Balbettii di una lingua
Il primato della poesia
E il fiorentino vince
Le parole







Il primato della poesia
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La lingua si arricchisce di tutta una serie di termini filosofici che compaiono in testi latini, talvolta già negli scritti dei Padri della Chiesa, e vengono diffusi dalla Scolastica (in primo luogo da San Tommaso d’Aquino): sono realis (> it. reale), virtualis (> it. virtuale), potentialis (> it. potenziale), sensualis (> it. sensuale), scientia (> it. scienza), conscientia (> it. coscienza), sapientia (> it. sapienza), doctrina (> it. dottrina), substantia (> it. sostanza), accidens (> it. accidente), causa (> it. causa), formalis (> it. formale), rationalis (> it. razionale), aeternus (> it. eterno). Alcuni di questi termini sono largamente presenti in Guinizelli, Cavalcanti e Dante. Sono latini anche i termini giuridici coniati dall’Università di Bologna, a cominciare da processus (< lat. processus, ovvero «avanzamento, progresso»), che acquista il valore tecnico di «svolgimento pratico di attività tese alla formazione di provvedimenti giurisdizionali». Per la medicina possiamo ricordare coniunctiva (> it. congiuntiva), extremitas (> it. estremità). All’alchimia, l’antenata della chimica, si deve aqua vitae (> it. acquavite), la bevanda alcolica ricavata dal vino distillato, mercurius (> it. mercurio), il metallo liquido che prende il nome dal pianeta Mercurio secondo il rapporto istituito dall’astrologia e dall’alchimia tra pianeti e metalli, vitriolum (> it. vetriolo), solfato di ferro o di rame così detto per il suo aspetto simile al vetro.

Dal latino derivano anche molte voci relative all’insegnamento, che vengono create nelle Università italiane. Queste istituzioni sorgono in concomitanza con lo sviluppo del Comune, inizialmente si affiancano alle scuole abbaziali ed episcopali oppure prendono il loro posto, per poi imporsi alla fine come i centri più qualificati per l’elaborazione della cultura. Ricordiamo le Università di: Bologna (fondata nel 1088), Arezzo (1215), Padova (1222), Napoli (1224), Vercelli (1228), Salerno (1231). Quali parole regalano alla nostra lingua questi centri di cultura? La stessa parola Università che, da «totalità delle cose che costituisce un tutto», passa a significare «corporazione di professori» (universitas magistrorum) e «corporazione degli studenti» (universitas scholarium). Abbiamo poi dottore, «colui che insegna le varie discipline», e rettore, «colui che amministra l’Università». Il polivalente termine studium, che designa la «passione», il «desiderio», l’«applicazione», diventa «l’atto dell’imparare» oltre al «luogo dove si studia» (è sinonimo di Università); ci sono poi i termini connessi all’insegnamento, come libro, capitolo, titolo.

Si diffondono anche termini generici, sempre latinismi, che appartengono alla vita materiale e psicologica come cibo, desiderio, gaudio, esordire. Può stupire che solo ora facile cominci a contendere il posto ad agevole e che esercito sostituisca oste solo nella traduzione dell’Epitome rei militaris («Compendio di arte militare») di Vegezio (IV-V sec. d.C.) a opera del fiorentino Bono Giamboni (1235-1295), benemerito nella storia della prosa come elegante volgarizzatore.

 
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