Gli abissi del tempo

di Pierdomenico Memeo

  • Materie coinvolte: Fisica

“Qui sulla Terra abbiamo appena iniziato a renderci contodel grande oceano di spazio e di tempo dal quale siamo emersi.”
Carl Sagan, Cosmos (1980)


Gli abissi del tempo

“Il calendario cosmico inizia alla mezzanotte del primo gennaio, con la nascita del nostro Universo: contiene tutto quello che è successo, da allora fino a oggi, che in questo calendario corrisponde alla mezzanotte del 31 dicembre. A questa scala, ogni mese rappresenta poco più di miliardo di anni; ogni giorno, rappresenta circa 40 milioni di anni; ogni ora, un milione e mezzo di anni; ogni secondo, poco meno di 450 anni della nostra storia.”

 
L’aspetto forse più difficile da comprendere quando parliamo di eventi che riguardano la storia dell’Universo, è la loro reale scala temporale. Sappiamo che il Big Bang, l’incommensurabile evento primordiale che ha dato origine all’Universo come lo conosciamo, è avvenuto circa 13,8 miliardi di anni fa; la formazione della Terra, circa 4,5 miliardi di anni fa; i primi organismi pluricellulari si sono originati 800 milioni di anni fa; la specie Homo sapiens si è evoluta in Africa appena 300.000 anni fa; il primo sbarco sulla Luna, solo 55 anni fa.

Ma questi numeri, per quanto corretti, non riescono a dare l’idea della reale distanza temporale che li separa: la nostra capacità cognitiva fatica a orientarsi tra ordini di grandezza così diversi (miliardi, milioni, migliaia), e il risultato è che spesso ci troviamo confusi rispetto alla corretta collocazione temporale degli eventi e alla durata degli stessi.

È la questione del “tempo profondo”, come venne definito già nel 18° secolo dal geologo James Hutton. Nelle parole del matematico John Playfair, amico e collega di Hutton: “La mente sembra provare una specie di vertigine a scrutare così in profondità negli abissi del tempo.”

Il problema del tempo profondo, e la fatica nel comprendere processi la cui scala temporale è così diversa da quella a cui siamo abituati nella vita di tutti i giorni, è alla base della difficoltà, e a volte del rifiuto, di molte persone nell’accettare l’esistenza di fenomeni i cui effetti si misurano in migliaia, milioni, o miliardi di anni, come l’espansione dell’universo, il movimento delle placche tettoniche, l’evoluzione biologica tramite la selezione, o i mutamenti climatici. Risulta quindi necessario un modo per riportare questi eventi a scale temporali più comprensibili.

 

Un calendario per l’universo