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M. Proust: Alla ricerca del tempo perduto (1913-1927)


La Recherche è un lungo viaggio nella memoria, una quiete che vuole recuperare il tempo perduto dell’infanzia e della giovinezza. Il significato di “perdere” è almeno duplice. Vi è la perdita dovuta al tempo che scorre e vi è la perdita dovuta allo spreco di ciò che si aveva. Il recupero che il romanzo propone del tempo, rimanda al passato che riemerge (come nel famoso episodio delle madeleines) e al nuovo senso che viene dato a una vita attraverso la scrittura in cui la memoria si concretizza.

Il testo si snoda in sette volumi, ciascuno dei quali diviso in parti e capitoli.
G. Genette ha individuato undici grandi sequenze narrative che occupano la Recherche. La prima si apre con la rievocazione dell’infanzia a Combray; seguono varie fasi temporali e diverse ambientazioni. La decima sequenza corrisponde al periodo della guerra. Dopo un salto temporale di parecchi anni (soggiorno in casa di cura) e spaziale (ritorno a Parigi) racconta alcune settimane del 1914 e del 1916. Corrisponde alla parte centrale del volume VII: Il tempo ritrovato.


Il mondo prima della guerra

La Recherche copre un arco temporale che va dagli ultimi trent’anni dell’Ottocento ai primi trent’anni del Novecento. La guerra rappresenta una forte cesura tra ciò che esisteva prima e ciò che esisterà dopo.

La prima rievocazione della memoria porta a Combray: «A lungo mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: “Mi addormento”. E, mezz’ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava» (volume I). In quelle notti la memoria tornava indietro e Combray era il luogo dell’infanzia. Da qui hanno inizio i due coté, cioè le due parti in cui si divide la Recherche e la vita di Marcel. Una parte è quella che ha come centro Swann, i suoi amori e la sua cultura. L’altra parte è quella dei Guermantes, che rappresentano la più alta aristocrazia. I due coté sono simbolizzati dalle due strade che Marcel bambino seguiva nelle sue passeggiate e che portavano o verso i possedimenti di Swann o verso il castello dei Guermantes.

I Guermantes incarnano il mito di un mondo che sta scomparendo. La loro descrizione fisica ce li mostra come divinità: capelli biondi, occhi verde-celesti, carnagione rosea, naso arcuato. L’espressione della più grande ammirazione è per la duchessa di Guermantes, Oriane. Essa è l’anima del faubourg Saint Germain, del quartiere più aristocratico di Parigi, dove vige la regola della somma eleganza. I Guermantes e i loro ospiti sono una élite ristrettissima in cui si entra per nascita o per una concessione che è sempre rarissima (come sperimenterà il protagonista Marcel): «Pranzare dai Guermantes era come intraprendere un viaggio lungamente desiderato, trasferire un desiderio dalla mia testa al mio campo visivo, fare conoscenza con un sogno» (volume II).

Se la luce e l’eleganza è rappresentata dai Guermantes, la peggiore volgarità è rappresentata da Madame Verdurin e dal suo salotto: «Madame Verdurin era seduta su un seggiolone svedese di abete lucidato, che le era stato regalato da un violinista e che lei conservava…perché ci teneva a lasciare in evidenza i regali che i fedeli usavano farle di tanto in tanto…». E ancora: «E così, stordita dall’allegria dei fedeli, ebbra di amichevolezza, di maldicenza e di assenso, Madame Verdurin, appollaiata sul suo trespolo, simile ad un eccello il cui ciuffo sia stato immerso nel vino caldo, singhiozzava d’amabilità».
Tra il salotto di Madame Verdurin e il salotto della duchessa di Guermantes vi è la stessa differenza che c’è tra il giorno e la notte. Essi rappresentano due poli contrapposti.


Il mondo dopo la guerra


Ancor prima dello scoppio della guerra vi sono segnali che rivelano come il mondo dell’aristocrazia e quello della borghesia in ascesa si stiano mescolando. Si pensi al matrimonio tra Robert de Saint Loup (un Guermantes) e Gilberte Swann (figlia di Swann e Odette). La guerra accelera questi processi di trasformazione e di degradazione. Quando Marcel torna a Parigi dopo un lungo periodo trascorso in casa di cura, siamo nel 1914 e ritrova Jupien e il barone di Charlus. Jupien ha aperto una casa per incontri sessuali tra uomini. La decadenza della più alta nobiltà non potrebbe essere sottolineata con più forza. In una Parigi distrutta dai tedeschi tutto crolla. Proust progetta una serie di colpi di scena che mostrano nuove unioni ritenute impossibili fino a poco tempo prima: la nipote di Jupien (un’artigiana) sposa un Cambremer, nobile di campagna, Odette (che era stata una prostituta) diventa l’amante del duca di Guermantes, Madame Verdurin sposa il principe di Guermantes. La figura che raccoglie e sintetizza in sé tutti i fili narrativi che si erano contrapposti nel corso della Recherche è Mademoiselle de Saint Loup, figlia di Gilberte Swann e Robert de Saint Loup. In essa ritroviamo la parte di Swann e quella di Guermantes.

La rovina non colpisce solo le persone ma anche le cose. La guerra distrugge la chiesa di Combray. La battaglia di Meseglise (vicino a Combray) porta alla morte di seicentomila tedeschi. Il campo di grano diventa la quota 307 di cui parlano i comunicati di guerra. Ecco come è ridotta Parigi e come vi si muove Marcel, sperduto e impaurito:

« In un attimo le strade diventarono completamente buie. Solo a tratti un aereo nemico che volava abbastanza basso illuminava il punto dove voleva gettare una bomba. Non ritrovavo più la strada … Alla fine le fiamme di un incendio mi fecero luce e potei ritrovare la strada mentre crepitavano ininterrotti i colpi di cannone» (volume IV).