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sere intesi affatto. Manifestiamo un dubbio e veniamo considerati inaffidabili, facciamo
pubblicizzare un prodotto e le vendite calano, diamo l’appuntamento in un posto e ci
attendono in un altro. Comunicare con gli altri è indispensabile, ma anche difficile.
Sono innumerevoli i fattori che disturbano e rendono problematico il processo comu-
nicativo. Molti sono di tipo involontario, cioè dipendono dalla complessità dei processi
di comunicazione o dal nostro uso improprio. Alcuni nascono da un difetto di comu-
nicazione, altri da una sua sovrabbondanza. A questi si aggiungono poi le distorsioni
volontarie, mirate a far sorgere negli altri una rappresentazione distorta della realtà.
Il difetto di comunicazione
Un turista italiano a Pechino, assetato per il caldo, potreb-
be avere qualche difficoltà a trovare acqua da bere. Il suo problema è che non sa usare
il codice linguistico degli abitanti di Pechino, e quindi non sa come articolare i suoni
per ottenere ciò che desidera: egli non riesce a comunicare per un difetto di comunica-
zione. Si ha
difetto di comunicazione
quando
i segnali che dall’emittente giungono
al destinatario non sono sufficienti a produrre dei significati comprensibili
, vuoi
per la loro incompletezza, vuoi perché non rispettano i codici che egli usa normalmente.
Peraltro l’incapacità di utilizzare il codice non è legata solo all’uso delle lingue straniere.
Anche tra due interlocutori che condividono la stessa lingua possono esservi delle dif-
ferenze rilevanti nella capacità di far uso del codice o nel possesso di conoscenze che
rendono il codice comprensibile. Un italiano medio troverà misteriosa e forse ridicola
la frase: “Nel noema del grado superiore il valutato come tale è un nocciolo di senso
circondato da nuovi caratteri tetici”. Anche chi conosce molto bene la lingua italiana
faticherà a capire perfino di che cosa si stia parlando. In verità la frase è pienamen-
te dotata di senso e perfettamente intelligibile, ma solo all’interno di un determinato
contesto che la grande maggioranza di co-
loro che parlano la lingua italiana ignora.
Solo gli studiosi della corrente filosofica che
si chiama “fenomenologia” trovano la frase
del tutto comprensibile.
Un altro tipico difetto di comunicazione
è quello provocato dalle
interferenze che
disturbano il processo comunicativo
, i
cosiddetti “
rumori di fondo
”. Cercare di
portare avanti un dialogo in una discoteca
è un’esperienza frustrante per chiunque: la
comunicazione è continuamente interrot-
ta e ripetuta, ed è impossibile trasmettere
o cogliere le sottigliezze di un discorso, le
sfumature della voce, le espressioni del viso.
Lo stesso vale in molte altre situazioni, e
non dipende necessariamente da difficol-
tà acustiche. È un rumore di fondo anche
tutto ciò che disturba e confonde la comu-
nicazione visiva o quella tattile. Se si sta co-
municando con l’alfabeto dei sordomuti da
un capo all’altro di una sala molto affollata,
il rumore di fondo sarà costituito dalla folla
di persone che intralcia la vista.
Un tipico difetto di
comunicazione è quello
provocato dalle interferenze
che disturbano il processo
comunicativo, i cosiddetti
“rumori di fondo”.
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