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La Costituzione dei venticinque nella stampa italiana

Sì alla Carta europea entro giugno, ma le riforme aspettano

Anche l'Italia a favore, dopo le riserve di ieri. Solo modesti passi avanti invece sull'agenda di Lisbona per rilanciare la competività. Schroeder annuncia un nuovo summit con Blair e Chirac sui temi della giustizia e dell'interno.

di P. Fornara, 26 Marzo 2004

La dichiarazione finale che i capi di Stato e di governo della Ue hanno approvato oggi a Bruxelles sancisce la decisione, presa nel corso della cena di ieri sera, che «l'accordo sul Trattato costituzionale venga raggiunto non più
tardi del Consiglio europeo di giugno» che si terrà il 16 e 17 giugno a Bruxelles. Il Consiglio «ha accolto con favore la relazione della presidenza sulla Conferenza intergovernativa (Cig) e ha riaffermato il suo impegno a raggiungere un accordo, per meglio dotare l'Unione di un mezzo per rispondere alle domande dei cittadini e per giocare un ruolo più efficace nel mondo».
I capi di Stato e di governo hanno concordato «sull'importanza di mantenere la spinta data dalla Convenzione e dal lavoro della Cig». Sulla base delle raccomandazioni della presidenza irlandese, il Consiglio europeo ha chiesto alla presidenza stessa «di continuare le sue consultazioni e appena appropriato, di far sì che ripartano i negoziati formali all'interno della Cig».
Anche «l'Italia sostiene con convinzione la dichiarazione di impegno» del vertice Ue a chiudere presto i negoziati sulla Costituzione europea. «Lavoriamo - ha dichiarato il ministro degli Esteri Franco Frattini - perchè
entro giugno si raggiunga un accordo su una buona Costituzione, ma a noi preme molto il contenuto, che non deve essere un compromesso al ribasso».
Ieri pomeriggio sia Frattini che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi erano sembrati i più scettici fra i leader europei convenuti a Bruxelles sulla possibilità di arrivare a un accordo entro giugno. Sull'inattesa frenata di Berlusconi e Frattini a Bruxelles - proprio mentre rimbalzava la dichiarazione del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in visita a Budapest, che auspicava un'intesa prima delle elezioni europee di giugno - qualcuno ha voluto vedere anche un certo "puntiglio" per l'insuccesso del vertice Ue di dicembre a presidenza italiana. Oggi però, dopo che Blair, Chirac e Schroeder si erano tutti espressi per accelerare l'accordo, anche il nostro Governo è stato "contagiato" dall'ottimismo.
Nuovo summit dei Tre grandi
Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha intanto preannunciato oggi pomeriggio a Bruxelles che prossimamente si terrà a Londra un incontro fra Germania, Francia e Gran Bretagna, dedicato ai temi della giustizia e dell'interno. L'incontro, ha precisato Schroeder, era già stato concordato alla precedente riunione a tre svoltasi nella capitale tedesca il 20 settembre scorso. Il riferimento del cancelliere era inserito in una risposta alla domanda se gli attentati di Madrid abbiano contribuito a un'intesa sul terrorismo al vertice di ieri e oggi a Bruxelles. «Credo che non si possa vedere legame diretto fra gli avvenimenti (in Madrid) e questo ricompattamento. Comunque - ha premesso Schroeder prima di ricordare la convocazione del nuovo
summit - l'esperienza comune della minaccia unisce di più rispetto al quando se ne parla astrattamente».
Preoccupano Medio Oriente e Irak
Impegno per un forte ruolo dell'Onu in Irak e preoccupazione per la spirale di violenza che allontana la soluzione della crisi mediorientale dopo l'uccisione dello sceicco Ahmed Yassin. Sono questi alcuni degli elementi principali contenuti nelle conclusioni del vertice di Bruxelles approvate oggi dai i capi di Stato e di governo.
Per l'Irak i Quindici auspicano «un ruolo vitale e crescente delle Nazioni unite, sancito dal Consiglio di sicurezza in vista della transizione e oltre»,
mentre sulla situazione in Medio Oriente i leader osservano che «l'attuale ciclo di rappresaglie violente allontana sempre di più le parti da una soluzione negoziata» ed esprimono «grave preoccupazione per l'aggravamento del conflitto israelo-palestinese, in particolare a seguito dell'uccisione extra-giudiziaria dello sceicco Yassin».
Preoccupazione anche per l'esplosione di violenza in Kosovo, al cui governo provvisorio il Consiglio Ue chiede di dimostrare il suo impegno per «un Kosovo multietnico» e si appella ai leader della regione affinché «assicurino che gli atti di violenza e di minacce» delle ultime settimane «non si ripetano».
Le riforme economiche
Dai leader dell'Unione viene anche ribadito l'allarme per i ritardi fatti segnare dall'economia europea e per la mancanza di determinazione degli Stati membri, che mettono a rischio gli obiettivi di crescita stabiliti a Lisbona.
Sul versante economico il messaggio dei capi di Stato e di governo ribadisce «la validità e la rilevanza della strategia di Lisbona», ma allo stesso tempo i progressi fatti in quest'area sono i meno positivi, tant'è che il Consiglio ha
deciso di istituire un gruppo di esperti ad alto livello - che sarà guidato dall'olandese Wim Kok - per monitorare progressi e punti deboli alla scopo di accelerare la tabella di marcia.
Quando gli obiettivi e le indicazioni non vengono seguite dagli Stati membri, «il sentimento dominante è quello della frustrazione» Ha dichiarato il presidente della Commissione Ue Romano Prodi, nella conferenza stampa conclusiva del vertice Ue. «Siamo tutti d'accordo sugli obiettivi, ma sono anni che ripetiamo che bisogna passare all'azione», ha aggiunto Prodi, pur riconoscendo che alcuni Stati membri «hanno avviato riforme importanti e dolorose dimostrando lungimiranza e coraggio». Il presidente dell'esecutivo ha anche invitato gli Stati membri ad essere lungimiranti e ad accogliere i lavoratori dell'Europa dell'Est e del Sud nei propri mercati di lavoro.

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