1.
A partire dalla Convenzione di Ginevra del 1951 (successivamente in-
tegrata dal Protocollo di New York del 1967), l’Onu si è assunta la tutela
dei rifugiati delegando tale compito a un Alto commissariato per i rifugiati
che può intervenire nei casi di inadempienza da parte degli Stati membri.
2.
Nel senso che il territorio in cui vive gli è stato sottratto, in seguito a
guerre o all’“occupazione” economica da parte dei Paesi più sviluppati.
3.
Attraverso la fruizione dei media.
4.
Bauman coglie un collegamento fra
il modo di vivere lo spazio e il modo di vivere il tempo. Per chi ha facilità
a muoversi, il tempo sembra scorrere con grande velocità proprio perché
ogni momento propone esperienze nuove e differenti. Al contrario per chi
è condannato all’immobilità e conduce la sua vita all’insegna della ripe-
titività il tempo è come bloccato su se stesso.
5.
“Ammazzare il tempo”
è un’espressione che indica gli sforzi attraverso cui si cerca di riempire il
tempo in qualche maniera; essere uccisi dal tempo rimanda a un senti-
mento di oppressione, al sentirsi schiacciati dalla monotonia dell’esistenza.
6.
Le tracce del suo scorrere, ovvero i cosiddetti “segni del tempo” come
possono essere il manifestarsi della vecchiaia nel fisico di una persona.
7.
È
l’espressione – resa famosa dall’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani
– con cui si esprime la volontà da parte dei pubblici poteri di non lasciare
impunita alcuna forma di microcriminalità, neppure nei casi in cui essa
appare motivata da condizioni di estrema povertà o disagio sociale.
8.
I
ponti levatoi possono essere ritirati in qualsiasi momento, così da impedire
il loro utilizzo e dunque il transito.
Commento
Bauman si interroga intorno al criterio
che determina la stratificazione sociale
nella società postmoderna dei consumi. Secondo il sociologo
polacco, questo criterio deve essere individuato nelle mobilità.
In alto alla scala sociale si trova chi può scegliere in quale luo-
go vivere; in basso alla scala sociale si trova invece chi non ha
la stessa possibilità. Alla prima categoria appartiene chi ha la
possibilità di viaggiare scegliendo la destinazione d’arrivo; alla
seconda appartiene chi vive in un luogo che non trova piace-
vole o chi si deve spostare secondo criteri e direttive che non
è lui a scegliere.
Lo spostamento avviene in entrambi i casi. Tuttavia solo nel
primo caso ha luogo una scelta, mentre nel secondo si assiste
a una costrizione. Il termine nomadismo per questo motivo
non può essere applicato indiscriminatamente a tutte le si-
tuazioni. Oppure, se lo si vuole utilizzare, si deve distinguere
tra casi differenti.
I due mondi differiscono anche nella percezione dello spazio
e del tempo da parte di chi li abita. Per chi appartiene al primo
mondo lo spazio è privo di ogni carattere vincolante, potendo
essere attraversato con estrema facilità. Per chi appartiene al
secondomondo, al contrario, lo spazio viene progressivamente
restringendosi. Inoltre, mentre chi appartiene al primomondo
vive una successione di istanti privi di estensione, in cui si trova
perpetuamente occupato in qualche attività, chi vive nel se-
condo mondo è schiacciato dal peso del tempo, non sapendo
nemmeno come poterlo riempire.
Dal punto di vista della percezione dello spazio, i due mondi
differiscono anche per un altro motivo: mentre chi abita nel
primo mondo, ha di fronte a sé delle frontiere sempre aperte,
varcabili in ogni momento, chi abita nel secondomondo trova
di fronte a sé dei muri insormontabili, eretti affinché non possa-
no essere superati. Spesso lo spostamento avviene per questo
in modo furtivo e illegale, a costi ben più elevati rispetto a chi
viaggia comodamente in
business class
.
Q
ualche domanda
➜
Quale criterio definisce la stratificazione sociale nella
società postmoderna dei consumi?
➜
Quali differenze vengono individuate tra chi sta in alto
e chi sta in basso nella scala sociale?
3
Il ruolo dei media nelle dinamiche migratorie
di Roger Silverstone
L’autore
Roger Silverstone (1945-2006) è
stato un sociologo inglese. Si è interessato
principalmente ai mezzi di comunicazio-
ne, soffermandosi sull’impatto cognitivo
emorale che i media hanno sulle persone.
L’opera
Nel saggio pubblicato nel 1999
Perché studiare i media
, Silverstone inda-
ga gli effetti dei media sull’esperienza
umana, con particolare riferimento alla
vita quotidiana, ai ruoli di potere e alla
produzione culturale.
Il brano
In questo brano, l’autore mostra
come il sistema dei mass media oggi con-
senta alle popolazioni emigrate non solo
di mantenere consistenti rapporti con la
propria cultura originaria, ma anche di
offrire significativi contributi alla crea-
zione di un’unica cultura sovranazionale.
Questo significa che la dimensione loca-
le e quella globale appaiono destinate a
intrecciarsi sempre più strettamente con
esiti non facilmente prevedibili.
Diaspora
e identità
culturale
La diaspora un tempo era tipica di un
solo popolo, in quanto designava la
dispersione degli ebrei, dopo la se-
conda distruzione del tempio a Ge-
rusalemme
1
. […] Oggi la diaspora è un fenomeno plura-
le, essendo venuto a designare i vari spostamenti delle
popolazioni globali attraverso il mondo.
Alla fine della Seconda guerra mondiale milioni di per-
sone erano disperse in tutta l’Europa; da allora il movi-
mento si è sviluppato su scala continentale, poiché popo-
lazioni e culture si sono spostate attirate da opportunità
di lavoro o da altri vantaggi, spinte dalla miseria, dalle
carestie o dall’instabilità politica. Dire che queste popo-
lazioni sono state in qualche modo assorbite e assimilate
nella cultura ospitante, o addirittura nella cultura globa-
le, sarebbe in gran parte un evidente errore. La politica
339-374_8sociologia.indd 369
27/02/