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La Costituzione dei venticinque nella stampa italiana

La costituzione UE a giudizio nell'urna

23 Aprile 2004

Roma - Non è arrivata in tempo per la solenne cerimonia di Dublino, dove fra otto giorni l'Ue accoglierà i dieci nuovi Paesi membri. Entro qualche mese, tuttavia, la nuova costituzione europea dovrebbe ottenere il via libera. Per entrare in vigore, però, il testo ha bisogno dell'approvazione di tutti e 25 i Paesi: un solo rifiuto basterà a spazzarlo via. E in diversi casi, a decidere non saranno i governi, ma i cittadini, attraverso un referendum. Il primo ministro inglese Tony Blair ha confermato ieri che l'esito sarà definitivo: «Quando il popolo britannico decide, decide». Cancellando i dubbi sollevati poche ore prima dal ministro degli Esteri, Jack Straw, che aveva accennato a un'eventuale «rinegoziazione» della costituzione, in caso di rigetto, seguita da un nuovo referendum. Oltre al Regno Unito, saranno certamente Irlanda, Danimarca e Lussemburgo a sottoporre il testo a una consultazione popolare. Olanda, Lettonia e Polonia non hanno ancora scelto ufficialmente, ma con tutta probabilità seguiranno la stessa strada. Austria, Francia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria devono decidere. Mentre in Belgio, a Cipro, in Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, a Malta e in Svezia saranno i parlamenti a votare sulla costituzione.

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