La formazione dell'UE

L'unione economica e monetaria

La politica sociale dell'UE
Funzione e organi dell'UE
Bibliografia
Europa a venticinque
La Costituzione dei venticinque
Link



L’allargamento a venticinque nella stampa italiana

L' Europa a 25 ora inventi il suo welfare

di M. Ferrera, 4 Maggio 2004

Nelle tante celebrazioni che hanno accompagnato la nascita di un' Europa a venticinque Paesi sono stati più volte toccati i temi della solidarietà e della coesione sociale. Romano Prodi ha ad esempio auspicato a Dublino un' Unione caratterizzata da una nuova solidarietà «di raggio continentale». Al di là della retorica, sorge spontanea una domanda: quali effetti concreti avrà l' allargamento sui sistemi nazionali di welfare e, più in generale, sul modello sociale europeo? E' vero che l' Ue si occupa soprattutto di mercati e moneta: la protezione sociale è ancora una competenza dei singoli governi. Ma anche in questo settore assisteremo sicuramente a molti cambiamenti, sia nella nuova sia nella vecchia Europa. Salvo Malta e Cipro, gli otto nuovi Paesi membri si portano dietro la pesante eredità del socialismo reale: un' eredità di paternalismo iper-protettivo, inefficiente e diffusamente clientelare. Nei regimi dell' Est le prestazioni sociali erano generose, prevalentemente a carico di imprese di Stato che operavano senza vincoli di bilancio. Sulla carta, tutti avevano uguale diritto a casa, scuola e sanità. Di fatto, vi erano cittadini più uguali di altri (come i dirigenti di partito) e il grado di corruzione era molto elevato. Il crollo del socialismo ha comportato non solo la costruzione ex novo di un' economia di mercato, ma anche un' incisiva ristrutturazione del welfare. La sfida è stata imponente: la transizione economica ha prodotto, almeno agli inizi, elevata disoccupazione e nuove povertà. Ma il viaggio dal paternalismo socialista all' economia sociale di mercato è ormai a buon punto in Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria. La Polonia e le tre Repubbliche baltiche sono leggermente più indietro: ma l' agenda delle riforme è ben delineata anche in questi Paesi. Quale modello di welfare sta emergendo? I nuovi Paesi guardano più alla tradizione di Bismarck o a quella di Beveridge? In realtà, come ben illustra la Rivista delle Politiche Sociali (Ediesse) nel suo fascicolo d' esordio, i Paesi dell' allargamento stanno sperimentando nuove vie, più ibride rispetto alle tradizioni della vecchia Europa e volte ad evitarne per quanto possibile gli errori. Pensioni alla svedese, ammortizzatori alla francese, sanità alla tedesca: il tutto in variante meno costosa. Per mancanza di risorse, ma anche per mantenere bassa, programmaticamente, la pressione fiscale. Il sogno di queste nazioni è di replicare il miracolo irlandese, grazie a un mix di competitività (economica e fiscale), coesione sociale e tanti fondi Ue. Non è detto che questa strategia abbia successo. I lasciti del socialismo reale sono duri a morire. Lo shopping di soluzioni disparate, prese un po' qua e un po' là, possono produrre ibridi incoerenti. E i fondi di coesione non portano solo vantaggi, ma anche distorsioni. La sperimentazione in corso potrebbe tuttavia avere esiti virtuosi. Il modello sociale europeo si arricchirebbe così di una nuova variante istituzionale, dalla quale trarre esempi di «buone pratiche» esportabili anche nella vecchia Europa. I 15 Paesi «anziani» sono piuttosto preoccupati per ciò che potrà accadere (come mostrano anche i dati della Fondazione Nord-Est). Nel Sud Europa si teme la perdita dei sussidi comunitari. Nel Centro Europa si teme il trasferimento ad Est di imprese e investimenti, attratti dai bassi costi del lavoro e dalle basse imposte. Schröder ha già minacciato possibili ritorsioni: niente soldi Ue a governi che incoraggiano il dumping sociale. Queste reazioni sono giustificate? L' Ue ha senz' altro bisogno di utilizzare meglio i propri fondi e di una maggiore armonizzazione fiscale. Se le tensioni post-allargamento stimolassero innovazioni in questa direzione, sarebbe una buona notizia. Il timore è invece che la vecchia Europa cerchi ulteriori alibi per non riformare il proprio welfare: e questa sarebbe al contrario una brutta notizia.

Tutti gli articoli