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Lussemburgo: la macchina dei negoziati per la Costituzione...

28 Aprile 2004

Lussemburgo - La macchina dei negoziati per la Costituzione si rimette in moto, ormai è fissato anche il calendario che dovrebbe portare a un accordo al più tardi per il Consiglio europeo di metà giugno. Ma intanto pesa la scelta del premier britannico Tony Blair di indire un referendum, come alcuni paletti che stanno fissando vari stati membri.
A Lussemburgo la presidenza irlandese, nel corso del Consiglio affari generali e relazioni esterne, ha presentato ai ministri degli Esteri dell'Ue una tabella di marcia, che prevede di partire come base dal testo approvato dal conclave di Napoli di novembre. Dunque da un testo già frutto di un intenso lavoro di negoziato condotto dalla presidenza italiana dell'Ue.
La stessa attuale presidenza irlandese metterà a punto il testo con alcune correzioni fondate sulla lunga serie di colloqui bilaterali che Dublino ha condotto da gennaio in poi con i partner europei, e poi sarà oggetto del primo di una serie di riunioni di esperti che avrà luogo il 4 maggio a Dublino. Il tutto, in vista di una importante sessione della Conferenza intergovernativa il prossimo 18 maggio a Bruxelles, alla quale potrebbe «eventualmente» aggiungersi una (sempre più probabile) sessione straordinaria della Cig il 24 dello stesso mese. Un pressing a tappe forzate, circondata da un alone di ottimismo nato dall'esito delle elezioni spagnole con il cambio di governo di Madrid. Un ottimismo che tuttavia sta in qualche modo scemando, anzitutto sull'onda della decisione di Blair di indire un referendum, visto il quasi certo “no” di un referendum britannico, e che la Costituzione dovrà essere varata da tutti e 25 gli Stati membri dell'Ue.
In proposito, si sentono varie ipotesi, così alcuni diplomatici ricordano che se solo due-tre Paesi non dovessero ratificare la Costituzione, si potrebbe decidere la clausola dei quattro quinti, che sarebbero sufficiente a farla entrare in vigore. Altri, come lo stesso cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, chiedono di «studiare il modo di far entrare in vigore la Costituzione anche senza una ratifica completa».

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