Balbettii di una lingua
Il primato della poesia
E il fiorentino vince
Le parole







Le parole

In questo periodo (secoli XI-XIV) in cui l’italiano acquista la sua fisionomia, le nuove voci riflettono innanzi tutto i mutamenti politici ed economici introdotti dalla nascita e dallo sviluppo del Comune. Il tratto fondamentale, però, è l’ingresso massiccio nella lingua italiana di latinismi, prima nella forma originaria e poi in quella volgare. Un fenomeno dovuto sia all’affermarsi dell’Università, l’istituzione che monopolizza la cultura e che fonda anche il modo di studiare che sarà proprio dell’Occidente, sia all’azione congiunta degli scrittori (in primo luogo Dante, Petrarca e Boccaccio), ma anche dei volgarizzatori da cui viene un contributo non trascurabile. Tra i forestierismi sono in netto declino i gallicismi, segno evidente che l’Italia si sta emancipando dai modelli letterari d’Oltralpe, mentre forte, nella prima fase, è la consistenza degli arabismi.

Vediamo alcuni esempi:

Civiltà comunale
Comune, Camera, Ragione, Padrone, Milione, Banco

Latinismi
Processo, Potenziale, Virtuale

Università
Libro, Capitolo, Dottore, Studio, Titolo

Gallicismi
Maglia, Dama, Cuscino, Giallo

Arabismi
Alchimia, Assassino, Risma, Auge, Magazzino

Termini introdotti da Dante
Bolgia, Tromba, Zavorra, Trangugiare, Zucca

Termini introdotti da Boccaccio
Rigido, Testicolo, Assiderare, Svenire, Zitella