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Mach
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Musil sulle teorie di Mach

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L’analisi delle sensazioni e il rapporto tra fisico e psichico (1885) di E. Mach

Superamento del dualismo tradizionale

La scienza deve riconoscere che i concetti di soggetto e di oggetto, di corpo e di mente, di fenomeno e di cosa sono complessi di elementi coordinati nello spazio e nel tempo. Tali concetti possono essere utili, in alcuni contesti, ma in altri no, e comunque vanno riconosciuti come esteriori rispetto agli elementi che li compongono.

Riguardo ai corpi Mach afferma:

« Come relativamente più durevoli si segnalano innanzitutto complessi coordinati nello spazio e nel tempo di colori, suoni, pressioni ecc., i quali proprio perciò assumono nomi specifici e vengono indicati come corpi. Tali complessi non sono affatto persistenti in assoluto». La stessa considerazione vale per l’Io: «Come relativamente persistente ci si presenta inoltre quel complesso di ricordi, disposizioni, sentimenti, legato a un determinato corpo, che viene designato “Io”».

Se Mach, da una parte, si rifà alla tradizione positivista, dall’altra pone in crisi il positivismo tradizionale che proprio nella distinzione tra soggetto e oggetto trovava una delle sue basi (vedi Positivismo). Per Mach le distinzioni tra concetti non sono distinzioni tra realtà. Un esempio può essere chiarificatore per spiegare la convenzionalità di ogni dualismo e di ogni aggregazione di elementi:

« Nel pensiero e nel modo di parlare corrente si suole contrapporre l’apparenza alla realtà. Vediamo diritta una matita che teniamo dinanzi a noi nell’aria; se però la immergiamo obliquamente nell’acqua essa ci appare spezzata. In quest’ultimo caso diciamo: la matita sembra spezzata, ma in realtà è diritta. Ma che cosa ci autorizza a dichiarare reale un fatto rispetto all’altro e ridurre quest’altro a semplice apparenza? In entrambi i casi ci troviamo dinanzi a fatti che rappresentano appunto connessioni diverse, diversamente condizionate, degli elementi».

Ciò che diciamo reale o apparente è tale solo in rapporto al punto di vista da cui ci poniamo. Se ci poniamo dal punto di vista ottico la matita è spezzata, se ci poniamo dal punto di vista tattile essa è diritta.
Un uguale valore viene attribuito al «punto di vista» quando Mach passa in esame la differenza tra psichico e fisico (che è uno dei temi centrali del suo libro, come appare evidente già dal titolo): «Non esiste alcun abisso fra psichico e fisico, non esistono interiorità ed esteriorità, né sensazioni che corrispondano a cose esterne da sé distinte». La delimitazione tra fisico e psichico è solo di carattere «pratico e convenzionale» come tutte le altre divisioni. Si tratta sempre di elementi che vengono esaminati da prospettive diverse.

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