultime sue pubblicazioni: Il fenomeno del terrorismo di matrice islamica ed i processi di radicalizzazione (Rubbettino, 2021); Il 1979. L’anno del Medio Oriente (Le Monnier, 2023).
Moderatore
Matteo Tasca, Redazione Umanistica Secondaria di secondo grado Mondadori Education
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1979. L'ANNO DEL MEDIO ORIENTE
Michele Brunelli
Ruhollah Khomeini, Saddam Hussein, Juhayman al-‘Utaybī e Hafizullah Amin sono solo alcuni tra i più noti personaggi che, alla fine degli anni Settanta del XX secolo, hanno contributo a dare una svolta radicale alle politiche e alle società dei loro paesi, così come alla condotta delle relazioni internazionali, in un contesto, come quello della guerra fredda, solo in apparenza immobile. La rivoluzione iraniana, l’effettiva presa del potere di Saddam Hussein quale presidente della Repubblica irakena, l’attacco alla Grande Moschea della Mecca e l’invasione sovietica dell’Afghanistan sono i quattro eventi che si dipaneranno lungo il corso di un unico anno, il 1979, dietro i quali si celerà un conflitto molto più profondo, a tratti insanabile, tra afflati di modernità e stretto conservatorismo, che ancora oggi riverbera i suoi effetti su quelle stesse società e che è alla base delle molte crisi del Medio Oriente e del Golfo Persico. Scopri di più