Ermes
(gr. Hérmes, lat. Hermes = Mercurius)

Caratteristiche e genealogia
Figlio di Zeus e di Maia, che lo partorì in una caverna del monte Cillene (di qui l’epiclèsi assai frequente di «Cillenio»). Dio messaggero, ma anche dio della pastorizia e del commercio, psicopompo (è lui che accompagna all’Ade le anime dei defunti), patrono dei viaggiatori e finanche dei ladri, simbolo di quella particolare astuzia pratica che i Greci definivano mêtis.

Ermes bambino
Sotto il segno della mêtis e dell’espediente – che fanno di Ermes un tipico trickster (un dio ‘briccone’, tipologia nota agli antropologi e agli storici delle religioni) – sono poste tutte le imprese del giovanissimo dio. Appena nato, egli inventa la lira svuotando il guscio di una tartaruga trovata presso la grotta del monte Cillene (anche se lo strumento a corde, definito in Omero phórminx o kítharis e talvolta identificato con la «lira» di Ermes, va probabilmente distinto da quella che i Greci, in età successiva, chiamarono lyra o, in omaggio all’invenzione del dio, chélys ossia «tartaruga»). Poco dopo, sottrae ad Apollo le sue mandrie, e, perché il fratello non lo scopra, fa camminare il bestiame al contrario; volendo sacrificare due capi della mandria, inventa il fuoco sfregando due ramoscelli secchi. Apollo, sospettando dell’astuto fratellino, lo sottopone a un serrato interrogatorio al cospetto di Zeus: pur ostinandosi a mentire con una facilità e un’inventiva che ne sottolineano l’indole ‘astuta’ – non a caso Ermes sarà fra gli antenati di Odisseo, essendo il padre di suo nonno Autòlico – il ladro è alla fine costretto a confessare. La mandria rubata viene barattata con la lira ideata da Ermes, che da quel momento figura tra gli attributi più caratteristici di Apollo. Anche il cosiddetto ‘flauto di Pan’ è invenzione da taluni ascritta a Ermes: Apollo l’avrebbe ottenuta in cambio del cadùceo (in greco kerukêion), la verga magica che costituisce un attributo fisso di Ermes e che appare al contempo emblema del pastore e dell’araldo. L’infanzia del dio è oggetto di uno dei più celebri Inni omerici, il quinto, appunto l’Inno ad Ermes.

Vicende mitiche e discendenza
Il figlio di Maia compare in numerosi altri episodi del mito, spesso nella qualità di liberatore in virtù della sua inclinazione all’inganno e al raggiro. Scioglierà Ares dalla trappola tesa da Oto ed Efiàlte, libererà Io dalla custodia del mostro Argo, agente di Era, e interverrà da par suo nella lotta che oppone Zeus e Tifòne, riattaccando al padre degli dèi i tendini che il mostro gli aveva reciso per inibirne tutti i movimenti (un altro caso, dunque, di connessione con quei ‘legami magici’ che appaiono caratteristici della mêtis). Come dio messaggero, Ermes si configura quale intermediario fra uomini e dèi, e in generale egli è ritenuto il dio benevolo e ‘filantropo’ per eccellenza. Gli si attribuiscono relazioni amorose con Afrodite (da cui nacque quel tipico esempio di ‘doppiezza’ che fu Ermafrodito) e con diverse mortali, da cui ebbero origine fra gli altri Autolico, Evandro, Buno re di Èfira/Corinto, e per la tradizione romana i Lari, protettori dei crocicchi (come Ermes) e della prosperità di Roma. Secondo alcuni figlio di Ermes sarebbe anche il dio Pan, che fonti isolate vogliono nato da Penelope durante la ventennale assenza di Odisseo. È in ogni caso Ermes che salva dalle fiamme Asclepio, mentre il corpo della madre Corònide, uccisa da Apollo, brucia sul rogo.

Culti greci e romani
Gli storici delle religioni sono concordi nel vedere in Ermes un antico dio locale, probabilmente originario dell’Arcadia, protettore della pastorizia e della fecondità animale, strettamente collegato al culto di idoli aniconici (cioè privi di una precisa fisionomia), spesso nella forma di pietre grezze o cumuli di pietre situati ai confini dei campi o delle strade, non di rado corredati da vistosi simboli fallici: oggetti sacri assai diffusi ancora nell’Atene classica, dove ricevevano il nome di ‘erme’ (nome che sembra derivato da quello del dio, piuttosto che viceversa: sicché l’etimo del teonimo si deve dire ancora oscuro).

Ermes è venerato per lo più come dio delle soglie e dei confini (si tratti di proprietà agricole, strade, abitazioni, o addirittura del ‘confine’ tra la vita e la morte), ma anche come protettore della gioventù e del suo felice sviluppo. In quanto inventore della lira e della zampogna, egli figura spesso accanto alle Muse e ad Apollo in qualità di patrono delle arti musicali.

Il romano Mercurio (il cui nome è in probabile e significativa connessione con il sostantivo «merce») ereditò progressivamente le principali prerogative di Ermes e ottenne un culto ufficiale a partire dal 495 a.C., quando gli venne dedicato un tempio sull’Aventino: ma in origine, secondo gli storici delle religioni, egli era soprattutto un dio del commercio connesso all’etrusco Turms, e perciò le principali feste a lui dedicate (i Mercurialia del 15 maggio) rimasero affidate alle corporazioni mercantili.

[Federico Condello]