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tra un sostegno e l’altro. I costoloni delle chiese gotiche descri-
vono
archi a sesto acuto o «a ogiva»
, dal latino
augere
, aumen-
tare. Essi sono formati da due curve dal differente centro che si
incontrano in un punto che ne costituisce il vertice, chiamato
cuspide
.
Gli archi a sesto acuto possono raggiungere altezze maggiori
rispetto a quelli a tutto sesto e il loro uso consente di:
produrre
una spinta
verso il basso concentrata in punti precisi
e
di minor peso di quella degli archi a tutto sesto
;
dare
una forte percezione di verticalità e di slancio verso
l’alto
a chi osserva la volta della chiesa dal basso.
Poiché il peso della volta è concentrato sui costoloni, le spinte
della volta stessa si scaricano su
pilastri a fascio
, formati da più
colonne riunite in un unico blocco e posti sotto i costoloni. Il
fatto che il peso della volta si scarichi sui pilastri rende superflue
le spesse mura perimetrali che caratterizzavano le chiese roma-
niche:
sulle pareti esterne delle chiese gotiche
possono perciò
esservi
ampie finestre
, che vengono chiuse con
vetrate dipinte
,
che danno luminosità agli interni.
Una parte delle spinta delle nervature degli ar-
chi a sesto acuto si scarica su strutture esterne:
l’insieme degli elementi architettonici esterni alle
cattedrali gotiche ce le mostrano simili a grandi
ragnatele di pietra
I pilastri interni alle cattedrali non sostenevano del tutto le spin-
te degli archi a sesto acuto, pertanto i costruttori di cattedrali
idearono i
contrafforti
, strutture portanti esterne all’edificio,
che servivano appunto a contrastare le spinte delle volte e dei
loro archi.
Essi sono formati dagli
speroni
, pilastri esterni che combaciano
con quelli interni e che assumono una parte del peso delle volte
delle navate laterali, e dagli
archi rampanti
, arcate esterne che
collegano le nervature della volta della navata centrale con gli spe-
roni e che scaricano su di essi anche una parte del peso della volta
centrale. In cima agli speroni troviamo i
pinnacoli o guglie
, che
svolgono sia una funzione decorativa, contribuendo ad accentuare
la percezione di slancio verso l’alto degli edifici gotici, sia una fun-
zione statica, riequilibrando le forze di spinta e controspinta tra i
costoloni e gli speroni.
Volte a ogiva
Le coperture delle vaste aule delle cattedrali goti-
che sono realizzate con le volte a ogiva.
Archi a sesto acuto
Gli archi a vista sono detti a sesto acuto o a ogiva, per-
ché formati da due archi che si intersecano. L’arco a
sesto acuto è più resistente di quello a tutto sesto ed
esercita un’azione di spinta minore.
Cuspide
La cuspide è il punto di incontro di due archi a se-
sto acuto.
Vetrate dipinte
Parti in vetro accostate per formare un disegno
o una decorazione, legate insieme da una intela-
iatura. Le pareti non svolgono più la funzione di
sostegno degli archi a sesto acuto: su di esse perciò
possono essere aperte finestre chiuse con di gran-
di vetrate multicolori, in cui sono rappresentate
scene sacre.
Contrafforti
Il contrafforte è un sostegno esterno alla chiesa go-
tica, formato da due elementi: lo sperone nella par-
te inferiore e l’arco rampante nella parte superiore.
Speroni
Una parte del peso degli archi rampanti si scarica
sugli speroni, pilastri esterni agli edifici, un vero e
proprio rinforzo esterno ai pilastri interni.
Archi rampanti
Gli archi rampanti sono arcate esterne che collegano
i costoloni della volta della navata centrale con gli spe-
roni esterni all’edificio.
Pinnacoli o guglie
In cima agli speroni vi sono i pinnacoli, piccoli ele-
menti piramidali o conici, che svolgono sia una
funzione statica sia una funzione estetica.
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Cattedrale
di San Pietro,
Colonia.
Per capire il Gotico
Sperone
Contrafforte
Arco rampante
Pinnacolo
o guglia
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