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Le avanguardie storiche

Le avanguardie storiche (i vari “ismi” che emergono in Europa, dal primo decennio del Novecento fino agli anni Venti), si differenziano dai movimenti tardo ottocenteschi (i simbolisti, per esempio) che si limitavano a essere momentanee aggregazioni di artisti con gusti e intenti affini, mentre le avanguardie propriamente dette elaborano poetiche, “manifesti” che pongono gli aderenti in posizione di rottura, anticipano tendenze che poi diventano comuni, spaziano anche in aree quali la filosofia, la politica, la stampa, il teatro. Gli artisti “militanti” sono impegnati a realizzare e affermare la loro poetica. I programmi e le battaglie culturali diventano perciò fenomeni da analizzare nei loro contesti, nelle loro matrici, nelle interrelazioni e nell’incidenza che hanno sulla società.

I primi a nascere sono i fauves e gli aderenti a Die Brücke (Il ponte), innovatori soprattutto dal punto di vista formale. Si accenna brevemente a vita e opere di Kirchner, l’artista più significativo della Brücke. Altri movimenti, come futuristi, espressionisti, surrealisti, dadaisti sono più poliedrici, comprendono figure di grande originalità che si esprimono in diversi settori e con tecniche figurative non solo tradizionali, perché affiancano alla pittura nuovi linguaggi (foto, cinema ecc.), sperimentano in territori finora poco toccati dagli artisti (la propaganda politica, il teatro, la stampa come mezzo di massa); per questi motivi hanno risonanza a più vasto raggio e si possono studiare sotto più angolature.
L’evento traumatico della guerra segna, se si esclude il surrealismo, la conclusione della fase creativa e propulsiva delle avanguardie storiche. Ci saranno “onde lunghe” ed epigoni, ma il conflitto creerà nuovi scenari in un mondo cambiato. In quei quattro anni ci saranno diaspore, brevi fiammate, come il dada di Zurigo, e una sequela di talenti prematuramente caduti a causa o in concomitanza delle operazioni di guerra. A parte gli autori di cui diamo cenni biografici (Boccioni, Trakl ecc.), bisogna dar conto di giovani e promettenti carriere spezzate. Tra i futuristi, l’architetto Antonio Sant’Elia, tra i pittori Franz Marc, Egon Schiele, per citare i più noti.

In questo percorso trattiamo quei movimenti che si prestano meglio a connessioni interdisciplinari: futurismo, espressionismo, dadaismo e postdadaismo; per il surrealismo si veda il percorso su Psicoanalisi, letteratura e arte.
Per il carattere stesso delle avanguardie pare più opportuno trattare ciascuna di esse nelle varie forme in cui si è espressa (arti figurative, letteratura, teatro, cinema), piuttosto che suddividere artificialmente il discorso secondo le varie materie.
Per ciascuna di esse si possono affrontare specificamente singoli autori od opere collocandoli nel loro contesto storico e culturale.

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