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Musil sulle teorie di Mach

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Sulle teorie di Mach (1908) di R. Musil

Nelle prime pagine Musil indica il motivo di interesse per Mach:

« Ma proprio questo determina il nostro interesse per Mach. Infatti egli, che certamente oggi è l’esponente del positivismo che esercita la sua influenza nelle sfere più vaste, è in pari tempo un positivista che davvero proviene dalle scienze naturali».

Musil ribadisce che Mach non è semplicemente un filosofo, ma, prima di tutto, uno scienziato. Anche la conclusione della tesi ritorna su questo punto: «Nei particolari, gli scritti di Mach, come è universalmente riconosciuto, sono pieni delle argomentazioni più brillanti e suggestioni più feconde».
Musil, quindi, si pone come compito quello di individuare delle contraddizioni interne alle teorie di Mach, facendo un’indagine sui presupposti filosofici che a esse facevano riferimento.

Una delle sezioni più interessanti della dissertazione tratta della critica, posta da Mach, nei confronti della fisica meccanica. Musil procede con cautela e prudenza, ma poi afferma:

« Oggi il punto di vista di Mach è proprio quello universalmente accettato e, sebbene forse riguardo alla fisica meccanica non sia detta con questo l’ultima parola, tutta la questione è così ricca di riferimenti che, nell’ambito del nostro tema, non possiamo prendere ulteriormente posizione nei suoi riguardi, e per il momento Mach si trova qui in un vantaggio tale che vogliamo semplicemente riconoscerglielo».

Nelle pagine precedenti Musil aveva discusso il valore della fisica meccanica secondo Mach e aveva messo in risalto come, per Mach, la fisica meccanica è un modello che può avere una sua utilità «economica» ma non rappresenta una spiegazione oggettiva della realtà.

Anche il concetto di funzione attira l’attenzione di Musil. Nel capitolo quarto viene contrapposto il concetto di causa a quello di funzione. Le rappresentazioni funzionali sono, seguendo le indicazioni di Mach, «quelle relazioni che esprimono la dipendenza reciproca quantitativa di parti determinate misurabili dei fenomeni». Mentre il rapporto di causalità esprimerebbe una relazione irreversibile tra variabili poste in una precisa successione, il rapporto funzionale afferma solo che due o più variabili appaiono connesse tra di loro e l’una è funzione dell’altra: «Il calore indotto in un gas si lascia considerare come la causa della sua elasticità, mentre ad una considerazione esatta sono ambedue variabili di una equazione statica e il mutamento dell’una variabile condiziona il mutamento dell’altra proprio come vale il reciproco». Musil sostiene che è indubbia «l’ampia validità che si deve al concetto di funzione» e nelle sue opere letterarie farà ricorso proprio ad analisi funzionali per spiegare l’azione umana che è troppo complessa per sottostare a rigidi rapporti causali. Nello stesso tempo non concorda con Mach sulla assoluta inutilità e convenzionalità del concetto di causa in natura.