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Secondo te, per
quale motivo nelle
baraccopoli è molto alta
la mortalità infantile?
Le grandi metropoli del Sud
Anche le città dei paesi
in via di sviluppo presentano molti tratti in comune.
Fondate dagli europei o sviluppate su precedenti inse-
diamenti, sono quasi prive di industrie e la maggioranza
della popolazione si dedica ad attività di servizio poco
qualificate.
Alcune di queste città conservano un centro storico,
dove sorgono edifici di età coloniale, ma molto più spes-
so hanno un centro moderno. Qui si localizzano le sedi
del potere politico e amministrativo, le poche attività di
livello elevato (negozi di lusso, banche, ristoranti, uffici
commerciali), i pochi spazi verdi, le residenze di lusso e
gli alberghi per turisti e uomini di affari.
Allontanandosi dal centro si incontrano i quartieri resi-
denziali della piccola borghesia, oltre i quali comincia-
no i quartieri periferici, fatti di case vecchie e fatiscenti,
nei quali vivono gli strati poveri della popolazione. I
servizi destinati agli abitanti – negozi, scuole, ambula-
tori, reti idrica e fognaria, trasporti pubblici, raccolta
dei rifiuti – sono generalmente scadenti e inadeguati a
soddisfare le richieste di una popolazione eccessiva.
Un tempo questi quartieri rappresentavano il limite
esterno della città, ma l’impetuoso afflusso di nuova
popolazione ha fatto nascere una realtà urbana di livello
ancora inferiore, le
baraccopoli
, fatte di capanne edifi-
cate con materiali di fortuna: pali di legno, pannelli di
lamiera e di cartone, teli di plastica. Qui le malattie e
la sottoalimentazione sono molto diffuse e la mortalità
infantile risulta elevatissima (
7
).
Le città dei paesi giovani
Nel resto del mondo svi-
luppato, solo il Giappone e la Cina possiedono città
di origini antiche, ma molti centri storici sono andati
perduti. Le loro città assomigliano dunque a quelle
dell’America settentrionale, ad alcune metropoli di
paesi industrializzati di recente, come Corea del Sud,
Indonesia, Malaysia e Singapore, o alle maggiori aree
urbane dell’Australia.
Guardando le immagini di queste città moderne è dif-
ficile riconoscerle: nate da non più di due secoli, sono
cresciute in base a una
pianificazione urbana
resa pos-
sibile dalla grande disponibilità di spazio. Le piante
sono a scacchiera, con strade larghe, lunghe e rettilinee.
Inoltre, queste città non possiedono un centro stori-
co, anche se alcune conservano edifici del Settecento e
dell’Ottocento. Il loro cuore sta nel
quartiere degli affa-
ri
(CBD =
Central Business District
), riconoscibile per i
suoi alti edifici e i grattacieli, realizzati con strutture in
ferro o in cemento armato e, all’esterno, dotati di grandi
superfici vetrate. La maggior parte di essi è destinata a
ospitare uffici e alberghi.
I
quartieri residenziali
sono molto estesi e di qualità
differente, a seconda delle possibilità economiche di
chi li abita. Vi sono zone ricche, dove risiede la borghe-
sia benestante, ma anche quartieri degradati, abitati da
popolazione a basso reddito, che vive in abitazioni vec-
chie e fatiscenti. Talvolta questi quartieri assumono le
sembianze di veri e propri
ghetti
, abitati da strati della
popolazione in condizione di emarginazione e inferio-
rità sociale.
Baraccopoli
Agglomerato di baracche e abitazioni
precarie alla periferia di una grande
città. A seconda delle regioni, le
baraccopoli possono assumere anche altre
denominazioni:
bidonvilles
, nei paesi
francofoni,
favelas
nel Brasile o
barriadas
nei paesi di lingua spagnola.
7.
I due volti di Rio
de Janeiro: alle spalle
dei grattacieli e dei
quartieri eleganti
si estendono
immense
favelas
,
dove la popolazione
vive in condizioni
estremamente
precarie.
Ghetto
Quartiere abitato da un gruppo etnico in condizione di forte
emarginazione. Il nome viene dai quartieri di molte città
europee in cui venivano segregati gli ebrei e nasce a Venezia,
dove essi erano confinati nei pressi di una fonderia (in dialetto
veneto, la parola significa “getto”, “colata”).
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