ECONOMIA, LAVORO E SOCIETÀ
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Passato e presente
Il lavoro femminile, sebbene penalizzato, ha
costituito una grande risorsa economica per
lo sviluppo del Paese dal dopoguerra, sia
come elemento di produzione di ricchezza,
sia come elemento di “risparmio”, realizza-
to facendosi carico delle attività legate alla
conduzione della casa e all’accudimento
dei gli e degli anziani. In quali maniere,
per esempio, le donne della tua famiglia
hanno dato il loro contributo? Ricostruisci,
e racconta, la storia di una di esse, che ti
sembra per qualsiasi ragione signicativa.
solo le difficoltà sopra ricordate, quando
un lavoro lo hanno, ma sono anche
for-
temente penalizzate nell’ottenerlo
: non
sono pochi i casi — venuti alla ribalta della
cronaca — di aziende che richiedevano al-
le aspiranti lavoratrici di sottoporsi a test
per verificare che non fossero in stato di
gravidanza, oppure che subordinavano
l’assunzione all’“impegno” di evitarla per
un certo numero di anni.
•
Per affrontare queste e altre situa-
zioni, anche in
Italia
sono stati presi dei
provvedimenti
. Una
legge
del
1991
ha
stabilito che attraverso determinate azio-
ni (dette
«azioni positive»
) è possibile
rimuovere gli ostacoli
che si frappongo-
no sulla strada della
parità
tra uomo e
donna. Questa legge si applica non solo
nel campo lavorativo, ma anche in quello
scolastico o di formazione professiona-
le. Una norma, in particolare, prevede la
possibilità di richiedere l’
intervento del
giudice
ogni qual volta si registri un
com-
portamento discriminatorio
di genere.
I
n Italia le
donne che lavorano
sono
circa la
metà rispetto ai maschi
.
Sebbene il numero delle occupate
negli ultimi anni sia leggermente aumen-
tato, la
sproporzione
resta
molto grande
,
anche perché,
in tempi di crisi
, sono spes-
so
le prime a essere licenziate
, in base
all’idea (purtroppo ancora diffusa) che il
loro
stipendio
sia per la famiglia un
ele-
mento accessorio
, così come un elemen-
to accessorio è il
lavoro
nella loro
vita di
moglie e madri
. Un altro grave handicap
si nota poi nelle
retribuzioni
: se negli anni
Ottanta le lavoratrici percepivano circa il
20% in meno rispetto agli uomini a parità
di mansioni, questa distanza è oggi addi-
rittura aumentata al 24%. Un terzo dato
che deve far riflettere è quello relativo ai
posti di più alto livello
,
di prestigio
,
di
“comando”
: nel settore privato sono
po-
che le donne che li occupano
; nel settore
pubblico va un po’ meglio, anche se un’ef-
fettiva parità nella carriera è ancora molto
lontana. Le
donne
, però, non incontrano
Nonostante i passi avanti fatti per garantire alle donne
gli stessi diritti degli uomini nel mondo del lavoro, anche
grazie a leggi specifiche, non si è ancora affermata nel
nostro Paese una società che renda meno rigidi i ruoli e
inventi nuove forme di convivenza in grado di garantire
l’uguaglianza nella differenza.
Negli ultimi anni è stato anche istituito
un
ministero per le Pari opportunità
: il
ministro incaricato e i suoi collaborato-
ri possono segnalare alla magistratura
eventuali casi in cui la legge non venga
rispettata. Va poi considerato che, anche
laddove le donne possono meglio accede-
re al lavoro, è comunque per loro
difficile
mantenere la propria identità di genere
,
in quanto spesso gli uomini le accettano
solo se si comportano come loro. Come
scrive la giornalista Chiara Valentini, «gli
uomini, anche gli uomini italiani, possono
accettare di essere diretti da una donna
se ha dimostrato di condividere in pieno
i valori e i comportamenti della società
maschile. […] Quello che
temono
e a cui
si
oppongono
, in modo non sempre consa-
pevole, è l’affermarsi di
una società che
tragga tutte le conseguenze dall’arrivo
delle donne
, renda meno rigidi i ruoli, in-
venti nuove forme di convivenza».
•
Sul piano dell’
istruzione
, invece, la si-
tuazione appare più equilibrata: la
percen-
tuale
delle italiane
laureate
risulta infatti
addirittura superiore a quella dei maschi
.
Un
dato
che
fa ben sperare
, ma che cer-
to
non consola
; esso ci
dice
comunque
che, quando dipende dalle loro capacità e
dal loro impegno,
le donne la parità sono
perfettamente in grado di conquistarla
.
Il lavoro femminile, un
contributo sottovalutato
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