Specie aliene: una minaccia per la biodiversità

di Emanuela Pasi

  • Obiettivo Primario: 14 - Vita sott'acqua
  • Obiettivo Secondario: 15 - Vita sulla terra
  • Materia: Biologia, Educazione Civica

Specie aliene: una minaccia per la biodiversità

È stata talmente eclatante l'invasione di granchi blu (Callinectes sapidus) nel Mediterraneo che la notizia è arrivata persino in Corea. Infatti, i coreani sono in fermento per la possibilità di acquistare e gustare questi granchi importati dall'Italia. Nella cucina asiatica questo crostaceo è considerato una prelibatezza.
Predatore estremamente vorace, questa specie aliena è arrivata tramite trasporto navale dalle coste del continente americano e si sta ambientando perfettamente dalla Puglia fino alle spiagge venete.
Non avendo antagonisti animali può banchettare liberamente con molluschi e altri crostacei. Questo è un problema davvero rilevante per gli allevamenti di vongole della Laguna di Venezia, l’area del delta del Po emiliano-romagnolo (in particolare la Sacca di Goro), che insieme portano al 78% della produzione italiana.
Anche altri granchi stanno iniziando ad arrivare nel nostro mare: il 4 ottobre 2023, i ricercatori del CNR hanno segnalato il ritrovamento di un esemplare di granchio crocifisso (Charybdis feriata) nel mare Adriatico. Fortunatamente, sembrerebbe che per il momento le sue caratteristiche biologiche non siano adatte per un’immediata invasione degli ecosistemi italiani.

Le specie aliene invasive sono riconosciute come uno dei cinque principali fattori diretti di cambiamento del nostro pianeta, insieme al diverso utilizzo del suolo e del mare, allo sfruttamento delle risorse naturali, al cambiamento climatico e all'inquinamento.
Gli effetti combinati di questi fattori potrebbero portare una pressione negativa sulla natura e la perdita di biodiversità a livello mondiale.


L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dichiara che sul suolo nazionale sono state identificate oltre 3000 specie aliene. Tra i casi più famosi nelle varie classi di animali invasivi oramai stabili nel territorio possiamo elencare ad esempio: la nutria (Myocastor coypus), la testuggine palustre americana (Trachemys scripta), l'ibis sacro (Threskiornis aethiopicus), il persico sole (Lepomis gibbosus) e la rana toro americana (Lithobates catesbeianus).


Per quanto riguarda gli invertebrati, il controllo della zanzara tigre (Aedes albopictus) è di importanza cruciale per la salute perché è un vettore in grado di trasmettere molti agenti patogeni virali (virus della febbre gialla, febbre dengue, febbre chikungunya, virus Zika), oltre a diversi nematodi filari.
Anche un altro insetto, la vespa velutina (V.v. nigrithorax), desta preoccupazione in tutta Europa. È infatti un efficientissimo predatore di api mellifere e altri insetti impollinatori.


Ma non solo animali, anche numerose specie di piante, alghe e microrganismi devono essere ricordati tra le specie aliene invasive.


 

Cosa sono le specie aliene invasive?

Le specie introdotte in nuove regioni hanno diverse definizioni: aliene, alloctone, esotiche o introdotte. Quando una specie è presente nella sua area di origine invece è definita autoctona o nativa o indigena.
L'introduzione di una specie alloctona avviene tramite trasporto o spostamento dentro un nuovo habitat, dove può stabilirsi e diffondersi.


I fattori principali di inserimento sono legati alle attività economiche, tra cui il commercio internazionale legale o illegale. Inoltre, gli ecosistemi che subiscono costanti cambiamenti diventano sempre più vulnerabili alle specie esotiche.
Molte di queste specie sono state introdotte intenzionalmente dall'attività umana per i loro possibili benefici senza considerare i loro impatti negativi. Ci sono state anche molte introduzioni non intenzionali, come quelle che contaminano merci trasportate oppure addirittura insieme al grano inviato come aiuto umanitario in Paesi in emergenza.


Queste specie diventano invasive quanto il loro insediamento e diffusione crea impatti negativi sulla biodiversità, sugli ecosistemi e specie locali. Molte specie aliene invasive hanno un impatto sulla qualità della vita (salute, sociale ed economica) degli esseri umani, andando a danneggiare la biodiversità, intaccare diversi servizi ecosistemici.

BIODIVERSITÀ e SERVIZI ECOSISTEMICI

La biodiversità è la varietà di un ecosistema e quindi delle funzioni di interconnessione delle sue parti. Più è grande la diversità di un sistema, maggiore è la sua adattabilità alle variazioni e di conseguenza minore la fragilità e vulnerabilità, a beneficio di tutti gli organismi, tra cui l'uomo.
Le componenti dell’ecosistema, i processi e le funzioni costituiscono i cosiddetti servizi ecosistemici. Ad esempio le riserve idriche e la presenza di piante e animali portano cibo e acqua all'uomo. Oppure la capacità degli ecosistemi di assorbire composti chimici dall’atmosfera ha una funzione di regolazione della qualità dell’aria.

Chi sta provando a sorvegliare le specie aliene?

Per monitorare lo stato della biodiversità, nel 2012 è nata una piattaforma intergovernativa, sotto il controllo dell'ONU chiamata l'IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services). Il principale scopo di questa struttura è di creare un’interfaccia tra scienza e politica per la conservazione della biodiversità, il benessere umano a lungo termine e lo sviluppo sostenibile. A oggi i paesi membri sono 144 e l'Italia ne è entrata a far parte dal gennaio 2020.


IPBES sta lavorando in modo coordinato all'IPCC (International Panel on Climate Change), perché la perdita di biodiversità è strettamente collegata al cambiamento climatico. I rapporti di questi enti forniscono dati fondamentali per l'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, detti anche Agenda 2030.


L’assemblea plenaria dell’IPBES del 2019 ha approvato il "Rapporto globale sullo stato della biodiversità e dei servizi ecosistemici". Questo documento registra la drammatica diminuzione della biodiversità osservata negli ultimi cinquant'anni, evidenziando il suo ruolo cruciale nel contribuire alla qualità di vita delle persone in tutto il mondo. Attualmente, il rapporto costituisce la più completa valutazione globale dello stato della biodiversità e dei servizi ecosistemici.


In seguito IPBES ha deciso di concentrarsi particolarmente sul monitoraggio delle specie alloctone e dopo quattro anni di lavori, il 4 settembre 2023, ha rilasciato un rapporto intitolato "Sintesi per i responsabili politici della valutazione tematica delle specie aliene invasive e del loro controllo".


 

Cosa dice il rapporto 2023 dell'IPBES sulle specie aliene invasive e il loro controllo?

Il rapporto vuole essere uno strumento per il supporto alle decisioni dei governanti mondiali nella gestione di questa problematica.


SITUAZIONE ATTUALE


Fin dall'inizio questo documento si mostra molto assertivo dicendo che le specie aliene sono un grave pericolo per la natura e per la qualità della vita e che i governi a livello mondiale sono stati carenti nella gestione delle invasioni biologiche. L'83% dei Paesi non ha una legislazione o una normativa nazionale specificamente rivolta alla prevenzione e al controllo delle specie alloctone invasive.


Questo resoconto espone chiaramente che tutte le regioni del Pianeta sono toccate da questa minaccia. Sono segnalate più di 37.000 specie aliene consolidate e attualmente si registrano nuove specie alloctone a un ritmo senza precedenti di circa 200 all'anno. Di queste, 3.500 sono classificate come specie invasive.


Le specie aliene invasive hanno contribuito, da sole o insieme ad altri fattori, al 60% delle estinzioni globali registrate. Le comunità biologiche di tutto il mondo diventano sempre più simili con conseguenze sulla struttura e sul funzionamento degli ecosistemi. Ad esempio è stato documentato che la specie del ratto nero (Rattus rattus) sia l'unica causa di estinzione globale di ratti del riso (Nesoryzomys darwini e Nesoryzomys indefessus) endemici delle aree protette delle isole Galapagos.


Nel 2019, i costi annuali globali delle invasioni biologiche sono stati stimati in oltre 423 miliardi di dollari. La stragrande maggioranza dei costi globali (92%) deriva dall'impatto negativo diretto sui servizi ecosistemici, mentre il restante l'8% di questa somma è legato alle spese di gestione delle invasioni biologiche. I benefici per l'uomo che alcune specie esotiche invasive apportano non limitano o annullano i loro impatti negativi, che includono danni alla salute umana (ad esempio, causando malattie, allergie e lesioni fisiche), ai mezzi di sussistenza, alla sicurezza idrica e alla sicurezza alimentare, con la riduzione dell'approvvigionamento alimentare che è di gran lunga l'impatto più frequentemente riportato (oltre il 66%).
Ad esempio, alcune piante invasive, come la mesquite (Prosopis juliflora) e l'ambrosia comune (Ambrosia artemisiifolia), producono pollini altamente allergenici.

ambrosia

Figura 1. Un campo di ambrosia comune

Le persone che hanno una maggiore dipendenza diretta dalla natura, comprese le popolazioni indigene e le comunità locali, le minoranze etniche, i migranti, le comunità povere rurali e urbane sono colpite in modo particolare dalle problematiche legate alle specie invasive (malattie trasmesse da vettori, autonomia, diritti e identità culturale, perdita dei mezzi di sussistenza e conoscenze tradizionali).


STIME FUTURE


Anche senza l'introduzione di nuove specie, le popolazioni di specie esotiche già affermate, se ne hanno l'opportunità, possono continuare a espandersi in tutti gli ecosistemi. Per alcune specie aliene invasive, la diffusione è immediata, ma altre iniziano a diffondersi solo molto tempo dopo la prima introduzione, il che significa che le minacce attualmente osservate di specie esotiche invasive possono portare a sottostimare l'entità dell'impatto futuro.


Il numero di specie aliene è in continuo aumento da secoli in tutte le regioni e i costi economici globali di queste specie sono quadruplicati ogni decennio dal 1970.


L'entità della futura minaccia rappresentata dalle specie alloctone invasive è difficile da prevedere a causa delle complesse interazioni tra i motori diretti e indiretti dei cambiamenti naturali.


GESTIONE EFFICACE


Arginare il crescente numero di specie aliene invasive e ridurre la loro diffusione e il loro impatto è possibile attraverso azioni di gestione sia a breve che a lungo termine. Esistono approcci per contrastarle per tutte le fasi dell'invasione biologica. Abbiamo a disposizione molte fonti di letteratura e informazioni accessibili, nuovi strumenti e tecnologie (biotecnologie, bioinformatica, telerilevamento e analisi dei dati). La prevenzione e la prontezza di intervento sono le opzioni più efficaci anche dal punto di vista dei costi, ma anche l'individuazione precoce, l'eradicazione, il contenimento e il controllo sono efficaci in contesti specifici.


La prevenzione può essere realizzata attraverso la gestione dei percorsi e controlli rigorosi sulle importazioni a livello delle frontiere. La prevenzione è particolarmente critica nei sistemi marini e nelle acque collegate, dove la maggior parte dei tentativi di eradicazione o contenimento delle specie esotiche invasive è fallita.


L'eradicazione ha avuto successo soprattutto per le popolazioni piccole e a lenta diffusione di specie esotiche invasive, in particolare negli ecosistemi isolati.


GOVERNANCE INTEGRATA


Gli obiettivi ambiziosi nella gestione delle invasioni biologiche possono essere raggiunti con una governance integrata: azioni strategiche ben finanziate, coordinate e sostenute da tutti i Paesi.


Il coinvolgimento e la collaborazione con le parti interessate, le popolazioni indigene e le comunità locali, compreso il settore privato, è importante per l'accettabilità sociale. Infatti, a volte esistono percezioni contrastanti sulla pericolosità delle specie aliene invasive e sull'etica delle opzioni di gestione. Generare consapevolezza e coinvolgimento della popolazione è fondamentale per la prevenzione e il controllo di queste specie invasive.


Grazie alla tempestiva condivisione di dati aggiornati su sistemi informatici aperti si potrà supportare un'efficace collaborazione tra gli esperti di diverse parti del mondo e ottenere un'individuazione precoce e una risposta rapida.


Con risorse sufficienti, volontà politica e impegno a lungo termine, la prevenzione e il controllo delle specie aliene invasive sono obiettivi raggiungibili che produrranno benefici significativi a lungo termine per le persone e la natura.


 

Proposta di attività

Quante e quali sono le specie aliene in Italia?
Scegline una e racconta come è arrivata in Italia, in che luoghi si trova e quali danni sta causando a livello naturale e socioeconomico.

Sapresti riconoscerne la morfologia e le caratteristiche biologiche?
Non solo enti governativi ma anche associazioni di privati si occupano di monitorare le specie. Un esempio virtuoso è l'associazione StopVelutina, che è nata con lo scopo di sviluppare strategie per il controllo della vespa esotica.

Chi si occupa di monitorare la specie scelta?


 

Sitografia