Le simbiosi di Lynn Margulis: cosa possiamo imparare dai microrganismi?

di Camilla Tuccillo

  • Materie coinvolte: Biologia e Scienze della terra

«If you really want to study evolution, you've got go outside sometime, because you'll see symbiosis everywhere!»

Quello di Lynn Margulis, nata Lynn Petra Alexander il 5 marzo 1938 a Chicago nell’Illinois (USA), è il nome che inevitabilmente si associa a una delle scoperte più rivoluzionarie della biologia evolutiva: la teoria endosimbiotica.

 
Secondo tale teoria gli eucarioti si sarebbero originati dall’interazione tra più cellule procariote: alcuni piccoli procarioti sarebbero stati fagocitati da cellule più grandi e avrebbero stabilito così un rapporto di simbiosi, cioè uno scambio reciproco di favori. La nuova relazione avrebbe infatti previsto un vantaggio evolutivo per entrambe le parti: la cellula più grande avrebbe fornito biomolecole e sali minerali, quelle inglobate avrebbero fornito energia.

Il fatto che - al contrario delle allora recenti teorie sull’evoluzione fondate sulla competizione tra organismi - secondo Margulis “la vita non conquistò la Terra attraverso la lotta, ma attraverso la cooperazione” e che fino alla fine del secolo scorso per le donne è stato difficilissimo lavorare e affermarsi in ambito scientifico ha reso le idee della biologa eretiche per lungo tempo.

Lynn Margulis ha dedicato alla simbiosi tutta la sua vita. Negli ultimi anni da ricercatrice ha frequentato l’Italia (in particolare l’Università di Pavia) e collaborato con diversi scienziati italiani; assieme a Massimo Pajoro dell’Università di Milano, per esempio, ha approfondito lo studio dei briozoi Pectinatella magnifica: si tratta di minuscoli invertebrati d’acqua dolce che da adulti non esistono nella forma di singoli individui, ma ciascuno si unisce ad altri formando una grande colonia viscida e gelatinosa.

Esempi di relazioni simbiotiche e di cooperazione tra organismi simili o diversi continuano a manifestarsi in ogni tipo di ambiente: risale a pochi anni fa la scoperta di una simbiosi oceanica tra un cianobatterio unicellulare, noto come UCYN-A, e una microalga eucariota monocellulare, della classe delle Prymnesiophyceae. Allo studio di questa simbiosi e del suo meccanismo è stato dedicato un progetto europeo, UCYN2PLAST, e sono stati destinati oltre 200mila euro.

«[…] vedrai la simbiosi ovunque!»: è forse questo l’insegnamento che possiamo trarre dal lavoro pionieristico di Lynn Margulis. Pur essendo l’unica “sapiens”, la specie umana ha dimostrato meno di tutte le altre – animali e vegetali, procariote e eucariote, microscopiche e macroscopiche – di comprendere il senso delle relazioni cooperative, del mutuo soccorso e della collaborazione tra abitanti di una stessa e unica casa.

Osservare di più l’ambiente naturale che ci circonda può aiutarci, come umanità, a raggiungere obiettivi ambiziosi come quello dell’uguaglianza e della parità di genere in ogni ambito e in particolare in quello della scienza.

Per iniziare non serve molto: basta uscire e cercare un lichene (esempio di simbiosi da manuale).

 

Attività da proporre in classe

Nell’articolo si legge che “fino alla fine del secolo scorso per le donne è stato difficilissimo lavorare e affermarsi in ambito scientifico”: cosa è cambiato da allora? Ricordando di utilizzare fonti valide e attendibili, fate una ricerca per avere un quadro generale della presenza odierna, sia quantitativa che qualitativa, di ragazze e donne nei settori STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).

Approfondite la teoria endosimbiotica: focalizzatevi in particolare sulla spiegazione che essa fornisce riguardo l’origine dei mitocondri e dei cloroplasti, e delle prove a suo favore. Poi dividetevi in gruppi da tre e cercate, aiutandovi con internet, almeno altri tre esempi di simbiosi presenti in natura e descrivete le loro caratteristiche e il loro funzionamento. Prendete nota anche del genere delle persone che compaiono nelle ricerche e negli articoli e fate una proporzione tra i diversi generi: potete confermare la presenza di una maggior presenza maschile? Confrontatevi col resto della classe, quindi presentate le simbiosi che gli altri gruppi non hanno trovato e discutete dei dati riguardo la rappresentanza di genere, anche in relazione a quanto appreso con l’esercizio precedente.