La norma non c'è più
L'italiano in pericolo
Travajé o fatighé?
Politici e giornalisti
Maestra TV
Che gonzo quel metallaro
Le parole
Che gonzo quel metallaro!
<< 1 | 2 | 3 >>

Talvolta prevale il cinismo, come nel caso di semifreddi o fossili (perché vicini alla morte) per indicare genitori e anziani, mentre frequentissimo è l’impiego di metafore informatiche; si parla così, ad esempio, di hardware per indicare l’«aspetto fisico» e di bit per significare «un attimo». Molte parole riguardano ovviamente la droga, come flebo, termine medico per indicare l’iniezione di eroina, overdose («dose letale di droga»), sniffo («dose di cocaina»), sballo («periodo in cui si è sotto l’effetto della droga»). E per procurarsela sono necessari molti sacchi («biglietti da mille lire») di grano o grana («denaro»).

Talvolta, soprattutto nel Sud dove è più diffuso, il linguaggio giovanile fa ricorso al dialetto, più spesso a una lingua straniera. Fuori di testa per dire «matto», ad esempio, ricalca l’inglese out of mind, ed è una locuzione diventata di uso corrente. In genere, però, non si nota una grande originalità, perché i modelli sono i fumetti, la pubblicità e i mass media: da qui, tra l’altro, un uso estensivo di zapping, il frenetico cambiamento di canale con il telecomando, e l’impiego del suffisso –ao diffusosi dopo il successo del cacao meravigliao, il nonsense creato nella trasmissione «Indietro tutta» di Renzo Arbore.

Oltre a crearle, i giovani diffondono parole gergali, come il romanesco paraculo (chi sa volgere un’occasione a proprio vantaggio) o cuccare che, presente in vari dialetti, da «rubare» passa a significare «conquistare una ragazza». Inoltre, il linguaggio giovanile sfrutta certe tendenze dell’italiano contemporaneo, come si vede ad esempio nella formazione di parole in –oso. Si tratta di una terminazione di origine latina, molto vitale, che negli ultimi anni ha arricchito la nostra lingua con sciccoso («elegante»), malavitoso («che riguarda la malavita»), e con i termini giovanili galloso («stupendo»), sballoso («che dà lo sballo»), palloso («noioso»). Lo stesso si può dire di –aro, suffisso romanesco che in palazzinaro («speculatore edilizio») ha un’evidente connotazione negativa. I giovani invece coniano parole senza sfumature particolari come paninaro, metallaro, fricchettaro («stravagante»), casinaro («disordinato»).

Per concludere, il linguaggio giovanile tende ad arricchire l’italiano, favorendo tendenze che sono insite nella lingua e contribuendo ad abbassare lo standard con l’inclusione di forme che prima non ne facevano parte.

 
 
<< 1 | 2 | 3 >>