COP: perché le conferenze sul clima sono complicate ma fondamentali

di Chiara Anzolini
  • Obiettivo Primario: 13 - Lotta contro il cambiamento climatico

COP: perché le conferenze sul clima sono complicate ma fondamentali

Dal 30 novembre al 12 dicembre si è svolta la COP28, ovvero la ventottesima Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Tutte le edizioni fanno gran parlare di sé, ma quella di quest’anno è stata particolarmente discussa perché si è svolta in un Paese tra i maggiori produttori di petrolio al mondo, gli Emirati Arabi Uniti, ed è stata presieduta dal capo della sua azienda petrolifera nazionale. Più la crisi climatica si accentua, più le COP sembrano inadeguate a fornire risposte concrete, eppure non ci sono molte alternative. Vediamo perché e come funzionano.

Il nome COP sta per “Conferenza delle Parti”, e le Parti sono i 198 Paesi che hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, più comunemente indicata con l’acronimo in inglese UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), un’istituzione nata nel 1992 per contrastare a livello globale il cambiamento climatico. La Conferenza delle Parti è l’organo decisionale supremo dell’UNFCCC e, a partire dalla prima edizione a Berlino del 1995 (COP1) si è svolta ogni anno, con l’eccezione del 2020. Tra le edizioni considerate più riuscite ci sono la COP3 del 1997 e la COP21 del 2015.

Queste due edizioni sono considerate le più riuscite perché hanno prodotto i due più importanti accordi internazionali sul clima: il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi. È normale, però, che non tutte le COP riescano a portare ad accordi così rilevanti, perché per arrivare a una larga intesa è necessario un intenso lavoro di trattative preliminari che si svolgono nel corso di diverse COP e di vari incontri intermedi con meno partecipanti e di carattere tecnico. Per fare il Protocollo di Kyoto ci vollero di fatto tre COP, mentre per l’Accordo di Parigi ne servirono addirittura nove.

I principali protagonisti delle COP sono le delegazioni dei governi dei Paesi del mondo, di cui fanno parte politici e loro consulenti esperti di vari temi. A questi si aggiungono i rappresentanti del segretariato dell’UNFCCC, vari tipi di osservatori, e i giornalisti. Queste tre tipologie di partecipanti possono accedere alla cosiddetta Zona Blu, gestita dall’UNFCCC, in cui si prendono le grandi decisioni internazionali. La Zona Verde, invece, è gestita dalla presidenza della COP ed è dedicata agli accademici, alle società private, alla società civile, agli attivisti per il clima e agli artisti.

La struttura delle COP è più complicata di quanto ci si potrebbe aspettare: ciascuna giornata di conferenza si apre e si chiude con una sessione plenaria, aperta a tutti i partecipanti. Poi ci sono i gruppi di contatto, aperti solo ai rappresentanti governativi e agli osservatori, nei quali si stabiliscono modalità e tempistiche dei negoziati. Le vere e proprie trattative si svolgono invece nelle consultazioni informali e in quelle informali-informali: si tratta di incontri altamente riservati che permettono di risolvere le situazioni più controverse lontano da occhi e orecchie indiscreti.

Data la loro complessità, le COP faticano a rispondere efficacemente alla crisi climatica, e negli ultimi anni sono state aspramente criticate per non essere riuscite a raggiungere accordi significativi. Tuttavia, gli addetti ai lavori sono concordi nell’affermare che al momento non ci sia un’alternativa valida al sistema delle COP. In una società complessa come la nostra, la diplomazia scientifica rappresenta l’unico strumento in grado di far sedere allo stesso tavolo rappresentanti dei Paesi ricchi e dei Paesi poveri, obbligandoli a cooperare per un futuro più sano e sostenibile per tutti.

 

Attività da proporre alla classe

Dopo aver letto l’articolo e approfondito con l’insegnante il funzionamento delle COP e il significato di alcuni concetti come UNFCCC, diplomazia scientifica e cambiamento climatico, la classe si cimenterà nella simulazione semplificata di una COP, utilizzando la metafora della vasca da bagno. La vasca da bagno rappresenta l’atmosfera terrestre, i rubinetti rappresentano le emissioni di gas serra da parte dei diversi Paesi e lo scarico rappresenta la quantità di carbonio che la Terra può riassorbire naturalmente. Nell’attività sono presenti diversi rubinetti, ciascuno dei quali contribuisce con una diversa quantità d’acqua al riempimento della vasca. La Conferenza dei Rubinetti è stata convocata per discutere dell’acqua alta nella vasca e dei contributi delle varie parti, per cercare di mettersi d’accordo sulle azioni da intraprendere in futuro. Dopo aver completato l’attività, gli studenti dovranno discutere della metafora e stabilire collegamenti tra la conferenza simulata e la Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite.

  1. Dividere la classe in 6 gruppi da circa 3-4 persone.

  2. Spiegare che ciascun gruppo rappresenta un diverso rubinetto che riempie la stessa vasca da bagno: ciascun rubinetto contribuisce con un diverso quantitativo d’acqua. È stata convocata una conferenza per discutere il contributo di ciascun rubinetto alla vasca.

  3. A ciascun gruppo viene assegnata casualmente la grafica di un rubinetto (in totale ce ne sono 6). La grafica spiega di che rubinetto si tratta, il suo contributo alla vasca e il suo obiettivo. Ciascun gruppo ha circa 5-10 minuti per esaminare il proprio obiettivo e formulare un’argomentazione, in linea con esso, da portare alla Conferenza dei Rubinetti.

  4. Dopo che i gruppi hanno discusso, dare avvio alla conferenza dichiarando: “La Conferenza dei Rubinetti è stata convocata per discutere i contributi idrici alla vasca da bagno, siamo qui per raggiungere un accordo sui contributi futuri. Chi vorrebbe iniziare la discussione?”

  5. Se nessuno si offre volontario, invitare un gruppo a cominciare (preferibilmente i rubinetti rosso, giallo o arancione). Lasciare che gli studenti conversino e che la discussione si svolga liberamente. Quando tutti hanno condiviso la loro posizione, l’insegnante può moderare una discussione (almeno 10-15 minuti) per aiutare i gruppi a raggiungere un accordo, servendosi della chiave grafica per chiedere ai gruppi di rubinetti opposti di esprimere i loro pensieri l’uno sull’altro. Il raggiungimento di un accordo non è obbligatorio.


Dopo la discussione far ragionare gli studenti ponendo le seguenti domande:

  • Quanto è stato facile raggiungere un accordo con le altre parti?

  • Cosa rende difficile mantenere il vostro obiettivo dopo aver ascoltato gli altri gruppi?

  • Come vi siete sentiti riguardo al fatto che il vostro contributo alla vasca da bagno fosse alto/medio/basso e alla responsabilità che ne derivava?

  • In che modo le ideologie dei rubinetti con contributi più alti differivano da quelle dei rubinetti con contributi più bassi?

  • Come si può applicare questo alla COP?


 

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Conferenza dei rubinetti

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