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Il positivismo

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Il positivismo


Il valore della scienza

Il termine positivismo designa, in una accezione ampia, tutte quelle concezioni del 1800 che sono accomunate da un rapporto “positivo” nei confronti della scienza.
Tra il 1600 e il 1700 il termine “positivo” assume il significato di preciso, certo, reale, utile che ritroviamo nel termine positivismo.
Comte fornì le basi del positivismo con il Corso di filosofia positiva (1830-42).
Dalla metà del secolo il positivismo si diffuse in tutta Europa.

Zola, in senso generale, fu un positivista. I positivisti che più lo influenzarono furono Claude Bernard, un medico, la cui Introduction à l’étude de la médecine experimentale (1865) sarà il testo base per Il romanzo sperimentale, e Hippolyte Taine, un intellettuale che si occupava di letteratura, storia, filosofia e che Zola conobbe di persona.

Il positivismo divide le affermazioni che l’uomo fa in due categorie: scientifiche e non scientifiche. Sono scientifiche le affermazioni che si fondano sull’osservazione, formulazione di leggi e spiegazioni dei fenomeni, verifica delle leggi: «Il metodo sperimentale, in quanto metodo scientifico, poggia interamente sulla verifica sperimentale d’una ipotesi scientifica. Questa verifica può essere ottenuta sia con l’aiuto di una nuova osservazione sia con l’aiuto di un’esperienza» (Introduction à l’étude de la médecine experimentale).

La posizione positivista è antimetafisica, considerando metafisico tutto ciò che non può essere osservato e verificato.
Il positivismo afferma l’unitarietà del metodo scientifico e quindi la possibilità di assoggettare alle stesse regole ogni tipo di fenomeno. Taine dirà nel Saggio sulle favole di La Fontaine: «Si può considerare l’uomo come un animale di specie superiore che produce filosofie e poemi press’a poco come i bachi da seta fanno i loro bozzoli e le api i loro alveari». Questa affermazione bene si adatta a spiegare la poetica naturalista. Zola sarà molto influenzato da Taine.


La fiducia nel progresso

La scienza svolge un ruolo fondamentale per migliorare la società: «Scienza, donde previsione; previsione donde azione: tale è la formula semplicissima che esprime in modo esatto la relazione generale tra la scienza e l’arte, prendendo questi due termini nella loro accezione totale» (Corso di filosofia positiva). Le azioni umane, quando seguono le previsioni che è possibile compiere grazie alle scienza, raggiungono sempre gli obiettivi per cui sono state intraprese. La scienza libera dai falsi timori e permette all’uomo di raggiungere il benessere e la felicità.

Il progresso, secondo Comte, è «il risultato necessario del precedente e il motore indispensabile del seguente, secondo il luminoso assioma del grande Leibniz: il presente è gravido dell’avvenire» (Corso di filosofia positiva). Si realizza un perfezionamento incessante che segna «la preponderanza crescente delle tendenze più nobili della nostra natura» (Corso di filosofia positiva).

Nella legge dei tre stadi Comte formula la sua teoria in base alla quale l’umanità storicamente passa per tre stadi: teologico, metafisico e positivo. Nello stadio teologico i fenomeni sono spiegati facendo ricorso a potenze sovrannaturali. Nello stadio metafisico le potenze spirituali sono sostituite da principi astratti. Infine nello stadio positivo si ricercano leggi, ovvero relazioni tra fenomeni. Domina il metodo scientifico che unisce esperienza e ragione.

Questa concezione ottimistica non è condivisa né da Zola né da Verga. Entrambi esprimono giudizi fortemente negativi nei confronti della realtà a loro contemporanea. La ripresa di tematiche evoluzioniste non mette in primo piano un futuro migliore rispetto al passato. La società di Zola e di Verga è dilaniata da una lotta di tutti contro tutti in cui non vince il migliore ma il più spietato.