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L’allargamento a venticinque nella stampa italiana

I rischi dell'allargamento
di C. Desideri, 4 Maggio 2004

I quotidiani americani seguono con interesse l'allargamento dell'Unione europea. Per tutti si tratta di un passo obbligato, ma molti non nascondono i loro dubbi sul futuro
" L'Europa alza il sipario", titola il New York Times, che saluta l'allargamento dell'Ue senza nascondere alcuni dubbi. "Di fatto si è creata una cittadinanza europea a due livelli", perché i cittadini dei nuovi paesi membri per ora non godranno dei numerosi benefici che invece spettano agli altri.
" La realtà economica del continente ha reso inevitabili questi compromessi, ma bisognerà fare il possibile perché tutti possano godere al più presto di una piena membreship".
Ancora più preoccupato il tono di Newsweek, che dedica la copertina a questo tema: "È un passo epocale che suscita più timori che euforia. Per mezzo secolo l'Europa ha cercato di superare le divisioni e di creare legami politici ed economici sempre più stretti. Ma, paradossalmente, invece di renderla più unita, l'allargamento potrebbe riportare il continente alla discordia e alle divisioni del passato. C'è il rischio che il primo maggio sia l'inizio della fine dell'Europa unita".
Dopo aver stilato una lunga lista di dubbi e possibili conseguenze negative dell'allargamento, il Christian Science Monitor ricorda che, "quando si sono trovati a unire le 13 colonie americane, i padri fondatori erano di fronte a difficoltà simili a quelle che ora deve superare l'Ue". Ma l'allargamento è "una necessità politica e un'opportunità storica", che va compiuta in nome della stabilità del continente.
Secondo Parag Khanna, che scrive sul Los Angeles Times, la Casa Bianca dovrebbe prendere esempio dall'Ue: "Insieme, gli europei sono riusciti in quello che nessun paese da solo poteva riuscire a fare: attraverso l'integrazione economica hanno coinvolto gli instabili paesi dell'est, estendendo la democrazia fino ai confini della Russia. Allo stesso tempo, con la sua pressione economica Bruxelles ha fatto in modo che la democrazia russa non svanisse del tutto".
Come hanno dimostrato l'anno scorso con l'Iran, gli europei sono in grado di far rispettare la legalità internazionali senza le armi. Infine il Wall Street Journal lascia la parola al premier irlandese Bertie Ahern, presidente di turno dell'Unione: "Un'Europa più forte sarà un partner migliore per gli Stati Uniti".

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