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percorrere i generi
che mandavano squadre sul campo avevano bisogno di uno che conoscesse
gli usi e i dialetti locali quanto bastava per trattare con i portatori e organiz-
zare il viaggio. Kruger era abilissimo in questo lavoro: parlava lo swahili oltre
al bantù e a un po’ di bagindi
6
ed era stato più volte nel Congo, benché mai
nei Virunga
7
.
Kruger non riusciva a immaginare perché dei geologi americani volessero
andare in questa regione dello Zaire
8
, nell’angolo nordorientale della foresta
pluviale del Congo. In fatto di minerali lo Zaire era il Paese più ricco dell’Africa
nera: il più grande produttore mondiale di cobalto e di diamanti industriali
9
e
il settimo Paese al mondo per la produzione del rame. C’erano inoltre grandi
giacimenti d’oro, stagno, zinco, tungsteno e uranio. Ma quasi tutti i minerali
si trovavano nello Shaba e nel Kasai, non nei Virunga.
Kruger conosceva troppo bene il mondo per chiedere agli americani come
mai volessero andare nei Virunga, e comunque lo aveva scoperto abbastanza
presto. Una volta che la spedizione ebbe superato il lago Kivu e si trovò nella
foresta pluviale, i geologi cominciarono a perlustrare il fiume e i letti dei tor-
renti. Il fatto che cercassero giacimenti alluvionali
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significava che speravano
di trovare oro o diamanti. Risultò che si trattava di diamanti.
Ma non di diamanti qualsiasi. I geologi erano a caccia di quelli che chia-
mavano diamanti Tipo
II
b. Ogni nuovo campione veniva immediatamente
sottoposto a una prova elettrica. La conversazione che ne derivava era oltre
la portata di Kruger – discorsi su divari dielettrici, ioni di reticolo, resistività.
Comprese però che quelle che importavano erano le proprietà elettriche dei
diamanti. Di sicuro come pietre preziose quei campioni erano inutili. Kruger
ne aveva esaminati parecchi, ed erano tutti blu a causa delle loro impurità.
Per dieci giorni la spedizione era passata da un deposito alluvionale all’al-
tro. Era la procedura normale: se trovavi oro o diamanti nei letti dei torrenti,
proseguivi a monte verso la presunta fonte erosiva dei minerali. La spedizione
Si sottolineano le
difficoltà dell’ambiente,
che richiedono
competenze elevate e
specializzate per essere
superate.
6 swahili … bantù … bagindi:
lin-
gue parlate nel Congo.
7 Virunga:
catena montuosa al
confine tra Congo e Uganda;
oggi la zona è un importante
parco naturale.
8 Zaire:
il nome che aveva fi-
no a pochi anni fa l’attuale
Repubblica Democratica del
Congo.
9 diamanti industriali:
i diamanti
impuri, non utilizzabili come
gioielli ma molto importanti
per altri usi, come si spiega
poco dopo.
10 giacimenti alluvionali:
terreni
trascinati a valle da fiumi o
torrenti, nel corso delle loro
piene.
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La suspense
La parola inglese
suspense
è co-
munemente usata, anche in italia-
no, per indicare lo stato d’animo di
incertezza che l’attesa di qualcosa
di drammatico e di terribile suscita
nel lettore di un libro o nello spet-
tatore di un film (
suspense
è infatti
imparentata con l’italiano
sospen-
sione
: è la condizione di chi sta “ap-
peso a un filo”).
Il brano di Crichton è un buon esem-
pio di suspense: l’autore infatti ac-
cumula una serie di elementi che
inducono il lettore ad aspettarsi
qualche avvenimento improvviso e
drammatico. Proviamo a elencarli.
La descrizione del paesaggio
mette in luce il carattere misterio-
so e inquietante dell’ambiente (neb-
bia, silenzio, fiori velenosi) e sottoli-
nea la piccolezza (e quindi la debo-
lezza) degli uomini che vi si muovo-
no (tutto infatti è gigantesco, enor-
me, smisurato…).
Il lungo
flashback
attraverso il
quale seguiamo i pensieri di Kruger
rivela i timori crescenti dei portato-
ri indigeni, che considerano tabù la
zona in cui si trova la spedizione –
zona per di più costellata di ossa e
di rovine.
Verso mezzanotte (un’ora certo
non scelta a caso), Kruger ha sen-
tito qualche
sommesso ansito sibi-
lante
, e il lettore intuisce che la sua
spiegazione (un leopardo con diffi-
coltà respiratorie) non è del tutto
soddisfacente.
Infine, la suspense raggiunge il
culmine nel momento in cui “qual-
cosa” colpisce Kruger al petto: final-
mente avviene il fatto che scioglie la
sospensione e dà il via all’azione.
Attenzione a non confondere la su-
spense con il
thrilling
. In inglese,
to
thrill
significa “suscitare emozioni”
e il romanzo o il film
thriller
sono
ricchi di azione e di colpi di scena
mozzafiato.
Il
thriller
può avere anche dei mo-
menti di suspense, ma bisogna te-
nere distinti i due concetti: la su-
spense crea nel lettore o nello spet-
tatore un effetto di incertezza, di
curiosità; il
thriller
crea invece un
effetto di sorpresa. La suspense si
basa sul mistero, sul “rallentamen-
to” del ritmo narrativo; il
thriller
si
basa sull’avvenimento improvviso
e imprevedibile, sul brivido provo-
cato dal colpo di scena.
tecniche e generi
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