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L’ultima fase della resistenza e la liberazione

La diffusione dell’avversione al nazifascismo culmina con gli scioperi operai dell’inverno 1943-44 e del marzo 1944, che bloccano la produzione nel triangolo industriale.
Nell’estate del ’44 l’avanzata degli Alleati portò alla liberazione di Roma e Firenze. Si costituì il CLNAI e nacquero le repubbliche partigiane della Val d’Ossola, delle Langhe, dell’Oltrepò pavese ecc.

Un momento particolarmente duro per la resistenza fu l’inverno del ’44-45. Gli Alleati si erano attestati sulla linea gotica e il proclama Alexander suggeriva alle bande partigiane di sospendere momentaneamente le azioni di guerra, senza tener conto delle esigenze di conduzione della guerriglia in un paese invaso dalle forze di occupazione.
Nel dicembre del ’44 gli Alleati riconobbero ufficialmente l’autorità del CLNAI e delle forze partigiane, trasformate in Corpo dei volontari della libertà, sottoposto al comando militare del generale Cadorna, affiancato da L. Longo del Partito comunista e F. Parri del Partito d’Azione.

Nella primavera del ’45 le truppe alleate sfondarono la linea gotica; l’esercito partigiano costituito da 200.000 uomini scatenò il 25 aprile l’insurrezione nazionale, liberando le principali città del nord prima dell’arrivo degli Alleati. Mussolini fu arrestato mentre tentava la fuga in Svizzera, giustiziato il 28 aprile e il cadavere esposto in piazzale Loreto, a Milano.


Il clima dell’immediato dopoguerra

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, l’Italia si trovava in condizioni assai gravi. Sul piano morale e politico era necessario, dopo il crollo del fascismo, dare nuovi ordinamenti democratici e istituzionali, avviando una vera e propria rinascita nazionale; sul piano economico la situazione era disastrosa: vie di comunicazione danneggiate, città devastate dai bombardamenti, produzione industriale dimezzata rispetto all’anteguerra, impianti arretrati, disoccupazione, miseria e fame, soprattutto nel Mezzogiorno, inflazione.
La ricostruzione si avviò in un clima di collaborazione delle forze politiche che avevano combattuto il fascismo.

La ricostruzione economica venne sostenuta attraverso il Piano Marshall, varato dagli USA nel 1947, con lo scopo di favorire la ripresa dei paesi europei devastati e impoveriti dalla guerra sul piano economico, e la loro integrazione nel blocco occidentale egemonizzato dagli USA, sul piano politico. Vennero concessi fondi a interessi zero o bassissimi per finanziare l’acquisto di macchinari, attrezzature, materie prime dagli USA o da altri paesi. L’Italia ricevette oltre 1,5 miliardi di dollari.


La rinascita della democrazia: il referendum istituzionale e la Costituente

Fin dall’8 settembre 1943 i partiti avevano ripreso a essere protagonisti della scena politica. I maggiori partiti di massa, per estensione della rete organizzativa e per numero di iscritti, erano il PSIUP, il PCI (principale protagonista della lotta clandestina contro il nazifascismo) e la DC. Togliatti, segretario del PCI, propose un programma di “democrazia progressiva”, come graduale avanzamento sulla strada del socialismo. Punti fondamentali del programma erano: nazionalizzazione dei settori strategici dell’industria, riforma agraria, riequilibrio fiscale a favore dei meno abbienti, i consigli di gestione operai nelle fabbriche. Era la “via italiana al socialismo”.

La DC, capeggiata da De Gasperi, aspirava a rappresentare le masse cattoliche, proponendo un programma basato sulla dottrina sociale del cattolicesimo, ispirato a principi solidaristici e interclassisti per raggiungere l’equità fra le classi attraverso un moderato riformismo.

Il 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale gli italiani scelsero la repubblica (12.700.000 voti contro 10.700.000 per la monarchia) ed elessero l’Assemblea costituente con il compito di formulare la Costituzione italiana, ispirata ai valori cristiani, liberali e marxisti su cui si fondavano le principali forze rappresentate nella Costituente.

• La resistenza nell’Italia invasa e divisa - Le donne nella resistenza

• Dai governi delle forze antifasciste alle elezioni del 1948