Corsa

Una delle più caratteristiche specialità delle competizioni atletiche antiche: la corsa nota con il nome di stadio, e corrispondente grosso modo ai nostri 200 metri piani, era la più antica delle gare previste alle Olimpiadi. Ma i Greci conoscevano diverse lunghezze di corsa: in particolare il «dìaulo», corrispondente a due stadi e quindi ai nostri 400 metri piani, e il «dòlico» o makròs drómos («corsa lunga»), di misura assai variabile probabilmente in base alla classe di età dei partecipanti (gli studiosi suppongono una distanza minima di 1300 metri e una distanza massima di 4600; una tipica corsa di resistenza, paragonabile al nostro ‘fondo’ anche per la tecnica impiegata).

È da precisare che le corse, in antico, spesso non avvenivano su un circuito continuo: la distanza dello stadio segnava sempre l’obbligo di un ‘giro di meta’, sicché un diaulo, per esempio, prevedeva praticamente un arresto e una nuova partenza; il dolico poteva invece prevedere fra i 7 e i 24 giri di meta.

Altri tipi di corsa, senz’altro marginali ma significativi, erano la corsa in armi (hoplítes drómos), che fu introdotta alle Olimpiadi verso la fine del VI secolo a.C. e che costituì una specialità particolarmente faticosa, antico lascito dell’allenamento necessario per la preparazione alla guerra: effettuata sulla distanza di 400 metri, in origine prevedeva che il corridore indossasse un’armatura completa, mentre in séguito ci si limitò a elmo, scudo e schinieri; e la lampadedromía, la corsa delle torce, una sorta di staffetta a squadre di 10-20 membri, spesso utilizzata come gara d’apertura nelle competizioni atletiche.

Non è invece una corsa nota ai Greci, ma un’invenzione ‘arcaicizzante’ dei contemporanei, la cosiddetta ‘maratona’, cioè la corsa sulla distanza dei 42,175 km.: essa fu introdotta nel 1896, quando le Olimpiadi rivissero ad Atene per volontà del barone De Coubertin; il nome deriva dalla località dell’Attica dove i Greci, nel 490 a.C., affrontarono e vinsero i Persiani: una vittoria che secondo la leggenda sarebbe stata annunciata ad Atene dal messaggero Filippide, che per adempiere al suo dovere compì in una sola, estenuante corsa il tragitto fra Maratona e la città (appunto 42,175 km.); dopodiché, vuole la tradizione, l’eroico corridore spirò.

[Federico Condello]