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la famiglia e le successioni
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cITTADINANZA
che i citati Paesi stanno facendo è pertanto rendere il matrimonio “neutrale” dal punto
di vista del genere (
gender-neutral
), sicché ogni individuo possa davvero sposare la per-
sona di propria scelta, sia questa una donna o un uomo (a condizione, beninteso, che si
sia stati in grado di trovare tale persona e che la stessa sia consenziente!).
La Corte costituzionale (15 aprile 2010, n. 138), investita della questione, si è limitata a
dire che spetta al legislatore risolvere i problemi giuridici delle coppie omosessuali, e
che il fatto che le stesse non siano ammesse al matrimonio non viola la nostra Costitu-
zione. Così facendo, essa ha posto in luce che il matrimonio, nel nostro sistema, possie-
de una “potenziale finalità procreativa”, cioè sarebbe preordinato alla procreazione di
figli, ciò che contrasterebbe con la presenza di due coniugi del medesimo sesso. Ma l’af-
fermazione è doppiamente discutibile: in primo luogo perché anche i
partners
di una
coppia omosessuale possono avere figli (tramite il ricorso a tecniche di procreazione me-
dicalmente assistita, all’adozione o semplicemente quale effetto di relazioni con persone
di sesso opposto), ma, soprattutto, perché il matrimonio non può certo dirsi preordina-
to, oggi come oggi, alla procreazione. Se così fosse, infatti, la presenza di una situazione
di impotenza, o anche solo l’età avanzata di uno o di entrambi i coniugi, dovrebbero ri-
levare di per sé, automaticamente, come causa di nullità del matrimonio: ma così non è
(cfr. art. 122, comma terzo, n. 1, c.c. che dà rilievo all’impotenza esclusivamente a deter-
minate condizioni e solo quando ignorata dall’altro coniuge).
In conclusione: quale può essere l’esigenza che si pone alla base di un istituto quale il
matrimonio e che ne giustifica ancora l’esistenza, se non addirittura il suo ampliamento?
Thomas Mann, riflettendo sul matrimonio, ne individuava il fulcro nel tema della fedel-
tà (
Sul matrimonio
). Tutti sappiamo che dal matrimonio nasce, tra l’altro, il dovere di
reciproca fedeltà tra i coniugi (art. 143, secondo comma, c.c.): la fedeltà è dunque una
conseguenza giuridica della celebrazione delle nozze; ma, a ben vedere, non è tanto la
fedeltà a nascere dal matrimonio, quanto il matrimonio a nascere dal bisogno di fedeltà
che l’essere umano avverte.
Giacomo Oberto
Nel febbraio 2011 Facebook ha introdotto negli USA, in Canada, in Australia, nel Regno Unito e in Francia,
nel campo dedicato allo
status
sentimentale dei suoi utenti, le voci “unione civile” e “partnership
domestica”.
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