Cratino
(gr. Kratînos; lat. Cratinus)

Considerato insieme ad Aristofane ed Èupoli uno dei più grandi poeti della commedia arcaica, nacque prima del 480 a.C. e morì verso il 420. Ottenne sei vittorie alle Dionisie e tre alle Lenee. Di lui restano oltre 500 citazioni e 27 titoli. Tra questi sono databili gli Archílochoi (450 ca.), dove, in un frammento, attraverso il rimpianto di Cimone emerge la nostalgia del passato, e la presa di distanza dell’autore dalla politica democratica riformista, nonché imperialista e antispartana di Pericle e dei demagoghi; Thraîttai (444-443); Dionusaléxandros (430-429) in cui Dioniso, assunte le fattezze e il ruolo di Paride Alessandro, nel giudizio delle dèe attribuisce la vittoria ad Afrodite, ottenendo così in dono Elena; scoppiata però la guerra di Troia e smascherato dal vero Paride, che gli sottrae Elena, trova rifugio presso un coro di Satiri. Secondo l’hupóthesis della commedia, qui Cratino – con tipica polemica antidemocratica – voleva colpire, attraverso il personaggio di Dioniso, lo statista Pericle e la sua gestione della Guerra del Peloponneso; Ploûtoi (429?); Cheimazómenoi (426); Sáturoi (424); Putíne (423), dove Cratino ironizza sulla sua ubriachezza, rappresentandosi sposo di Commedia, ma innamorato di Ebbrezza, anche se alla fine Cratino e Commedia si riconciliano e ritrovano l’amore. In quest’opera inoltre egli trasforma in autoelogio le parole di Aristofane (Cavalieri 526 ss.) che lo paragonavano, per il suo vigore stilistico, a un fiume in piena che trascina con sé, sradicandoli, querce, platani, avversari. Fra gli altri titoli, Némesis (tratta della nascita di Elena da Nemesi e Zeus, da identificarsi con Pericle, che viene messo alla berlina e accusato di essere «padre della guerra»); Odussês (rappresenta l’equipaggio di Odisseo: il dramma è assegnato da una fonte antica alla Commedia di Mezzo, non essendo presente alcuna frecciata ai contemporanei); Seríphioi (argomento è l’arrivo all’isola di Serifo dell’arca che trasporta Danae e Perseo); Cheírones (ove Pericle è definito megístos túrannos e Aspasia presentata come concubina). Alcune commedie erano caratterizzate dal tema mitico, altre, in cui pur figurava la parodia del mito, non mancavano di riferimenti satirici a personaggi contemporanei.

Il linguaggio e lo stile di Cratino – dai quali fu influenzato Aristofane - era immaginoso, denso e allusivo. Secondo Platonio (Perì diaphorâs komodiôn 14) tuttavia le opere di Cratino erano prive di grazia e consequenzialità se rapportate a quelle di Aristofane. Da diverse testimonianze sappiamo che Cratino fu oggetto di studio in epoca ellenistica.

[Elena Esposito]