Una terza forma importante di linguaggio corporeo è rappresentata infine dall’
aspet-
to fisico
di ciascuna persona. Ognuno di noi cura (o trascura) il proprio corpo in un
certo modo: presenta un certo taglio di capelli, si trucca o non si trucca, si rade o non
si rade, indossa un certo vestito, usa o non usa determinati accessori. Tutti questi sono
messaggi, elementi di comunicazione con gli altri, anche se di norma non sono pensa-
ti direttamente in relazione a un particolare interlocutore, ma sono genericamente ri-
volti a chiunque s’incontrerà durante la giornata. Sono messaggi che ciascuno di noi,
in maniera conscia o inconscia, lancia all’intera società intorno a sé.
Le domande
del presente
La moda
tatuaggi e rivestimenti del corpo non
solo per proteggersi dalle intemperie o
per pudore, ma anche e soprattutto per
segnalare l’appartenenza a un clan o a
una tribù, e la propria posizione sociale.
Per molti millenni, finché le società uma-
ne restarono rigidamente stratificate, la
funzione comunicativa degli abiti restò
a sua volta piuttosto statica: i funzionari
statali vestivano in un certo modo, i mili-
tari in un altro, i religiosi in un altro ancora,
ma senza grandi cambiamenti nel tempo.
Non c’era, in altri termini, la moda.
La nascita della moda
La moda nasce
quando, nel Rinascimento, comincia a dif-
fondersi l’idea che l’essere umano – ome-
glio, l’individuo – ha una dignità superiore
al gruppo di appartenenza, e che la sua
vita non è quindi condannata a svolgersi
necessariamente come si era svolta quella
dei suoi genitori. Naturalmente, perché
questo ideale giungesse a realizzarsi, an-
corché parzialmente, ci vollero secoli. È
solo con la società moderna che la mo-
bilità sociale è divenuta percepibile, e la
moda, conseguentemente, un fenomeno
appariscente.
Ciò nonostante, nella fase di sviluppo del-
la società moderna, tra Otto e Novecento,
Comunicare attraverso gli abiti
Da
sempre gli esseri umani usano l’abbiglia-
mento e la decorazione del corpo come
strumenti di comunicazione interperso-
nale. Già nei popoli primitivi si usavano
la moda non è ancora uno strumento di
comunicazione a tutti gli effetti. Essa vie-
ne impiegata, infatti, principalmente con
lo scopo di comunicare l’appartenenza
a una classe agiata: è uno strumento di
distinzione sociale.
Moda e identità personale
Con l’ulte-
riore flessibilizzazione della struttura di
classe nella seconda parte del XX secolo
lo scenario è mutato nuovamente. L’inve-
stimento di denaro in abbigliamento è di-
venuto alla portata di un numero sempre
maggiore di persone. Nello stesso tempo
la vita è cambiata, e sempremeno l’appar-
tenenza di classe (o quella politica, o reli-
giosa) costituisce un elemento capace di
contraddistinguerci nelle relazioni sociali.
Queste si moltiplicano e nel contempo si
fanno, in molti casi, provvisorie e fugaci.
In tale scenario la presenza corporea, e
quindi anche l’abbigliamento, diviene il
principale“biglietto da visita”di cui dispo-
niamo: dice chi siamo, a che cosa siamo
abituati, che cosa desideriamo. Oggi la
maggior parte delle persone è divenu-
ta un’abile utilizzatrice degli abiti come
mezzi di comunicazione, come un vero e
proprio linguaggio alternativo e comple-
mentare a quello verbale.
Giovane donna dipinta dal Parmigianino,
conosciuta anche come “schiava turca” per
il suo curioso copricapo alla moda, il balzo,
che richiama un turbante di foggia orientale
(Parmigianino,
Ritratto di giovane donna
,
1532-1534).
La comunicazione verbale e non verbale
Forma di comunicazione
Codice utilizzato
Funzioni sociali
Verbale
lingua (parlata o scritta)
• trasmettere pensieri
• descrivere fatti
Non verbale
segni corporei (comunicazione
gestuale, mimica facciale, aspetto
fisico)
• trasmettere emozioni e sentimenti
• segnalare ruoli e posizioni sociali
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