Bembo contro tutti
La lingua della scienza
Le parole





Bembo contro tutti
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Intanto il fiorentino era sempre più usato rispetto al latino dagli uomini di Stato e in varie città d’Italia i nobili cercavano di impararlo e di parlarlo, abbandonando il dialetto. Un bisogno sentito anche dalla Chiesa che, secondo lo spirito della Controriforma, stava riorganizzando la predicazione, strumento principe per la formazione dei fedeli. Così il milanese Francesco Panigarola, grande oratore francescano, mandato dai suoi superiori a Firenze per tre anni a impratichirsi della lingua, era convinto della superiorità del toscano, anche se pensava che si dovessero evitare gli arcaismi tipici della Crusca.

Sia pure senza arrivare a un incontrastato dominio del fiorentino, l’italiano comincia ad affermarsi, dunque, in modo decisivo. Intanto si fanno strada tentativi di raggiungere una certa omogeneità linguistica, grazie anche alla stampa, praticata ormai da un secolo, che favoriva l’affermarsi di una scrittura più costante e uniforme. Un segnale molto positivo fu la decisione del duca di Savoia, Emanuele Filiberto, tornato in possesso dei suoi domini dopo la pace di Cateau-Cambrésis, di adottare nel 1561 l’italiano al posto del francese come suggello del trasferimento della capitale da Chambéry a Torino. E nel 1589 si istituisce a Siena la prima cattedra di italiano, con l’intento di soddisfare le esigenze degli studenti stranieri.

Nel periodo che è iniziato alla metà del Quattrocento e che si protrae per tutto il Cinquecento, in effetti, la cultura italiana esercita una grande influenza in tutta Europa. Alla letteratura italiana viene riconosciuto un prestigio pari a quello della letteratura latina e greca e l’italiano è molto conosciuto. Lo parlano Carlo V e Francesco I e la regina Elisabetta è in grado di scriverlo. In particolare in Oriente è considerato lingua franca per cui è normalmente usato nei rapporti col sultano d’Egitto. Così si diffondono molte parole, come cortigiano («uomo di corte») e cortigiana («prostituta d’alto bordo»); termini che designano cibi, e che risalgono a epoche precedenti, come maccheroni e mortadella; o che riguardano l’abbigliamento e la cura della persona come profumo e pomata; il commercio come bilancio. Molti sono i termini militari, come sentinella, e inoltre casamatta, bastione, terrapieno, che designano opere di fortificazione in cui i nostri ingegneri erano particolarmente esperti. Le scoperte geografiche, che videro molto spesso protagonisti gli Italiani, fanno diventare popolari termini come pilota, bussola e calamita. La grandezza nella letteratura, nell’arte e nella musica, diffonde voci come sonetto, cartone, madrigale, fuga.

Passando alle caratteristiche della lingua, c’è da notare tra l’altro che dal punto di vista morfologico si fissa la forma dissero rispetto ad altre varianti (ad esempio dissono) e si matura, per influenza dello spagnolo, la formula allocutiva lei che all’inizio sottintende sempre «signore» o «signora» e poi acquista valore autonomo parallelo a voi. Può essere considerata una curiosità la comparsa dell’apostrofo introdotto dal Bembo.

Gli aspetti più interessanti sono, come sempre, quelli relativi al lessico che si amplia notevolmente, mentre diminuiscono le differenze tra le varie regioni grazie agli scambi dovuti in primo luogo ai movimenti di artisti e letterati. D’altra parte questa è la lingua di un gruppo che, seppure sempre più vasto, è tuttavia sempre più separato dal resto della società. Nuovi concetti richiedono parole nuove. Alcune riguardano la vita civile e sociale, come Stato che da regime passa a significare territorio, democrazia che si contrappone a monarchia, signore che prima indicava chi esercita il potere e ora prende piede, per influsso spagnolo, come denominazione di cortesia. La discussione sul teatro che impegna i teorici italiani fa sì che peripezia e catastrofe, da momenti dell’azione tragica, desunti dalla Poetica di Aristotele, diventino rispettivamente «vicende della vita» e «disastro». Gli eventi religiosi rendono comuni concetti come protestante e luterano, gesuita, seminario, cappuccino. L’interesse per la lingua fa sì che venga coniata, grazie soprattutto al Bembo, la terminologia grammaticale (vocale, consonante, sillaba, nome, verbo passato, passivo etc.) agevolmente mutuata dal latino.

 
 
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