Nella città in cui vivi
esiste un centro storico?
E un centro direzionale?
E quartieri residenziali
differenziati in base al
tenore di vita di chi li abita?
Fai una sintetica relazione.
rispondi
Il volto delle città europee
Le città europee, quasi
sempre di origine antica, conservano nei loro
centri sto-
rici
ampie tracce del passato: cattedrali, palazzi, piazze
arricchite di fontane e monumenti. Spesso il centro è cir-
condato da quartieri ottocenteschi, fatti di viali alberati
fiancheggiati da palazzi nei quali risiedono gli abitanti di
ceto elevato, ma che ospitano anche uffici e, lungo il mar-
ciapiede, una successione di negozi, ristoranti e banche.
Solo in alcune città vi sono centri direzionali con edifici
moderni.
Nelle
periferie
trovano posto gli ampliamenti del
Novecento, fatti di grandi complessi di case popolari, ma
talvolta anche di quartieri residenziali per i ceti medi, con
edifici bassi circondati da ampi spazi verdi. Nelle città di
origine industriale sono frequenti anche le
aree dismes-
se
, occupate originariamente da fabbriche e poi oggetto
di riqualificazione, quindi trasformate in quartieri resi-
denziali, in complessi per uffici, in aree destinate a servizi
pubblici o trasformate in parchi (
6
).
In parte diverso è l’aspetto delle città dell’Europa orien-
tale, che dopo la seconda guerra mondiale hanno cono-
sciuto le trasformazioni urbanistiche dei regimi socialisti.
Accanto ai centri storici sorgono spesso imponenti edifi-
ci pubblici, realizzati per ospitare i centri del potere e la
burocrazia, ma anche monumenti costruiti per celebrare
il regime e grandi piazze destinate a ospitare le manife-
stazioni. Nelle periferie sorgono gli immensi caseggiati
dell’edilizia pubblica, privi di criteri estetici ma disposti
in base a un’attenta pianificazione urbanistica.
Una crescita urbana differenziata
Le grandi agglo-
merazioni dell’America latina e della Cina provano che
il processo di urbanizzazione, inizialmente esclusivo dei
paesi sviluppati, si sta estendendo a molti paesi in via di
sviluppo. In alcuni casi si è trattato, come nell’Europa
dell’Ottocento, di un processo legato all’industrializza-
zione, ma non mancano esempi di grandi realtà urbane
cresciute solo per effetto dell’inurbamento di milioni di
contadini alla ricerca di migliori condizioni di vita. Lo
dimostrano i casi di Nairobi e di Kinshasa, in Africa,
che negli ultimi anni hanno moltiplicato per dieci la
loro popolazione. Fenomeni analoghi hanno interessa-
to anche Mumbai e Kolkata, in India, il Cairo, Lagos e
Addis Abeba, in Africa, Teheran e Baghdad nel Medio
Oriente.
In molte città e metropoli dei paesi sviluppati è nel frat-
tempo iniziato un processo di
deurbanizzazione
, cioè
di fuga di parte della popolazione verso le cinture peri-
feriche, dove nascono quartieri satellite e città nuove.
Questo fenomeno deriva dalla congestione dei centri
urbani, dall’inquinamento e dall’eccessivo aumento
dei costi delle abitazioni. Il potenziamento dei trasporti
urbani, del resto, facilita il pendolarismo, che vede lo
spostamento quotidiano di migliaia di lavoratori dalla
propria abitazione ai luoghi di lavoro (
5
).
5.
La curva di
urbanizzazione esprime la
velocità con cui aumenta la
popolazione urbana.
6.
La riqualificazione delle aree
dismesse, trasformate in quartieri
residenziali, commerciali e di servizi,
è un fenomeno frequente nelle città
europee.
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1800
1900
2000
Rapida espansione prodotta
dalla migrazione dalle zone
rurali a quelle urbane
Rapida espansione prodotta
sia dalla migrazione dalle
zone rurali
quelle a
urbane,
sia dall’incremento naturale
delle popolazioni urbane
(1870-1880)
Percentuale della popolazione
del passato che viveva nelle città
(1970-1980)
Quartieri urbani e residenti
Periferia:
quartieri popolari
e fabbriche
(ceti medio bassi
e operai)
Fascia intermedia:
quartieri residenzial i
(ceti medi)
Centro:
edifici storici,
edilizia di lusso
(élites)
Capitolo 4.indd 391
30/01/