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I numerosi
esempi
visivamente staccati rispetto
alla corrispondente trattazione teorica
e gli
schemi
e le
tabelle
intercalati nel testo
permettono di fissare i concetti essenziali
Gli esercizi di fine capitolo (
Prove e test
) sono
articolati secondo un criterio
di difficoltà crescente e comprendono anche
le tipologie della Terza prova
Le tipologie di
Laboratorio
, partendo
dall’analisi di un argomento, permettono
di ampliare l’ambito della riflessione:
“dal micro al macro” e “dal locale al globale”.
Si istituisce così uno stretto legame
fra il campo microeconomico
e quello macroeconomico, fra il contesto
nazionale e quello mondiale
Ogni sezione di esercizi
è dotata di un
punteggio
che permette
allo studente (con l’assistenza dell’insegnante
e grazie alla griglia
di valutazione a fine volume) di giudicare
la propria preparazione
Ogni scheda di Laboratorio è corredata
di
esercizi
di comprensione del testo
e di spunti per la riflessione e il dibattito
LABORATORIO DI ECONOMIA        POLITICA
COMPRENSIONE DEL TESTO
Unità
8
358
Dal globale al locale
SPUNTI PER LA RIFLESSIONE E IL DIBATTITO
359
Una delle più temute conseguenze economi-
che della crisi internazionale è il possibile
ricorso dei Governi al protezionismo com-
merciale in risposta alla recessione. In un
articolo di M. Calì, pubblicato nel dicembre
2009 su
www.lavoce.info
si sostiene che l’utilizzo
del protezionismo nell’ultima crisi finanziaria è stato li-
mitato. Fin dall’inizio della crisi, molti economisti hanno
messo in guardia sui possibili danni generati da guerre
commerciali del tipo di quelle attuate durante la grande
depressione degli anni Trenta. L’Organizzazione mondia-
le del commercio ha cominciato a produrre un rapporto
che monitora le politiche commerciali dei Paesi del G20
ed è stato creato un sito indipendente, il
Global Trade
Alert
, che raccoglie dati sulle misure protezionistiche
attuate da tutti i Paesi. Questa intensa attività di allarme
e monitoraggio ha un preciso fondamento: chiunque ab-
bia analizzato l’impatto dell’escalation delle tariffe com-
merciali negli anni Trenta non ha potuto non attribuirle
un ruolo importante nella trasformazione della recessio-
ne nella Grande depressione.
Tutto questo attivismo potrebbe essere stato efficace
nel tenere sotto controllo le tentazioni protezionisti-
che a livello internazionale. Un libro pubblicato dalla
Banca mondiale nell’estate 2010 nota che nonostante
diversi Paesi abbiano adottato misure restrittive del
commercio, la temuta corsa all’innalzamento delle
barriere commerciali finora è stata scongiurata.
Gli unici dati sistematici che permettono un confron-
to pre-crisi e post-crisi mostrano come le iniziative
anti-dumping promosse dai paesi del G20, interpreta-
bili come misure non tariffarie restrittive del commer-
cio, non siano aumentate nei primi sette mesi del 2009
rispetto allo stesso periodo del 2008. Come mostra il
grafico accanto, il numero di misure restrittive del
commercio approvate dagli Stati è in rapida e costan-
te diminuzione, così come il numero dei diversi Paesi
che le mettono in atto. Con le dovute cautele, i dati
sembrano confermare che la crisi non ha innescato la
1.
Indica se le seguenti affermazioni sono vere o
false, spiegando le ragioni della tua scelta
1.
La fine del modello di produzione verticale riduce gli
incentivi dei Governi ad adottare misure protezioni-
stiche
V
F
Perché ………………………..….........………………..
……………….......………………………………………..
2.
Negli ultimi anni il numero di misure restrittive del
commercio applicate dagli Stati è stato in costante
aumento
V
F
Perché ………………………..….........………………..
……………….......………………………………………..
U
Crisi finanziaria
e protezionismo
3.
L’Organizzazione mondiale del commercio ha svolto
un ruolo fondamentale nell’ostacolare il ricorso degli
Stati al protezionismo in risposta alla recessione
V
F
Perché ………………………..….........………………..
……………….......………………………………………..
2.
Completa scegliendo tra i termini sotto elencati
Venti, recessione,depressione, naturali, meno, Tren-
ta, legali, più, tributaria, lavoro, finanziaria, monetaria,
economica
Al contrario di ciò che successe durante la grande
……………. degli anni ……….., oggi i Governi possono
1. Ritieni
che ci sia un rapporto tra la politica
commerciale adottata da un Paese e il suo stato
occupazionale?
2. Ritieni
che il dumping praticato da diversi Paesi
asiatici nel settore tessile e delle calzature sia
vantaggioso per i cittadini della Ue?
3. Pensi
che un aggravarsi della crisi occupazionale
possa giustificare l’abbandono del libero commercio
e richiedere l’applicazione di misure protezionistiche?
spirale protezionistica che molti temevano. L’analisi
suggerisce che il rischio di eventuali “guerre commer-
ciali” era più alto nella prima parte dell’anno di quanto
non sia oggi. L’uso circoscritto di misure protezioniste
ha probabilmente aiutato a limitare gli effetti negativi
della crisi sull’economia globale.
I fattori che hanno finora evitato il ricorso al prote-
zionismo, al contrario di ciò che successe durante
la grande depressione, sono essenzialmente fattori
di tre tipi.
Il primo riguarda la disponibilità di politiche alternati-
ve da parte dei Governi, i quali possono contare oggi
su una serie di strumenti più efficaci delle barriere do-
ganali per proteggere la propria forza lavoro durante
una crisi, in particolare la politica
monetaria e fiscale. In secondo
luogo, in seguito alla disintegra-
zione del modello di produzione
verticale, la produzione dipende
oggi dalle importazioni più di
quanto non fosse venti anni fa e
ciò aumenta la potenziale perdi-
ta netta di reddito causata dalle
barriere alle importazioni, ridu-
cendo gli incentivi dei Governi a
imporle.
Infine, il moltiplicarsi di accordi
commerciali a livello bilaterale,
regionale e multilaterale ha ge-
nerato vere e proprie barriere
legali al protezionismo. In parti-
colare l’Organizzazione mondia-
le del commercio (Omc o Wto) sembra avere svolto
un ruolo di ostacolo istituzionale al protezionismo,
anche grazie al rafforzamento del proprio sistema di
monitoraggio durante la crisi.
L’evolversi della recessione ha eroso la possibilità dei
Governi di utilizzare le politiche fiscali e monetarie,
mentre non ha (ancora) intaccato gli altri fattori an-
tiprotezionisti. È però ancora troppo presto per ab-
bassare la guardia antiprotezionista. Questa opzione
di politica commerciale potrebbe infatti riemergere
se la disoccupazione continuasse ad aumentare e con
essa la richiesta di protezione da parte dei lavoratori,
specialmente in un momento in cui i Governi hanno
esaurito altre “munizioni”.
contare su una serie di strumenti ……….. efficaci
delle barriere doganali per proteggere la propria forza
……….. durante una crisi, in particolare la politica
……… e fiscale e su vere e proprie barriere …………..
al protezionismo costituite dagli accordi commerciali.
3.
Rispondi alle seguenti domande
1.
Che cos’è il Global Trade Alert?
2.
A che cosa è dovuta l’attività di controllo delle
misure protezionistiche attuate nei diversi Paesi?
3.
Quali fattori hanno finora evitato il ricorso al
protezionismo?
Fonte
: Elaborazione dell’autore su dati del Global Trade Alert
Numero di misure commerciali avviate e numero
di Paesi che le hanno adottate
L’impresa e La produzione
40
Unità
2
La produzione
41
1
La moderna teoria economica inoltre dà grande importanza al
know-how
, cioè all’inge-
gno dell’uomo, ovvero al progresso tecnico. Su questo punto torneremo successivamente.
La
terra
è necessaria, oltre che per l’attività agricola, anche per quella industriale e
terziaria (come, per esempio, l’attività bancaria), dato che gli stabilimenti e le sedi delle
imprese hanno bisogno del terreno su cui sono costruiti.
Il
lavoro
può essere misurato come numero di lavoratori o come numero di ore lavo-
rate da questi. Vi sono
diversi tipi di lavoro
: quello del manovale, quello dell’operaio
specializzato, quello dell’ingegnere. In alcuni prevale l’
attività manuale
, in altri quella
intellettuale
.
Il
capitale
è costituito dalle materie prime (il cosiddetto
capitale circolante
), dagli
impianti e dai macchinari (
capitale fisso
).
In realtà, il capitale circolante (o capitale d’esercizio) è costituito dal capitale
attivo
,
corrente
e
mobile
, ossia dalle attività liquide o liquidabili a breve termine, fra le quali le
scorte, le rimanenze di magazzino, il denaro liquido in cassa, il denaro liquido sui conti
correnti bancari e i crediti esigibili a breve termine (entro l’anno) e non soltanto, quindi,
dalle materie prime. Per comodità di esposizione faremo coincidere il circolante con le
materie prime. Mentre il capitale circolante scompare nel ciclo produttivo (per esempio
le sementi che occorrono per produrre il grano, il ferro e il vetro che occorrono per pro-
durre l’automobile), gli impianti e i macchinari durano per diversi cicli produttivi anche
se durante ogni ciclo si logorano e/o diventano obsoleti.
4
Le proprietà dei fattori produttivi
I
fattori produttivi
, in alcuni casi, sono
complementari
, nel senso che possono essere
combinati tra di loro soltanto in proporzioni fisse
(principio di complementarità dei
fattori produttivi).
esempio
.
Per produrre 1 quintale di grano ho bisogno di 1 ettaro di terra e di 3 lavoratori; per
produrre 2 quintali di grano ho bisogno di 2 ettari di terra e di 6 lavoratori. Pertanto, se ho 2
ettari di terra e 3 lavoratori, potrò produrre solo 1 quintale di grano; infatti 3 lavoratori potran-
no coltivare solo 1 ettaro di terra e l’altro ettaro resterà inutilizzato.
In questo caso
la produzione è limitata dal fattore più scarso
(che nell’esempio è il
lavoro), e tale fattore è chiamato
fattore limitazionale
.
In altri casi però i
fattori produttivi
sono
succedanei
, nel senso che possono essere
sostituiti l’uno all’altro
, per lo meno entro certi limiti (principio di sostituzione dei
fattori produttivi).
esempio
.
Posso produrre un armadio con un metodo produttivo che impiega poco capitale (cioè
macchinari semplici) e molta manodopera, oppure con un metodo produttivo che impiega molto
capitale (cioè macchinari più complessi e più costosi) e poca manodopera. Certo la sostituzione
dei macchinari al lavoro è possibile solo entro certi limiti: non è possibile infatti produrre un
armadio solo mediante macchinari senza impiegare per nulla il lavoro dell’uomo.
Di solito
prevale il principio di sostituzione dei fattori
, nel senso che l’imprenditore,
per produrre un determinato bene, può farlo con diversi metodi produttivi. Quale di
questi metodi sceglierà?
esempio
.
In un qualsiasi Paese sottosviluppato la manodopera è abbondante e i macchinari (cioè
il capitale) sono scarsi, a causa dell’arretratezza diffusa. Di conseguenza i salari dei lavoratori
sono bassi, mentre il prezzo dei macchinari è elevato; pertanto l’imprenditore userà metodi
produttivi che impieghino molto lavoro (cioè molta manodopera) e poco capitale, cioè metodi po-
co meccanizzati. Viceversa, in un Paese come gli Stati Uniti vi è abbondanza di capitale mentre
la manodopera in proporzione è scarsa. Di conseguenza i salari sono elevati, mentre lo è meno
il prezzo dei macchinari; pertanto l’imprenditore, per produrre i beni, userà metodi produttivi
che impiegano poco lavoro e molto capitale.
5
La produttività dei fattori
In generale,
quanto maggiori sono le quantità dei fattori produttivi
impiegate, tanto maggiore sarà la quantità di prodotto.
Se per esempio accresciamo il numero di ore di lavoro (o di operai), la quantità di terra
lavorata, i concimi, i trattori ecc., la quantità di grano prodotta aumenterà.
Ma cosa accade se aumentiamo la quantità di
un fattore soltanto
?
In generale possiamo
attenderci che
anche in questo caso il prodotto aumenterà
. Questa è una conseguenza
del principio di sostituzione dei fattori.
Se accresciamo la quantità di concime, ferme restando le quantità degli altri fattori, è
probabile che la quantità di grano prodotto aumenti. Se però noi continuiamo ad aumen-
tare la quantità di concime, lasciando inalterate le quantità impiegate di terra, di lavoro
e di macchinari, la quantità prodotta di grano crescerà in misura via via minore e al di là
di un certo limite non aumenterà più.
esempio
.
Supponiamo che si coltivi 1 ettaro di terra con 2 agricoltori, 10 kg di concime e 1 tratto-
re. La produzione annua che si ottiene in tal modo è di 90 quintali di grano. Aumentiamo ora di 1
kg l’impiego di concime (da 10 a 11 kg), tenendo ferme le quantità degli altri fattori: la produzione
di grano aumenterà. Supponiamo che arrivi a 92 quintali. Se aumentiamo ancora di 1 kg l’impiego
di concime (da 11 a 12 kg), ferme rimanendo le quantità degli altri fattori, la produzione di grano
crescerà di nuovo, ma meno di prima,
cioè meno di 2 quintali. Se prima era
aumentata da 90 a 92 quintali, ades-
so passerà da 92 a 93,5 quintali.
Possiamo quindi supporre che,
quando applichiamo quantità sem-
pre maggiori di concime alle quanti-
tà date (sopra specificate) degli altri
fattori, la produzione di grano cresca
secondo la tabella qui a fianco.
... servono
i fattori
produttivi
Complementarità
dei fattori
produttivi
Sostituzione
dei fattori
produttivi
– circolante
– fisso
CAPITALE
Impresa
LAVORO
Beni economici
TERRA
(Know-how)
f a t t o r i d e l l a P r o d U Z i o N e
La scelta
dei metodi produttivi
Se aumenta un solo
fattore produttivo
tabella
1
Concime (kg)
Grano (quintali)
10
90
11
92
(+ 2)
12
93,5
(+ 1,5)
13
94,4
(+ 0,9)
14
94,6
(+ 0,2)
15
94
(– 0,6)
Glossario IT-EN
Test di riepilogo
Test
Verifica di sintesi
Glossario IT-EN
Test di riepilogo
Test
Verifica di sintesi
prove e test
10
11
GriGlia di valutazione a paGina 448
Introduzione alla scienza economica
Punteggio totale: 100 punti
1
Vero o falso?
Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.
1 punto ogni risposta esatta
1.
L’oggetto della scienza economica è lo studio delle
azioni umane rivolte a risparmiare i beni e ridurre i
bisogni
V
F
2.
Il risparmio è reddito non consumato
V
F
3.
Non tutti i beni sono beni economici
V
F
4.
Un bene per potere essere considerato economico
deve avere due caratteristiche
V
F
5.
Sono economici i beni che costano poco
V
F
6.
Sono beni strumentali quelli che possono essere
utilizzati più di una volta
V
F
7.
Il tesoreggiamento è una forma di investimento
V
F
8.
La trasformazione delle materie prime in prodotti
finiti prende il nome di ciclo produttivo
V
F
9.
Il costo di produzione è la somma spesa per l’acqui-
sto e la remunerazione dei fattori produttivi neces-
sari a produrre una data quantità di un bene
V
F
10.
Chi consuma più del proprio reddito ha un rispar-
mio negativo
V
F
11.
Il risparmio è il presupposto dell’investimento
V
F
12.
La macroeconomia studia grandezze relative a uni-
tà economiche elementari
V
F
13.
Tutti i beni strumentali sono beni durevoli
V
F
14.
Anche i servizi possono essere considerati beni
economici
V
F
15.
Lo studio dei bisogni pubblici non è oggetto di
studio dell’economia politica ma di scienza delle
finanze
V
F
16.
Il bisogno può essere anche una sensazione di do-
lore che l’individuo intende eliminare
V
F
Punti .......... /16
2
Scelte multiple
Indica l’unica affermazione corretta.
2 punti ogni risposta esatta
1.
La ricchezza delle nazioni fu scritto da:
a)
Karl Marx
b)
Adam Smith
c)
John Maynard Keynes
d)
John Kenneth Galbraight
2.
L’amministrazione della giustizia è un bisogno:
a)
pubblico
b)
privato
c)
pubblico e privato
d)
individuale
3.
È un bene immateriale:
a)
un vestito
b)
un abito leggero
c)
una visita medica
d)
un testo di medicina
4.
Sono beni strumentali:
a)
i beni durevoli
b)
i beni che soddisfano uno stesso bisogno più
volte
c)
i beni materiali
d)
i beni che servono per produrre altri beni
5.
I bisogni individuali sono anche detti:
a)
bisogni pubblici
b)
bisogni primari
c)
bisogni secondari
d)
bisogni privati
6.
Il reddito monetario è:
a)
il flusso delle entrate di cui un individuo dispone
in un dato periodo di tempo
b)
la quantità di moneta che un individuo riesce a
tesoreggiare limitandosi nei consumi
c)
la quantità di denaro che un individuo percepi-
sce come remunerazione della sua attività lavo-
rativa
d)
l’insieme di denaro liquido e di capitali mobiliari
posseduti da un individuo
7.
Indica quale di queste attività non è un atto di inve-
stimento:
a)
il deposito di denaro presso una banca
b)
il deposito di denaro in una cassetta di sicu-
rezza
c)
l’acquisto di azioni e di obbligazioni
d)
l’acquisto di metalli preziosi
8.
Il ciclo produttivo è:
a)
il complesso delle operazioni necessarie a pro-
durre un bene
b)
l’attività economica che serve a soddisfare i bi-
sogni
c)
l’attività di trasformazione delle materie prime
in prodotti finiti
d)
la catena di montaggio di un’azienda
Punti .......... /16
3
Corrispondenze
Indica le corrispondenze corrette.
1 punto ogni risposta esatta (a una stessa catego-
ria possono corrispondere più tipi di bisogni)
1.
1)
Bisogni che l’individuo sente in quanto membro di
un gruppo
2)
Bisogni che l’individuo avverte in ogni tipo di società
3)
Bisogni che individuo avverte con il crescere della
civiltà
4)
Bisogni generalmente soddisfatti dall’individuo
stesso
5)
Bisogni che l’individuo sente come singolo
6)
Bisogni generalmente soddisfatti dallo Stato
a)
Bisogni individuali
b)
Bisogni collettivi
c)
Bisogni primari
d)
Bisogni secondari
1... 2... 3... 4... 5... 6...
2.
1)
Beni di cui si riduce la produzione quando aumenta
la produzione di altri
2)
Beni che soddisfano direttamente i bisogni
3)
Beni che possono essere usati una sola volta
4)
Beni che per soddisfare un bisogno devono essere
usati insieme ad altri
5)
Beni che soddisfano lo stesso bisogno
a)
Beni di consumo
b)
Beni non durevoli
c)
Beni succedanei
d)
Beni concorrenti nell’offerta
e)
Beni a offerta congiunta
1... 2... 3... 4... 5...
Punti .......... /11
4
Quesiti a risposta singola
Rispondi utilizzando al massimo tre righe di quaderno.
Fino a 3 punti ogni risposta
1.
Come può essere definito il bisogno?
2.
In base a quali criteri vengono classificati i bisogni?
3.
Perché i bisogni individuali sono anche detti privati
e i bisogni collettivi sono anche detti pubblici?
4.
Che cos’è un bene economico?
5.
Che cosa sono i beni immateriali?
6.
Che differenza c’è tra reddito e patrimonio?
7.
Come si forma il risparmio?
8.
Come varia la produzione dei beni concorrenti
nell’offerta?
9.
Che differenza c’è tra la microeconomia e la ma-
croeconomia?
Punti .......... /27
5
Trattazione sintetica di argomenti
Sviluppa i quesiti rispettando il numero di righe di
quaderno suggerito.
6 punti ogni trattazione esauriente
1.
Definisci i bisogni e distingui quelli primari da quelli
secondari facendo degli esempi.
(max 6
righe)
2.
Descrivi la differenza che intercorre tra i bisogni
individuali e i bisogni collettivi, facendo un esempio
di entrambi.
(max
6
righe)
3.
Spiega quali possono essere gli impieghi del red-
dito.
(max 6
righe)
4.
Chiarisci la differenza che intercorre tra il reddito
monetario e il reddito reale e spiega da che cosa
dipende quest’ultimo.
(max 8 righe)
5.
Scegliendo dei dati a piacere esemplifica, riferen-
doli a un individuo, i concetti di reddito monetario,
consumo, risparmio e investimento.
(max 8 righe)
Punti .......... /30
Punteggio totale realizzato ......... /100
EC_RI_Romane.indd 15
16/03/