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I macchiaioli
Un movimento come quello degli impressionisti non ha un corrispettivo dello stesso peso al di fuori della Francia. In Toscana si viene a manifestare, nello stesso periodo, una corrente pittorica che con gli impressionisti ha qualche nesso e delle analogie quanto a poetica. Il movimento innovativo ha alla base la macchia (da cui deriva il termine ironico che affibbia ai nuovi artisti il critico dun giornale nel 1862). Secondo questa tecnica, il colore steso con compatte campiture crea effetti di profondità e di chiaroscuro, senza lo sfumato o il disegno, ma con il calcolato accostamento di tinte dai toni diversi.
La cerchia dei macchiaioli, che ha il suo teorico e critico in Diego Martelli e il pittore più rappresentativo in Giovanni Fattori, si ritrova per le sue discussioni al caffè Michelangelo di Firenze, ma ama riprendere scorci di campagna e marine soprattutto in Maremma. Ha unimpronta spiccatamente regionale, anche se attrae artisti da altre parti dItalia. È un movimento che si discosta dalla tradizione accademica e si batte per una pittura che riproduce, per usare le parole di Fattori, «limpressione dal vero».
Si abbandonano temi storici o comunque alti per indirizzarsi verso la realtà sociale. Famosi sono di Fattori i contadini, i butteri, i carrettieri; e quando si rivolge ai temi militari o guerreschi predilige il momento di stanchezza, di abbandono, di ripiegamento. Dei campi di battaglia preferisce mostrare la carretta dei feriti piuttosto che i clamorosi eroismi, le sue ronde sono in sella a ronzini, desolatamente nella polvere e vicine a muri scalcinati.
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