La formazione dell'UE

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Europa a venticinque
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L’allargamento a venticinque nella stampa italiana

La Polonia fa da cavia per l'euro, gli altri aspettano il 2006
Ciampi: una tappa verso l' unità politica. Schröder: ci renderà più ricchi, non più poveri. Raffarin commosso

1 Maggio 2004

Nel Trattato di adesione, firmato il 16 aprile 2003 ad Atene, tutti i nuovi soci si sono impegnati ad adottare l' euro, una volta entrati nell' Unione. I tempi, però, non sono stati fissati. Secondo le previsioni, alcuni nuovi Paesi (non tutti) approderanno alla moneta unica non prima del 2006-2008. Anche in questo caso Bruxelles ha predisposto dei «filtri» per evitare di destabilizzare l' euro. In sostanza i nuovi Stati dovranno allinearsi ai cosiddetti «parametri di Maastricht», tra i quali spicca il rapporto tra deficit e Pil pari al 3%. Inoltre i «candidati» dovranno fare un' anticamera per almeno due anni, aderendo a una specie di «serpente monetario», (chiamato lo Sme 2), cioè un sistema di cambi fissi che consenta una fluttuazione massima rispetto all' euro del 15% (in più o in meno). Tutto ciò ha una conseguenza molto pratica: i «viaggiatori» della Vecchia Europa troveranno nei nuovi Paesi monete più solide (e quindi prezzi un po' meno convenienti). Non a caso i polacchi, per esempio, temendo repentini rincari nei loro supermercati, negli ultimi giorni di aprile hanno fatto incetta di zucchero, farina e altri beni di prima necessità. Tuttavia proprio la Polonia farà da «laboratorio sperimentale» per la moneta unica. Nei prossimi mesi nel Paese ci sarà, di fatto, una doppia circolazione: l' euro verrà accettato per gli acquisti nei negozi e nei ristoranti. In realtà l' «allargamento» mostra come la distanza più ampia tra «vecchia» e «nuova» Europa si possa misurare proprio sulla capacità d' acquisto dei cittadini. Su stipendi e salari, insomma. In Polonia un addetto all' industria guadagna, in media, 520 euro lordi al mese, in Lettonia 284, in Slovacchia 301. Nell' area occidentale i valori si moltiplicano anche per dieci. In Germania lo stesso operaio porta a casa 3.240 euro lordi al mese, in Italia 2.500 (sempre lordi). Di conseguenza cambia anche la «geografia della povertà». Finora le regioni più arretrate dell' Unione erano dislocate in Grecia e in Spagna (Estremadura), con un prodotto interno lordo per abitante pari al 55% della media complessiva. Adesso i cittadini più poveri sono concentrati in sei distretti polacchi, con una percentuale di Pil per abitante pari al 29-30% del totale. I più ricchi, invece, abitano a Londra (260% di Pil per abitante), a Bruxelles (215%), in Lussemburgo (195%). Sulla base di questi numeri si aprirà un confronto difficile per stabilire come distribuire gli aiuti allo sviluppo (i cosiddetti «fondi strutturali») tra vecchi beneficiari (c' è anche il Sud Italia) e nuovi pretendenti.

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