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Una politica sociale europea
Con il Trattato di Amsterdam (1997) la politica sociale è diventata parte integrante del diritto comunitario. Precedentemente era stata espressa solamente lesigenza di un «modello sociale europeo», una sorta di comune denominatore delle varie esperienze nazionali.
Negli articoli 136 e 137 del Trattato di Amsterdam si afferma che:
«la
Comunità e gli Stati membri [
] hanno come obiettivi la promozione
delloccupazione, il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro,
che consenta la loro parificazione nel progresso, una protezione sociale
adeguata, il dialogo sociale, lo sviluppo delle risorse umane atto a consentire
un livello occupazionale elevato e duraturo e la lotta contro lemarginazione.
A tal fine la Comunità e gli Stati membri mettono in atto misure
che tengano conto della diversità delle prassi nazionali, in particolare
nelle relazioni contrattuali, e della necessità di mantenere la
competitività delleconomia della Comunità».
Esiste
dunque un preciso contesto politico-giuridico entro il quale sviluppare
una politica sociale a livello europeo. Precedentemente si promuoveva
solamente la cooperazione tra gli Stati, mentre ora la Comunità si impegna
ufficialmente a sostenere e integrare le politiche nazionali. La strada
per passare dallenunciazione dei principi alle realizzazioni concrete è segnata.
In questo nuovo contesto anche i vari sindacati nazionali operano per
realizzare una rete sindacale a livello europeo, in quanto le condizioni
contrattuali ottenute in un settore lavorativo nellambito di uno
Stato membro possono influenzare settori omogenei in altri Stati, pur
se non ancora in modo automatico e immediato.
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