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TERRITORIO E AMBIENTE
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sua attuazione iniziò con le
deportazioni
di massa
— comprese quelle dei soldati
armeni arruolati nell’esercito, accusati di
disfattismo e di complicità con i russi —,
gli
assassinii
, gli
arresti
di leader e in-
tellettuali: nel mese di
luglio
, la
maggior
parte
degli armeni delle regioni orientali
era stata
tolta di mezzo
. Fra il
marzo
e il
settembre del 1916
furono poi messi in
atto i
massacri in massa
dei deportati.
Nel frattempo, tutti gli armeni che
avevano potuto farlo erano
fuggiti
dalla
Turchia, raggiungendo gli
Stati Uniti
o
varie
destinazioni europee
e formando-
vi
comunità della diaspora
, ancora oggi
ben presenti e vivaci. Nei Paesi dell’In-
tesa, dall’ottobre, si formarono le
Legio-
ni d’Oriente
, inviate a combattere sul
fronte orientale
: la partecipazione alla
guerra era infatti vissuta dagli armeni
come un modo per riaffermare la pro-
pria
identità “nazionale”
e per
regolare
i conti
con i
turchi
.
Dal
1918
— mentre la
Repubblica ar-
mena
del Caucaso dichiarava la propria
indipendenza
— iniziò da parte dei turchi
un sistematico processo di
cancellazione
delle tracce del
genocidio
, ma, agli inizi
del
1920
, gli armeni di Marash — nella
N
ell’Impero ottomano, la
discri-
minazione
delle
minoranze
etnico-religiose
da parte della
maggioranza turca era un
fenomeno ab-
bastanza
comune
e già nel
1894-96
si
erano registrati
massacri di armeni
, po-
polazione cristiano-ortodossa dell’Ana-
tolia nord-orientale. Durante la Grande
guerra, tuttavia, la persecuzione degli
armeni raggiunse il carattere di uno
ster-
minio feroce e sistematico
, cioè di un
vero e proprio
genocidio
, reso possibile
dall’isolamento della regione.
Gli
armeni
, che nel
1914
in Turchia
erano circa
1.900.000
, nel
1920
si erano
ridotti a poco più di
500.000
: oltre i due
terzi erano stati
eliminati
o
deportati
,
mentre gli altri erano
emigrati
.
Il
genocidio degli armeni
– scelti co-
me
capro espiatorio
per le difficoltà bel-
liche — si svolse tra il
gennaio del 1915
e il
settembre del 1916
, in una
escalation
di
violenza
e
terrore
e fu
deciso
,
organiz-
zato
e
pianificato
in seguito alla prima
sconfitta ottomana sul fronte russo. Do-
po l’addestramento di appositi
battaglio-
ni di “irregolari”
— formati da detenuti
scarcerati —, nel febbraio di quell’anno fu
dato il via all’
operazione sterminio
. La
Pagina tra le più tragiche della Prima
guerra mondiale, il massacro sistematico
degli armeni è ancora una spina nel fianco
del moderno Stato turco, che non lo hai mai
voluto riconoscere come “genocidio”.
Il genocidio degli armeni
Una scena del film
La masseria delle allodole
,
che Paolo e Vittorio Taviani hanno tratto, nel
2007, dall’omonimo libro dedicato dalla
scrittrice armeno-italiana Antonia Arslan alle
vicende della sua famiglia nel genocidio.
Passato e presente
Il popolo armeno ha oggi un proprio Stato –
l’Armenia, con capitaleYerevan—, che si trova
nel Caucasomeridionale. Tuttavia, la diaspora
armena – che raggiunse le puntemassime fra
il 1915 e il 1923 – ha portato alla formazione
di comunità in Europa e nell’America setten-
trionale. Dove si trovano le più numerose?
Che tipo di rapporto hanno con il Paese che le
ospita, sul piano dell’integrazione territoriale
e sociale? Quali sono le caratteristiche che le
individuano dal punto di vista della cultura e
delle tradizioni?
regione meridionale costiera — subirono
un
nuovo massacro
da parte delle
forze
turche nazionaliste
guidate da Musta-
fa Kemal.
La
“questione armena”
si chiuse
definitivamente nel
1923
, quando il trat-
tato di Losanna sancì la
cancellazione
— ottenuta dallo stesso Kemal — dell’ar-
ticolo dei trattati di pace che prevedeva
la
creazione
e il
riconoscimento
turco
di uno
Stato indipendente per gli arme-
ni
. Dei circa
500.000
sopravvissuti, la
maggior parte
emigrarono
in Occidente
— con passaporti che portavano la dicitu-
ra
«Senza possibile ritorno»
—, mentre
la Repubblica armena nata nel 1918 fu
annessa all’Urss
per subire il destino
delle altre minoranze dell’impero sovie-
tico. Della pluricentenaria presenza ar-
mena in Turchia non restavano che rare
vestigia: il genocidio aveva raggiunto i
suoi obiettivi.
Questa
pagina drammatica
— e
ver-
gognosa
— della storia rimase
a lungo
dimenticata
: è stata riportata alla lu-
ce solo negli ultimi decenni, nonostante
l’opposizione della Turchia. Il
18 gennaio
2000
, il
Presidente della Repubblica
francese
— Paese che ospita la più impor-
tante comunità armena d’Europa — ha ra-
tificato una legge che
riconosce ufficial-
mente il genocidio armeno
. L’esempio è
stato seguito, tra gli altri, dal
Parlamento
europeo
— che ha approvato una risolu-
zione in tale senso il
15 novembre
dello
stesso anno – e, il
17 novembre
, dalla
Camera dei deputati italiana
.
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