Vello d’oro
(gr. chrusûn/pánchruson déros, lat. aureum vellus)

Vello del mitico ariete su cui Frisso volò dalla Beozia alla Colchide, oggetto simbolo di regalità e di potere, obiettivo della ricerca condotta da Giasone e dagli Argonauti su imposizione di Pelia. Quando Atamante, re di Orcòmeno e già sposo di Nèfele, si unì in seconde nozze a Ino, figlia di Cadmo, i due nati dal primo matrimonio (Elle e Frisso) vennero in odio alla matrigna, che temeva di vederli preferiti ai propri figli (Learco e Melicèrte secondo la versione più diffusa). Allora Ino tramò ai loro danni, convincendo i concittadini che solo il sacrificio di Elle e Frisso avrebbe posto fine a una misteriosa carestia che si era nel frattempo abbattuta su Orcomeno. Ma Nefele (secondo altre fonti, lo stesso Zeus) intervenne per salvare i due ragazzi, inviando in loro aiuto un magico ariete alato che aveva ricevuto da Ermes e che li trasportò in volo sino alla lontana Colchide (secondo alcune fonti secondarie, l’ariete sarebbe stato figlio di Poseidone). Durante il viaggio, Elle precipitò nel tratto di mare fra il Sigèo e il Chersoneso che da lei prese nome («Ellesponto», ossia «Mare di Elle»). Suo fratello Frisso, giunto a destinazione e accolto dal re di Ea Eeta, di cui ebbe in moglie la figlia Calcìope, sacrificò a Zeus (o ad Ares o a un dio locale di nome Lafistio, secondo altre fonti) l’ariete che lo aveva condotto in salvo e ne pose il prezioso vello d’oro sotto la custodia di un terribile drago, all’interno di un bosco sacro ad Ares. Tale sacrificio era variamente spiegato dalla tradizione mitografica: un gesto decretato da Ermes, ovvero da Nefele, o addirittura richiesto dallo stesso ariete (Apollonio Rodio, Argonautiche II 1146 s. e IV 119-121).

Quando Pelia, re illegittimo di Iolco, tentò di liberarsi del rivale Giasone imponendogli un’impresa apparentemente irrealizzabile, la scelta cadde proprio sul recupero del vello d’oro: ebbe allora inizio la spedizione degli Argonauti, sulla nave costruita peraltro dal figlio di Frisso e Calciope, Argo. La realizzazione del progetto fu possibile soltanto grazia all’aiuto di Medea, figlia di Eeta. Dopo che il vello d’oro fu consegnato, secondo i patti, a Pelia, Medea stessa aiutò Giasone a procurare la morte del re suo rivale.

[Federico Condello]