Influire sulla capacità altrui di costruire significati
Anche pensare la comunicazione
come un mero trasferimento di significati è, a ben vedere, semplicistico, poiché im-
plica l’idea che esista un significato più o meno definito che “passa”, senza modificar-
si, da una persona all’altra. Ciò non accade praticamente mai. Il significato non viene
mai semplicemente trasmesso da un soggetto all’altro, ma prende forma e si modifica
nel corso dell’interazione, viene influenzato dal modo in cui lo si comunica e dalla re-
lazione tra gli interlocutori. Il significato si “costruisce” attraverso la comunicazione,
come testimonia l’esperienza comune per cui il medesimo messaggio viene di solito
recepito e ripetuto diversamente da due destinatari differenti, ciascuno dei quali è fer-
mamente convinto di avere capito bene.
Vi sono anzi teorie recenti nel campo della linguistica e della sociologia secondo le quali
pensare alla comunicazione come a una forma di “trasmissione” è fuorviante. Comu-
nicare non è tanto trasmettere un’idea a un altro soggetto, quanto “farla sorgere” in
lui, mettendo in atto una serie di comportamenti che hanno proprio questo scopo. I
significati, infatti, non possono affatto “passare” da una mente all’altra, ma solo sorge-
re, trasformarsi, tramontare nella mente di ciascuno di noi.
Se, durante una passeggiata, a un bivio tracciamo per terra con dei sassolini una freccia
verso destra per indicare dove ci siamo diretti ai nostri amici che sopraggiungeranno,
noi comunichiamo con loro, e lo facciamo modificando l’ambiente in modo tale che
sorga in loro – così speriamo – l’idea che siamo andati a destra.
Noi agiamo modifi-
cando l’ambiente degli altri in maniera tale da suscitare in essi significati (idee,
emozioni, pensieri) che rispondano ai nostri desideri
.
In maniera molto meno intuitiva lo stesso accade quando parliamo con gli altri. An-
che in questo caso, emettere onde sonore modulate secondo il codice della lingua ita-
liana non è altro che un modo molto sofisticato di modificare l’ambiente circostante
dell’altra persona: l’irruzione nel suo mondo del suono “andiamo a destra” fa sorgere
in lei l’idea che siamo andati a destra. Anche in questo caso, dunque, secondo queste
teorie l’idea non viene trasmessa ma indotta nell’altra persona.
3
Il linguaggio
Il codice e il linguaggio
Tra le condizioni fondamentali della comunicazione abbiamo
citato l’esistenza di un codice condiviso dai soggetti che interagiscono. Un
codice
è
un
insieme di regole per poter associare a dei segni il giusto significato
. Esso può
avere caratteristiche molto varie: l’alfabeto Morse, il codice della strada, la lingua ita-
liana, l’alfabeto dei sordomuti sono tutti codici che servono per comunicare nelle di-
verse situazioni della vita.
Tra di essi, quello senz’altro più importante da un punto di vista sociale è la lingua
parlata. Essa è il più complesso e il più prezioso tra tutti i codici di cui l’essere uma-
no si è dotato nel corso della propria storia: il più diffuso, il più completo, il più utile.
Le lingue e i dialetti parlati sulla terra sono numerosissimi, ma tutti sono forme partico-
lari della facoltà umana del linguaggio. Il
linguaggio
è la
capacità generale dell’uomo
di esprimersi attraverso segni articolati e organizzati in maniera tale da poter tra-
smettere ai propri simili dei significati anche complessi
. Esso è, in sostanza, l’appli-
cazione concreta di un codice con lo scopo di comunicare. Le lingue e i dialetti sono
espressioni del cosiddetto “linguaggio naturale”, cioè di un codice che si è sviluppato
“da sé” nel corso dei secoli, e che per questo si distingue essenzialmente dai codici arti-
Q
ualche domanda
➜
Quali sono le
condizioni base per
mettere in comune
dei significati con
altre persone, senza
le quali comunicare
sarebbe impossibile?
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