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L’espressionismo in poesia: Georg Trakl

Il poeta austriaco (Salisburgo 1887-Cracovia 1914) ha una biografia caratterizzata da elementi torbidi e disperati (fallimento degli studi, amori disordinati, il tentato suicidio appena chiamato alle armi, abuso di droghe e l’ultima overdose di cocaina che gli è fatale). Sembra una figura sintomatica della stagione espressionista e alcuni versi scritti al fronte nei suoi ultimi giorni si pongono, anche per il loro intenso colorismo, sulla stessa lunghezza d’onda dei pittori con cui ha in comune la sensibilità espressionista.
Il titolo è il nome di una battaglia di cui è testimone partecipe, Grodek.

A sera suonano di armi mortali / i boschi d’autunno, le pianure d’oro / e i laghi azzurri, al di sopra dei quali il sole / precipita tenebroso; la notte circonda / guerrieri moribondi, il lamento bestiale / delle loro bocche spezzate. / Ma silenziosa si raccoglie sui salici / una nuvola rossa, dove abita un dio furibondo: il sangue sparso, freschezza di luna; / le strade conducono tutte a una nera putredine…


Il cinema espressionista tedesco

All’inizio degli anni Venti in Germania desta grande risonanza l’uscita di Il gabinetto del dottor Caligari, di Robert Wiene, che ripropone in scenografie distorte e irreali i caratteri della pittura e del teatro espressionisti per raccontare una storia di follia e di morte: il direttore di una clinica si serve di un vecchio paziente suggestionandolo per commettere delitti; viene smascherato, ma forse tutta la vicenda è solo l’incubo di una mente malata. Case e strade hanno forme sghembe e oblique; luci e ombre hanno un eccezionale risalto, linee spezzate, angoli acuti e forme triangolari esprimono la tensione e la violenza. La deformazione delle immagini, che trascura la verosimiglianza e viola le leggi della prospettiva, è il tentativo di andare oltre la superficie della realtà, di coglierne il senso segreto.

L’incubo, il propagarsi del male sono affrontati anche in Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhem Murnau (1922), girato per lo più in esterni (al contrario degli altri film espressionisti realizzati in studio). Le case a punta della città portuale, il castello medievale, il chiaro di luna sulla spiaggia comunicano inquietudine e svolgono una funzione simbolica, così come iene, topi, bare, piante carnivore rimandano all’incombere della morte. Usando la pellicola in negativo, Murnau trasforma i boschi della Transilvania in un bianco intrico spettrale contro un cielo nero; modificando il processo di sviluppo, trasfigura la nave su cui viaggia il vampiro in un fantasma che scivola su acque fosforescenti.

Altri film emblematici del movimento sono Metropolis (1927) e M, il mostro di Dusseldorf (1931) entrambi di Fritz Lang, in cui si rappresenta la follia e l’alienazione delle masse e dell’individuo.

Die Brücke: il movimento che precorre l’espressionismo

L’espressionismo nelle arti figurative

Il teatro