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Un voto sulla “carta”

21 Aprile 2004

Parigi - Anche in Francia diventa d'attualità, sulla scia della Gran Bretagna, il problema se vada o no indetto un referendum sulla Costituzione europea. «È inconcepibile che il popolo non sia consultato», ha dichiarato ieri l'ex-ministro socialista per gli Affari Europei Pierre Moscovici.
« Noi - ha sottolineato Moscovici - siamo davanti a qualcosa che modificherà i rapporti tra i cittadini e l’Europa in modo da dare all’Europa una legittimità e delle nuove istituzioni e costruire una dempocrazia europea. Non so proprio come possiamo rifiutare che il popolo si pronunci. Sarebbe un diniego della democrazia». L'ex-ministro ha messo in risalto che a differenza del Regno Unito, dove sono «rarissimi», i referendum popolari sono «la regola» in Francia.
Per Mosocovici il partito socialista non è in grado di dire oggi che consegne di voto darà: «Non diciamo sì perché è troppo presto e nemmeno no perchè sarebbe ingiusto». Nei mesi scorsi anche il premier Jean-Pierre Raffarin era apparso favorevole all'idea del referendum ma su questa materia la parola ultima spetta al presidente Jeacques Chirac, che finora non si è pronunciato.
Una posizione analoga a quella dei socialisti francesi è stata presa nei giorni scorsi in Germania dai Verdi e dalla Csu: la Costituzione europea deve essere sancita da un voto popolare.

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