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Il mercato del turismo: caratteristiche e diversità
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Alcune classificazioni del mercato turistico
I
beni
e le
attività
turistici costituiscono un proprio mercato che si sovrappone, si in-
terseca e si integra con le altre attività produttive.
Il
mercato del turismo
può essere considerato secondo vari approcci, che rispon-
dono a criteri diversi.
6.1
Mercato domestico, mercato incoming e mercato outgoing
Il
mercato dei viaggi
può essere scomposto prima di tutto a seconda che il cliente
risieda o meno
nel Paese considerato (v. anche cap. 2, § 3):
c
il
mercato domestico
o
interno
comprende
tutti i turisti che si muovono all’inter-
no della propria nazione
;
c
il
mercato outgoing
è rappresentato da
coloro che si recano all’estero
;
c
il mercato
incoming
è costituito dai turisti stranieri in entrata in un Paese.
Il criterio
della residenza
D
al punto di vista del turista
il rapporto
con la cultura è molto difficile
: in ge-
nere si muove velocemente volendo ve-
dere molte cose in un arco temporale fortemente
limitato. Tuttavia, nonostante l’evidente necessità
di prodotti mirati, il più delle volte le strutture
da visitare non sono pensate specificamente per
il turista. Di solito l’assetto di un museo e la sua
organizzazione sono ideati e gestiti da esperti che
privilegiano il particolare e adottano un approccio
prettamente scientifico; gli allestimenti sono pre-
disposti da esperti di beni culturali senza l’aiuto
di un esperto di comunicazione e di marketing;
gli itinerari sono indirizzati a un turista esperto
e studioso della materia. Se
ragionevolmente non si vuole
pretendere che il turista sia egli
stesso uno studioso, i percorsi
dei musei devono essere sem-
plificati e gli oggetti da vedere
adeguatamente selezionati.
Da tali considerazioni emerge
che il rapporto fra il cliente-
turista e l’opera d’arte è molto
complesso: può, infatti, anda-
re dall’interesse dell’esperto
alla curiosità di un visitatore
comune che considera l’opera
una delle tante tappe del suo
viaggio. Facendo riferimento al
rapporto soggettivo che si de-
termina fra colui che guarda e
le opere guardate, si individua-
no alcuni diversi comportamenti che danno luogo
a delle vere e proprie “sindromi”.
La
Sindrome di Stendhal
è l’effetto-shock causa-
to dalla vista di un’opera d’arte o di un sito par-
ticolarmente significativo. Il visitatore è colpito
dalla estrema, quasi insostenibile bellezza delle
opere d’arte; da un senso profondo che trascende
le immagini e i soggetti, così come accadde allo
scrittore francese Stendhal (pseudonimo di Henry
Beyle) durante il suo Grand Tour in Italia del 1817 e
in particolare durante il suo soggiorno nella cit-
tà di Firenze. Tale effetto è stato teorizzato dalla
psichiatra Graziella Magherini, nel volume
La sin-
drome di Stendhal. Il malessere del viaggiatore di
fronte alla grandezza dell’arte
.
In un primo momento l’autrice l’aveva chiamata
“sindrome del turista”, ed era passata inosservata
dalla critica; quando invece l’ha denominata “
Sin-
drome di Stendhal
” ha avuto una grande cassa di
risonanza. Tale fatto prova quanto siano importan-
ti i processi di comunicazione e, in particolare, il
ruolo dello slogan e del richiamo storico.
Contrapposta all’emozione di Stendhal può essere
considerata la
Sindrome dello zoo alla rovescia
.
Pur non avendo un vero e proprio teorizzatore, è
stata definita intorno agli anni Novanta da alcuni
studiosi di sociologia della Riva Sud del Mediter-
raneo (Riva Nord dell’Africa), zona in cui molte
va-
canze vengono svolte come se si fosse nella gabbia
di uno zoo
dalla quale è possibile guardare solo le
cose che ci vengono fatte vedere, con una sorta
FOCUS
Le sindromi del turista
Siena, veduta di piazza
del Campo, con il Palazzo
Pubblico e la Torre del
Mangia.