Pan
(gr. Pán, lat. Pan)

Divinità di fattezze parte umane, parte caprine, ritenuto figlio di Ermes e di una ninfa del séguito di Artemide (secondo un’altra tradizione, di Penelope). Suoi attributi sono le zampe e le corna da capro, lo strumento a fiato detto appunto ‘flauto di Pan’ o ‘siringa’ (in realtà una sorta di zampogna, ricavato, secondo il mito, dal giunco in cui fu trasformata la ninfa Siringa) e un vigoroso membro maschile eretto. Protettore della pastorizia e come tale cultore della musica e della vita selvaggia, Pan si connota per l’esuberanza sessuale (simbolo consueto di fecondità) e il suo culto è localizzato soprattutto in Arcadia. Ad Atene esso venne importato – secondo una preziosa testimonianza di Erodoto – subito dopo la battaglia di Maratona (490 a.C.). I Greci connettevano il suo nome, per via pseudoetimologica, a pán (aggettivo neutro sostantivato: il «tutto», la «totalità»), mentre i moderni sospettano la parentela del suo nome con quello del «pastore» (cfr. lat. pasco, «nutro»). Ben presto il dio fu attratto nell’àmbito dionisiaco, sicché egli figura spesso con Satiri e Ninfe nel corteggio di Dioniso, al cui carattere del resto s’intona la propensione di Pan per le lande extraurbane (alle sue presunte apparizioni nell’ora del meriggio si deve l’espressione «timor panico» o, semplicemente, «panico»), per la caccia, per il vino e per gli accoppiamenti irregolari, che ne fanno un tipico inseguitore delle ninfe. La speculazione più tarda ne fece un dio inventore, e a lui si attribuivano talvolta la costruzione dei primi strumenti a fiato e la scoperta della profezia (caratteristiche che lo accomunano del resto a suo padre Ermes).

[Federico Condello]