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La Costituzione dei venticinque nella stampa italiana

Costituzione, via meno in salita ma non piana

Spagna e Polonia meno rigide non significa l’approvazione a giugno

3 Maggio 2004

Inviato a Dublino dietro le quinte, terminato il rituale sobrio e garbato affidato a melodie gaeliche e alle metafore poetiche del Nobel irlandese Seamus Heaney, la nascita dell'Europa a 25 è stata occasione di incontri dedicati soprattutto a una Costituzione europea che tutti a parole auspicano venga approvata entro giugno, ma che consistenti difficoltà deve ancora superare. La regia accorta del padrone di casa Berthie Ahern ha trasformato in summit informale - il primo dell'Ue allargata - la cena alla quale hanno partecipato i leader dei 25 Paesi e quelli dei futuri candidati bulgari, romeni e turchi, i presidenti della Commissione Prodi e dell'Europarlamento Cox, l'Alto rappresentante per la politica estera Solana. Alle 20,30, quando nelle strade del centro ancora continuavano concerti rock e spuntini multietnici, la «Giornata di benvenuto» si è chiusa fra consultazioni politiche bilaterali e di gruppo alla «Aras an Uachtaràin», la «casa del Presidente» al centro di Phoenix Park, il parco urbano più esteso d'Europa risparmiato per l'occasione dalla pioggia . Dei due obiettivi prioritari di Ahern, il primo è stato raggiunto con relativa facilità: sgombrare il campo dalle ambiguità spagnole che le prime dichiarazioni ufficiali dopo il cambio della guardia a Madrid non erano riuscite del tutto a dissipare. Ad Ahern, il nuovo primo ministro socialista ha chiarito che la Spagna è disposta ad accettare il principio della doppia maggioranza, abbandonando la rigidità di Aznar nella difesa delle regole di Nizza. Ma restano ancora aperte le modalità concrete - il rapporto fra le percentuali di popolazione e Stati - con le quali dare sostanza a uno dei principi chiave della bozza di Costituzione elaborata da Giscard d'Estaing. L'ammorbidimento di Madrid non significa dunque la fine di una trattativa che si annuncia al contrario nervosa e combattuta: «Non rinunceremo alla difesa degli interessi nazionali», ha chiarito Zapatero all'ospite, lasciando intendere che serviranno compensazioni in altri dossier e interventi significativi nell'alchimia delle percentuali per garantire alla Spagna un peso negoziale simile a quello assicurato dal meccanismo del «voto ponderato» stabilito a Nizza. La posizione spagnola è vicina a quella polacca: «In linea di principio la doppia maggioranza può essere accettata, ma a patto che il nostro peso nazionale venga riconosciuto», ha confermato ad Ahern il presidente Kwasnewski. Le prossime settimane serviranno a valutare nel dettaglio la nuova disponibilità di Madrid e Varsavia: il premier irlandese comincerà subito un tour completo delle capitali vecchie e nuove dell'Ue. «Dobbiamo trovare al più presto una soluzione per inviare un messaggio forte ai popoli d'Europa - ha detto Ahern ai suoi ospiti - serve un sistema di regole che ci consenta di affrontare i nostri nuovi compiti».
Il secondo obiettivo del premier irlandese era più complesso, ma le discussioni di Phoenix Park sono state un primo giro di tavolo informale, in vista delle più approfondite consultazioni delle prossime settimane. Nel complesso puzzle della Costituzione ci sono altre tessere che, se non combinate con opportuna convenienza fra di loro e nell'ottica d'insieme del Trattato, potrebbero far deragliare forse irrimediabilmente il negoziato. Non a caso al centro dell'attenzione della presidenza irlandese, sabato sera, c'era la Gran Bretagna: non solo per le conseguenze che l'annunciato referendum britannico sulla Costituzione - non estraneo forse alle difficoltà di Tony Blair sul versante iracheno - potrebbe avere sulla sopravvivenza stessa della Costituzione. Il fronte euroscettico che attraversa anche il suo partito conferma Blair nell'intransigenza sulle modalità di decisione in materia fiscale, di politica estera e difesa: su questi temi «non è possibile un voto a maggioranza, ma sono necessarie l'unanimità e il veto», sostiene il premier britannico. Una posizione negoziabile? E in caso affermativo, fino a che punto e in cambio di che cosa? «Nelle trattative complesse la soluzione è spesso nascosta nei dettagli ma non sempre è facile riconoscere i dettagli», ammettevano sabato sera ambienti vicini ad Ahern: confermando che il vertice informale alla «casa del Presidente» (dal 1997 ad «Aras an Uachtaràin» c'è Mary McAleese) non ha permesso di avere indicazioni chiare sull'evoluzione della posizione britannica. Nessuno del resto se le attendeva, come confida una fonte spagnola: «Il groviglio di problemi che assedia Blair, dalle più difficili relazioni con l'America di Bush alle polemiche sulle armi di distruzione di massa, ha fatto di lui la vera incognita sulla strada della Costituzione».

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